Fin dagli anni Quaranta del XVIII secolo gli intellettuali lombardi appaiono in grado di valutare e cogliere le opportunità offerte dall’avvento al governo dell’impero e delle sue provincie di Maria Teresa d’Asburgo, che poté avvalersi della collaborazione, fra gli altri, del cancelliere di Stato Kaunitz, del ministro plenipotenziario Firmian, e, dal 1771, del figlio Ferdinando, divenuto governatore dopo il matrimonio con Maria Beatrice d’Este; l’operato di governo investe le strutture amministrative e finanziarie, l’assistenza, l’istruzione, la sanità, le istituzioni culturali, disegnando il profilo di un riformismo illuminato, capace di sollecitare attenzione e interesse a livello europeo. Prendendo in considerazione le diverse espressioni del fenomeno in un contesto particolarmente reattivo e in un periodo di così stretta connessione fra politica e cultura, nonché la complessità di una produzione letteraria e artistica volta alla promozione e alla legittimazione dell’Austria felix, il panel intende avviare ricerche volte a documentare le prerogative e l’evoluzione di alcune forme di una nuova letteratura di indirizzo civile (stampa periodica, teatro, poesia, traduzioni). Tra le ipotesi di ricerca si segnalano: i collaboratori ‘minori’ del Caffè (Longo, Biffi, Lambertenghi), i funzionari attivi sul doppio versante della attività politica e dell’esercizio letterario, le figure femminili di rilievo, gli aristocratici ‘progressisti’ (Imbonati, Greppi), le scuole, le biblioteche, le accademie.

Politica e letteratura a Milano nel secondo Settecento

Salvade', Anna Maria
2020-01-01

Abstract

Fin dagli anni Quaranta del XVIII secolo gli intellettuali lombardi appaiono in grado di valutare e cogliere le opportunità offerte dall’avvento al governo dell’impero e delle sue provincie di Maria Teresa d’Asburgo, che poté avvalersi della collaborazione, fra gli altri, del cancelliere di Stato Kaunitz, del ministro plenipotenziario Firmian, e, dal 1771, del figlio Ferdinando, divenuto governatore dopo il matrimonio con Maria Beatrice d’Este; l’operato di governo investe le strutture amministrative e finanziarie, l’assistenza, l’istruzione, la sanità, le istituzioni culturali, disegnando il profilo di un riformismo illuminato, capace di sollecitare attenzione e interesse a livello europeo. Prendendo in considerazione le diverse espressioni del fenomeno in un contesto particolarmente reattivo e in un periodo di così stretta connessione fra politica e cultura, nonché la complessità di una produzione letteraria e artistica volta alla promozione e alla legittimazione dell’Austria felix, il panel intende avviare ricerche volte a documentare le prerogative e l’evoluzione di alcune forme di una nuova letteratura di indirizzo civile (stampa periodica, teatro, poesia, traduzioni). Tra le ipotesi di ricerca si segnalano: i collaboratori ‘minori’ del Caffè (Longo, Biffi, Lambertenghi), i funzionari attivi sul doppio versante della attività politica e dell’esercizio letterario, le figure femminili di rilievo, gli aristocratici ‘progressisti’ (Imbonati, Greppi), le scuole, le biblioteche, le accademie.
2020
9788890790560
Letteratura
Poesia
Politica
Milano
Settecento
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