È limitato e di esclusivo carattere erudito l’interesse dei principali teorici e critici ‘arcadici’ per l’opera frezziana: Fontanini, Muratori, Crescimbeni, Zeno, Orlandi, Salvini, Quadrio, Tiraboschi insistono a lungo e quasi soltanto sulla questione della paternità del Quadriregio (Niccolò Malpigli o Federigo Frezzi). La disputa, innescata da Ovidio Montalbani nel 1660, si protrae anche dopo la sua risoluzione a favore del Frezzi, decisa dalla Dissertazione apologetica di Pietro Canneti (1724) e dall’edizione folignate dell’opera ad opera dei locali Accademici Rinvigoriti (1725); e si incrocia con questioni erudite minori, quali l’esatta forma del titolo (Quatriregnio in luogo di Quatriregio) e l’attribuzione errata al Frezzi di una Cosmografia (in realtà, il Dittamondo di Fazio degli Uberti). Nessun tentativo di caratterizzazione critica, salvo una stereotipa e generica affermazione del pregio dell’imitazione dantesca derivante da un vecchio giudizio del Corbinelli (1595). Sole eccezioni Giuseppe Baretti, che annovera il Frezzi tra le «epiche glorie della nostra contrada», in funzione antifrancese, ma ne censura l’eccessivo allegorismo, e il Vincenzo Monti lessicografo della Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca
Il Quadriregio nei giudizi dei principali teorici e critici arcadici
C. VIOLA
2020-01-01
Abstract
È limitato e di esclusivo carattere erudito l’interesse dei principali teorici e critici ‘arcadici’ per l’opera frezziana: Fontanini, Muratori, Crescimbeni, Zeno, Orlandi, Salvini, Quadrio, Tiraboschi insistono a lungo e quasi soltanto sulla questione della paternità del Quadriregio (Niccolò Malpigli o Federigo Frezzi). La disputa, innescata da Ovidio Montalbani nel 1660, si protrae anche dopo la sua risoluzione a favore del Frezzi, decisa dalla Dissertazione apologetica di Pietro Canneti (1724) e dall’edizione folignate dell’opera ad opera dei locali Accademici Rinvigoriti (1725); e si incrocia con questioni erudite minori, quali l’esatta forma del titolo (Quatriregnio in luogo di Quatriregio) e l’attribuzione errata al Frezzi di una Cosmografia (in realtà, il Dittamondo di Fazio degli Uberti). Nessun tentativo di caratterizzazione critica, salvo una stereotipa e generica affermazione del pregio dell’imitazione dantesca derivante da un vecchio giudizio del Corbinelli (1595). Sole eccezioni Giuseppe Baretti, che annovera il Frezzi tra le «epiche glorie della nostra contrada», in funzione antifrancese, ma ne censura l’eccessivo allegorismo, e il Vincenzo Monti lessicografo della Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della CruscaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.