Il contributo si articola in tre parti. La prima individua il principio fondamentale della modernità nella soggettività, a partire da "Il discorso filosofico della modernità" di Jürgen Habermas. Quest’ultimo riconosce in Hegel “il primo filosofo della modernità”, colui che per primo si è reso conto di tutte le scissioni provenienti dalla filosofia kantiana, dalla filosofia della soggettività e rinviene in particolare negli scritti giovanili di Hegel le origini e le intuizioni di quello che è poi stato il proprio progetto filosofico: lo sviluppo di una filosofia dell’intersoggettività. Di fronte alle obiezioni habermasiane per cui le originarie intuizioni e critiche di Hegel al principio della modernità si perderebbero nello Hegel maturo, che ricadrebbe in una filosofia della soggettività sviluppata nei termini di spirito assoluto, la seconda parte del contributo porta alla luce alcuni aspetti tratti dalla sezione “Il bene e la coscienza morale” dei Lineamenti di filosofia del diritto, per mostrare come il filosofo di Stoccarda non abbia di fatto mai abbandonato le sue obiezioni ad una visione monologica e soggettivistica dell’agire di matrice kantiana, obiezioni che a loro volta si rivelano attuali anche nei confronti dell’etica del discorso habermasiana. Su questo si torna nella terza e ultima parte del contributo.
Dall’Io al Noi: verso il superamento della visione soggettocentrica dell’agire
Giulia Battistoni
2021-01-01
Abstract
Il contributo si articola in tre parti. La prima individua il principio fondamentale della modernità nella soggettività, a partire da "Il discorso filosofico della modernità" di Jürgen Habermas. Quest’ultimo riconosce in Hegel “il primo filosofo della modernità”, colui che per primo si è reso conto di tutte le scissioni provenienti dalla filosofia kantiana, dalla filosofia della soggettività e rinviene in particolare negli scritti giovanili di Hegel le origini e le intuizioni di quello che è poi stato il proprio progetto filosofico: lo sviluppo di una filosofia dell’intersoggettività. Di fronte alle obiezioni habermasiane per cui le originarie intuizioni e critiche di Hegel al principio della modernità si perderebbero nello Hegel maturo, che ricadrebbe in una filosofia della soggettività sviluppata nei termini di spirito assoluto, la seconda parte del contributo porta alla luce alcuni aspetti tratti dalla sezione “Il bene e la coscienza morale” dei Lineamenti di filosofia del diritto, per mostrare come il filosofo di Stoccarda non abbia di fatto mai abbandonato le sue obiezioni ad una visione monologica e soggettivistica dell’agire di matrice kantiana, obiezioni che a loro volta si rivelano attuali anche nei confronti dell’etica del discorso habermasiana. Su questo si torna nella terza e ultima parte del contributo.File | Dimensione | Formato | |
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