Si presentano oltre ottanta schede riguardanti opere restaurate presenti in chiese, ed edifici pubblici e privati della Marca Trevigiana, ordinate secondo il quadrante territoriale per giungere a Treviso. Tra gli interventi in città assumono particolare rilevanza quelli riguardanti gli affreschi staccati di Tommaso da Modena del Capitolo dei Domenicani presso la chiesa di San Nicolò, gli affreschi eseguiti dal maestro in San Francesco. In questa chiesa si considerano i numerevoli altri interventi sulle pitture murali trecentesche. Per quanto riguarda il Trecento si illustrano gli affreschi realizzati nel 1344 da Filippo da Firenze nella cappella di San benedetto dell’abbazia di Santa Maria in Mogliano Veneto. Assumono importantza i recuperi degli affreschi della Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza di stretto ambito pordenoniano. Particolare importanza ha il riconoscimento di un’opera di Annibale Nicolai e una del lucchese Pietro Paolini a Mareno di Piave, dove giungono per donazione, Sempre per il Seicento si illustrano i due teleri di Mattia Preti della parrochiale di Sambughé , commissionati dai fratellio Lumaga. Per il Settecento si illustrano le decorazioni di Giovanni Battista Canal della chiesa di San Vendemmiano che riferimenti documentari vorrebbero di Pietro Antonio Novelli. Per essi si stabilisce un confronto con quelli restaurati della vicina Mareno di Piave. “Ritrovamenti” importanti riguardano la scultura e l’altaristica di Sei e Settecento. Si individua per la prima volta la presenza di Giusto Le Court nell’Oratorio di San Pietro a Cendon, rendo nota la statua firmata raffigurante San Pietro. L’altare della Santissima Trinità della parrocchiale di Zero Branco vede il concorso di Francesco Mangrande, Jacopo Contiero, quello di san Gaestano è accostato a Giuseppe Torretti.

Antonio Sacchiense da Pordenone, pp. 4-7; Amadeo Giuseppe De Lorenzi, pp. 10, 32, 140-141; Pietro Damini, pp. 22-25; Silvestro Arnosti da Ceneda, pp. 28-29; Pittore pordenoniano, pp. 34-43; Giovanni Battista Canal, pp. 58-63, 82-89; Cesare Vecellio, pp. 64-67; Baldassarre D’Anna, pp. 68-69; Francesco Beccaruzzi, pp. 72-77; Annibale Nicolai, pp. 92-95; Pittore Toscano, secondo quarto secolo XVIII (Pietro Paolini?), pp. 96-99; Giusepe Gallo De Lorenzi ?, pp. 104-105; Pitture murali secoli XIII, XIV, XV, pp. 110-119; Matteo Grempsl, pp. 124-127; Francesco Da Milano, pp. 130-133; Giuseppe Gallo De Lorenzi, p. 139; Girolamo Brusaferro, pp. 144-147; Antonio Ermolao Paoletti, pp. 156-157; Paolo De Lorenzi, p. 159; Heirich Reinhart, pp. 160-161; Intagliatore veneziano, 1520 circa, pp. 162-169; Tommaso da Modena, pp. 184-189, 204-211; Pittori veneti sec. XIV, pittore veneziano sec. XIV, pp. 190-203, 212-215; Pittore veneto, 1410 circa, pp. 215-219; Giacomo Bravo, pp. 240-241, Bartolomeo Orioli, pp. 246-247, 314-315 ; Intagliatore veneto, ultimo quarto secolo XV, pp. 250-253; Paolo Callalo, pp. 254-255; Antonio Beni, pp. 256-259; Francesco Migliori, pp. 260-261; Francesco Bissolo, pp. 262-267; Giusto Le Court, pp. 270-275; Filippo da Firenze, 1344, pp. 276-291; Mattia Preti, pp. 294-301; Francesco Mangrande e Giuseppe Torretti(?), Jacopo Contieri, pp. 306-313

Giorgio Fossaluzza
1999-01-01

Abstract

Si presentano oltre ottanta schede riguardanti opere restaurate presenti in chiese, ed edifici pubblici e privati della Marca Trevigiana, ordinate secondo il quadrante territoriale per giungere a Treviso. Tra gli interventi in città assumono particolare rilevanza quelli riguardanti gli affreschi staccati di Tommaso da Modena del Capitolo dei Domenicani presso la chiesa di San Nicolò, gli affreschi eseguiti dal maestro in San Francesco. In questa chiesa si considerano i numerevoli altri interventi sulle pitture murali trecentesche. Per quanto riguarda il Trecento si illustrano gli affreschi realizzati nel 1344 da Filippo da Firenze nella cappella di San benedetto dell’abbazia di Santa Maria in Mogliano Veneto. Assumono importantza i recuperi degli affreschi della Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza di stretto ambito pordenoniano. Particolare importanza ha il riconoscimento di un’opera di Annibale Nicolai e una del lucchese Pietro Paolini a Mareno di Piave, dove giungono per donazione, Sempre per il Seicento si illustrano i due teleri di Mattia Preti della parrochiale di Sambughé , commissionati dai fratellio Lumaga. Per il Settecento si illustrano le decorazioni di Giovanni Battista Canal della chiesa di San Vendemmiano che riferimenti documentari vorrebbero di Pietro Antonio Novelli. Per essi si stabilisce un confronto con quelli restaurati della vicina Mareno di Piave. “Ritrovamenti” importanti riguardano la scultura e l’altaristica di Sei e Settecento. Si individua per la prima volta la presenza di Giusto Le Court nell’Oratorio di San Pietro a Cendon, rendo nota la statua firmata raffigurante San Pietro. L’altare della Santissima Trinità della parrocchiale di Zero Branco vede il concorso di Francesco Mangrande, Jacopo Contiero, quello di san Gaestano è accostato a Giuseppe Torretti.
1999
Tommaso da Modena, Filippo da Firenze, Maestro di Vigo, Pittore vicino a Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, Francesco Bissolo, Antonio Sacchiense da Pordenone, Francesco Da Milano, Francesco Beccaruzzi, Cesare Vecellio, Baldassarre D’Anna, Silvestro Arnosti da Ceneda, Giacomo Bravo, Bartolomeo Orioli, Pietro Damini, Annibale Nicolai, Pietro Paolini, Mattia Preti, Matteo Grempsl, Girolamo Brusaferro, Francesco Migliori, Giovanni Battista Canal, Amadeo Giuseppe De Lorenzi, Paolo De Lorenzi, Giuseppe Gallo De Lorenzi, Antonio Ermolao Paoletti, Heirich Reinhart Antonio Beni, Giusto Le Court, Paolo Callalo, Francesco Mangrande, Giuseppe Torretti, Jacopo Contieri
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