“Religionari” è l’appellativo con il quale, nel Piemonte di antico regime, venivano definiti i sudditi appartenenti alla minoranza protestante. Questo libro si occupa del nucleo più importante di quella minoranza, i Valdesi, a lungo perseguitati e per tre secoli a stento tollerati solo in tre valli alpine del Piemonte occidentale. L’arco cronologico della ricerca è limitato al XVIII secolo: un periodo - privo di eroici episodi lotta e di resistenza - in cui le persecuzioni sono finite e quindi apparentemente privo di interesse. Reagendo ad una grave rimozione della storia settecentesca - operata dalla storiografia valdese degli ultimi due secoli, preoccupata per la “rilassatezza dei costumi” manifestata non solo dalla popolazione delle Valli, ma anche da molti pastori e diffidente verso la cultura dei Lumi che sembrava penetrare anche nelle Valli Valdesi intaccando la purezza della fede - questo libro vuole definitivamente superare l’immagine del piccolo “ghetto alpino” valdese, immobile in attesa di una sospirata emancipazione religiosa, per mostrare da quanto dinamismo sia stato pervaso quel mondo nel Settecento. Si tratta di riscoprire non solo un’ élite intellettuale di pastori cosmopoliti formatisi nelle migliori università dell’Europa protestante (Losanna, Ginevra, Basilea, Zurigo, Utrecht, Oxford), a contatto con le idee dei Lumi, ma anche un nuovo ceto emergente di uomini d’affari che oltrepassa i confini delle Valli per proiettarsi verso l’Italia e l’Europa grazie ad un notevole coraggio e ad una solida ed estesa rete di relazioni commerciali e di protezioni diplomatiche, spesso di altissimo livello. A poca distanza dalle Valli Valdesi, a Torino, negli stessi anni si forma per la prima volta una piccola, ma significativa comunità di protestanti stranieri, composta da diplomatici inglesi e olandesi, rampolli dell’aristocrazia britannica alunni dell’Accademia Reale, militari stranieri ed ufficiali svizzeri e tedeschi al servizio dei Savoia, mercanti di tessuti, banchieri e uomini d’affari, per lo più francesi o svizzeri, che con il mondo valdese ebbero inattese relazioni e la cui composizione sociale, finora poco studiata, ci illumina sulle dinamiche di una società tutt’altro che provinciale.
“Religionari”. Protestanti e Valdesi nel Piemonte del Settecento
ROMAGNANI Gian Paolo
2021-01-01
Abstract
“Religionari” è l’appellativo con il quale, nel Piemonte di antico regime, venivano definiti i sudditi appartenenti alla minoranza protestante. Questo libro si occupa del nucleo più importante di quella minoranza, i Valdesi, a lungo perseguitati e per tre secoli a stento tollerati solo in tre valli alpine del Piemonte occidentale. L’arco cronologico della ricerca è limitato al XVIII secolo: un periodo - privo di eroici episodi lotta e di resistenza - in cui le persecuzioni sono finite e quindi apparentemente privo di interesse. Reagendo ad una grave rimozione della storia settecentesca - operata dalla storiografia valdese degli ultimi due secoli, preoccupata per la “rilassatezza dei costumi” manifestata non solo dalla popolazione delle Valli, ma anche da molti pastori e diffidente verso la cultura dei Lumi che sembrava penetrare anche nelle Valli Valdesi intaccando la purezza della fede - questo libro vuole definitivamente superare l’immagine del piccolo “ghetto alpino” valdese, immobile in attesa di una sospirata emancipazione religiosa, per mostrare da quanto dinamismo sia stato pervaso quel mondo nel Settecento. Si tratta di riscoprire non solo un’ élite intellettuale di pastori cosmopoliti formatisi nelle migliori università dell’Europa protestante (Losanna, Ginevra, Basilea, Zurigo, Utrecht, Oxford), a contatto con le idee dei Lumi, ma anche un nuovo ceto emergente di uomini d’affari che oltrepassa i confini delle Valli per proiettarsi verso l’Italia e l’Europa grazie ad un notevole coraggio e ad una solida ed estesa rete di relazioni commerciali e di protezioni diplomatiche, spesso di altissimo livello. A poca distanza dalle Valli Valdesi, a Torino, negli stessi anni si forma per la prima volta una piccola, ma significativa comunità di protestanti stranieri, composta da diplomatici inglesi e olandesi, rampolli dell’aristocrazia britannica alunni dell’Accademia Reale, militari stranieri ed ufficiali svizzeri e tedeschi al servizio dei Savoia, mercanti di tessuti, banchieri e uomini d’affari, per lo più francesi o svizzeri, che con il mondo valdese ebbero inattese relazioni e la cui composizione sociale, finora poco studiata, ci illumina sulle dinamiche di una società tutt’altro che provinciale.File | Dimensione | Formato | |
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