Pur non avendo presentato in questo articolo i risultati relativi alle fasi più antiche di frequentazione della dorsale, è evidente anche per l’età postmedievale che il progetto archeologico descritto ha contribuito a restituire una dimensione diacronica ad un’area di alta quota che, per la povertà delle risorse offerte e la difficoltà di fruirne, potrebbe essere definita un “paesaggio senza tempo”, e cioè senza storia. Paradossalmente, la dorsale tra Montefalcone e Cima Marana si è rivelata, alla luce dell’indagine pluridisciplinare svolta, non solo crocevia di contatti tra zone confinarie e oggetto di interessi e contese da parte di più attori, anche molto autorevoli – la Repubblica di Venezia, i nobili Trissino e Piovene, i vari Comuni fino a giungere ai poveri vacari e pastori – che intendevano sfruttarne le risorse tipiche di pascolo e bosco secondo una visione della storia da long durée; ma anche teatro di scontri aperti da histoire événementiel. Il progetto archeologico ha dunque permesso di riconoscere la centralità di questa area montana nel tempo, come centrale e purtroppo generalmente misconosciuto nel nostro Paese è il ruolo delle alte quote; la costituzione di un’Archeovia di Monte Campetto, secondo un progetto di valorizzazione dei rinvenimenti fatti che abbiamo formulato ed è stato approvato dalla Regione Veneto che lo co-finanzierà insieme ai Comuni di Recoaro e Crespadoro, speriamo contribuisca a restituire alla dorsale Montefalcone-Cima Marana l’importanza che già gli antichi le avevano attribuito.

Archeologia di montagna: il progetto Recoaro

MIGLIAVACCA M.
2012-01-01

Abstract

Pur non avendo presentato in questo articolo i risultati relativi alle fasi più antiche di frequentazione della dorsale, è evidente anche per l’età postmedievale che il progetto archeologico descritto ha contribuito a restituire una dimensione diacronica ad un’area di alta quota che, per la povertà delle risorse offerte e la difficoltà di fruirne, potrebbe essere definita un “paesaggio senza tempo”, e cioè senza storia. Paradossalmente, la dorsale tra Montefalcone e Cima Marana si è rivelata, alla luce dell’indagine pluridisciplinare svolta, non solo crocevia di contatti tra zone confinarie e oggetto di interessi e contese da parte di più attori, anche molto autorevoli – la Repubblica di Venezia, i nobili Trissino e Piovene, i vari Comuni fino a giungere ai poveri vacari e pastori – che intendevano sfruttarne le risorse tipiche di pascolo e bosco secondo una visione della storia da long durée; ma anche teatro di scontri aperti da histoire événementiel. Il progetto archeologico ha dunque permesso di riconoscere la centralità di questa area montana nel tempo, come centrale e purtroppo generalmente misconosciuto nel nostro Paese è il ruolo delle alte quote; la costituzione di un’Archeovia di Monte Campetto, secondo un progetto di valorizzazione dei rinvenimenti fatti che abbiamo formulato ed è stato approvato dalla Regione Veneto che lo co-finanzierà insieme ai Comuni di Recoaro e Crespadoro, speriamo contribuisca a restituire alla dorsale Montefalcone-Cima Marana l’importanza che già gli antichi le avevano attribuito.
2012
archaeology, mountain landscape, postmedieval archaeology
archeologia, pesaggi montani, archeologia di montagna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1027482
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