Parlare di genere e di emancipatory social sciences può suonare quasi come una tautologia. La genesi del concetto di genere e degli studi che nel corso dei decenni hanno preso il suo nome sono emancipatori di nascita. Chiamare “di genere” le differenze tra uomini e donne, infatti, è servito a dare il via al processo di liberazione dell’umanità, delle donne in primis, dal presunto destino naturale del sesso. È in base alle differenze sessuali tra i corpi, infatti, che nel corso dei secoli si sono costruite aspettative differenziate sul maschile e sul femminile (che spaziano dal vestiario adeguato all’espressione delle emozioni), sono stati assegnati agli uni e alle altre ruoli diversi nella sfera pubblica e in quella privata, ed è stato distribuito in maniera diseguale il potere. Ma, soprattutto, per secoli sono state proprio le differenze tra i corpi – prima fra tutti il diverso ingaggio di uomini e donne nel processo riproduttivo – ad essere utilizzate dal punto di vista euristico per spiegare la diversa posizione di uomini e donne nella società e, sostanzialmente, per naturalizzare sia le differenze che le diseguaglianze. Obiettivo di questo contributo è discutere come e in che misura gli studi di genere possano contribuire agli emancipatory studies e inquadrarne il contributo sia dal punto di vista analitico che di ricerca.
Studi di genere, saperi femministi e emancipatory social sciences: appunti per un possibile dialogo
Giulia Selmi
;
2020-01-01
Abstract
Parlare di genere e di emancipatory social sciences può suonare quasi come una tautologia. La genesi del concetto di genere e degli studi che nel corso dei decenni hanno preso il suo nome sono emancipatori di nascita. Chiamare “di genere” le differenze tra uomini e donne, infatti, è servito a dare il via al processo di liberazione dell’umanità, delle donne in primis, dal presunto destino naturale del sesso. È in base alle differenze sessuali tra i corpi, infatti, che nel corso dei secoli si sono costruite aspettative differenziate sul maschile e sul femminile (che spaziano dal vestiario adeguato all’espressione delle emozioni), sono stati assegnati agli uni e alle altre ruoli diversi nella sfera pubblica e in quella privata, ed è stato distribuito in maniera diseguale il potere. Ma, soprattutto, per secoli sono state proprio le differenze tra i corpi – prima fra tutti il diverso ingaggio di uomini e donne nel processo riproduttivo – ad essere utilizzate dal punto di vista euristico per spiegare la diversa posizione di uomini e donne nella società e, sostanzialmente, per naturalizzare sia le differenze che le diseguaglianze. Obiettivo di questo contributo è discutere come e in che misura gli studi di genere possano contribuire agli emancipatory studies e inquadrarne il contributo sia dal punto di vista analitico che di ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.