Lascia ch’io pianga. Il masochismo tra cinema, filosofia e psicoanalisi

La filosofia non ha senso, scava nel senso. Forse è questo il motivo per cui questo libro, che si spinge nei più tetri meandri della perversione, finisce per parlare d’amore. È stato come per errore che l’amore è emerso da tutti i saggi chiamati qui a confrontarsi come unica costante. Certo il sostrato teoretico che li ha guidati e attraversati ha fatto dell’immagine filmica quel luogo dove filosofia e psicoanalisi possono dialogare su ciò che da sempre non possono afferrare, ma ciò che davvero si è fatto immagine per quello specchio dove filosofia e psicoanalisi si guardano senza riconoscersi è stata l’immagine dell’amore. Frutto di un crocevia di saperi che si intersecano e si interrogano nel tentativo di afferrare ciò che di reale ci viene offerto, non tanto dalla perversione, quanto dal nostro rapporto con essa, questo libro si offre dunque al lettore come un vero e proprio specchio attraverso cui certamente riflettere su cinema, filosofia e psicoanalisi, e dove trovare riflesso un frammento di sé – sia questo perverso (o innamorato).