Il saggio, riprendendo anche contenuti letterari (Rilke, Camus) e filosofici (Arendt, Platone), riflette sulla 'separazione' e la conseguente solitudine da tutti vissuta durante il lockdown per il Covid. In realtà la pandemia ha imposto una modalità dell'essere soli (come isolati e separati), tanto difficile perché vissuto dall'unica prospettiva solipsistico-autoreferenziale dell'individualismo impostoci dal sistema produrre-consumare-godere. La pandemia lo ha completamente scardinato, imponendoci una separazione nuova, la sola possibile per essere davvero 'insieme', e la necessità di riflettere anche sulla nostra fragilità e mortalità: cosa possibile solo teorizzando e rivendicando (finalmente e perfino come un diritto) una solitudine nuova, rasserenante perché realistica (rispetto ai limiti oggettivi del nostro stesso vivere) e perché capace di 'ri-connetterci' davvero e profondamente con tutti gli altri esseri umani.
Il virus delle solitudini
Linda Napolitano
2020-01-01
Abstract
Il saggio, riprendendo anche contenuti letterari (Rilke, Camus) e filosofici (Arendt, Platone), riflette sulla 'separazione' e la conseguente solitudine da tutti vissuta durante il lockdown per il Covid. In realtà la pandemia ha imposto una modalità dell'essere soli (come isolati e separati), tanto difficile perché vissuto dall'unica prospettiva solipsistico-autoreferenziale dell'individualismo impostoci dal sistema produrre-consumare-godere. La pandemia lo ha completamente scardinato, imponendoci una separazione nuova, la sola possibile per essere davvero 'insieme', e la necessità di riflettere anche sulla nostra fragilità e mortalità: cosa possibile solo teorizzando e rivendicando (finalmente e perfino come un diritto) una solitudine nuova, rasserenante perché realistica (rispetto ai limiti oggettivi del nostro stesso vivere) e perché capace di 'ri-connetterci' davvero e profondamente con tutti gli altri esseri umani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.