Il poeta e medico Jacques Grévin si vuole, sulle tracce di Ronsard, alla ricerca di una ‘muse perfette’ che sappia unire poesia e scienza. Il contributo si propone di analizzare questo programma poetico «grand et difficille», alla maniera di Lucrezio e del suo De rerum natura, nel quale è possibile ritrovare tutti gli elementi del mondo: piante, metalli, pesci, uccelli, astri. Lo studio dei poemi, dei paratesti e delle traduzioni di Grévin è al centro delle riflessioni di Rosanna Gorris Camos, che studia i paratesti dei Trattati sull’antimonio per giungere a ricostruire la biblioteca ‘fantasma’ del poeta, fatta di “muse sacre”, “muse profane” e “muse sapienti”, da Nicandro a Galeno, da Platone a Dubois, da Ilario di Poitiers a Dante, passando per Jean de Gorris. L’articolo rileva inoltre nei paratesti delle opere scientifiche, in particolare nella prefazione, mai studiata finora, al Second Discours sur les vertus et facultez de l’antimoine, gli elementi costitutivi della “poesia cosmica” di Jacques Grévin, mettendo in luce la sua ricerca di un linguaggio poetico nuovo, al crocevia tra scienza e letteratura, forma e conoscenza. Per il medico-poeta, per il medico-filosofo, la poesia è infatti uno strumento di indagine, come egli stesso dice nei suoi versi, che permette di far emergere ciò che Dio ha nascosto nella natura, comprese le radici delle piante e le loro facoltà terapeutiche o velenose. Il presente contributo getta una luce nuova sull’importante figura di Jacques Grévin, inserito in una lignée di poeti-scienziati che ha origine nell’Antichità, e si oppone alla vulgata della critica che vede come due entità separate la sua produzione poetica e quella scientifica.

« Une Muse perfette »: Jacques Grévin entre poésie, science et religion

Rosanna Gorris
2019-01-01

Abstract

Il poeta e medico Jacques Grévin si vuole, sulle tracce di Ronsard, alla ricerca di una ‘muse perfette’ che sappia unire poesia e scienza. Il contributo si propone di analizzare questo programma poetico «grand et difficille», alla maniera di Lucrezio e del suo De rerum natura, nel quale è possibile ritrovare tutti gli elementi del mondo: piante, metalli, pesci, uccelli, astri. Lo studio dei poemi, dei paratesti e delle traduzioni di Grévin è al centro delle riflessioni di Rosanna Gorris Camos, che studia i paratesti dei Trattati sull’antimonio per giungere a ricostruire la biblioteca ‘fantasma’ del poeta, fatta di “muse sacre”, “muse profane” e “muse sapienti”, da Nicandro a Galeno, da Platone a Dubois, da Ilario di Poitiers a Dante, passando per Jean de Gorris. L’articolo rileva inoltre nei paratesti delle opere scientifiche, in particolare nella prefazione, mai studiata finora, al Second Discours sur les vertus et facultez de l’antimoine, gli elementi costitutivi della “poesia cosmica” di Jacques Grévin, mettendo in luce la sua ricerca di un linguaggio poetico nuovo, al crocevia tra scienza e letteratura, forma e conoscenza. Per il medico-poeta, per il medico-filosofo, la poesia è infatti uno strumento di indagine, come egli stesso dice nei suoi versi, che permette di far emergere ciò che Dio ha nascosto nella natura, comprese le radici delle piante e le loro facoltà terapeutiche o velenose. Il presente contributo getta una luce nuova sull’importante figura di Jacques Grévin, inserito in una lignée di poeti-scienziati che ha origine nell’Antichità, e si oppone alla vulgata della critica che vede come due entità separate la sua produzione poetica e quella scientifica.
2019
978-2600058322
Letteratura francese del Rinascimento
Jacques Grévin
Letteratura e Scienza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1008877
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