The present research project concerns the topic of cross-border collective redress in the employment context under European Union (EU) law, examined using a comprehensive approach. Indeed, among the remedies for the effective protection and enforcement of workers’ rights, collective actions, which include forms of industrial action and collective redress procedure, may be resorted to by workers or their representative organisations. The analysis initially focuses on the protection of the fundamental right to collective action vis-à-vis the economic freedoms on the basis of the Court of Justice case law and its interpretation of the principles of effectiveness and proportionality, and in light of Article 28 of the EU Charter of Fundamental Rights. The precedence of the economic integration pillars appears to have prejudiced the protection of social rights within the EU, although their fundamental nature is recognised and they are included in European and international human rights’ charters. Social rights have been undermined even in times of financial-economic crisis, raising questions about the legitimacy of the austerity measures that have affected the national social systems. In this case, the competence of the Court to safeguard fundamental rights has been challenged. The legal framework for the protection of workers in Europe provides for the implementation of the main principles enshrined in EU primary law regarding the free movement of workers by establishing public enforcement procedures and recognising the right to act collectively, even in judicial proceedings. In view of increasing labour mobility, difficulties in regulating peculiar situations have emerged with regard to posted workers, who only temporarily engage in employment activities abroad in the framework of the cross-border provision of services. The legislation on transnational posting, consisting of two directives, provides for substantive elements, i.e. minimum standards of work terms and conditions, as well as procedural rules aimed at protecting posted workers from abuse and combatting social dumping. Alongside the mechanisms of control involving national authorities, the right to act individually or through trade unions or similar entities is envisaged. Member States are called upon to ensure in order to guarantee the protection of rights, collective redress is considered, in general, to be a viable means for reasons of procedural economy and efficiency of enforcement. Relevant studies and legislative developments are still in progress, including the European Commission’s initiatives on common principles for collective redress procedures, although they are non-binding. The adopted horizontal approach, which principally refers to consumer protection, but also to antitrust and environmental law, is aimed at raising awareness of this procedural remedy, which may even be resorted to in the employment context by virtue of the right to collective action as guaranteed in EU law. Whenever disputes are characterised by transnational implications, private international law instruments are to be applied. Considering the relevant EU regulations addressing, among other issues, employment matters, remarks on the connecting criteria and the applicability of existing rules to collective redress procedures are put forward with particular regard to the employment context. As to the jurisdictional and conflict of laws provisions, the collective dimension does not appear to have found room in light of the jurisprudential tendencies and the observations of the European institutions submitted within the law making processes, thus necessitating specific rules, whether generally or pursuant to a sector-specific approach. Against this background, the concluding considerations and recommendations address the opportunity to include in the relevant EU legislation specific provisions related to the right to collective action and to cross-border collective redress.

Il progetto di ricerca riguarda il tema del ricorso collettivo di carattere transfrontaliero in materia di lavoro nel diritto dell’Unione europea (UE) e viene affrontato secondo un approccio che racchiude diverse prospettive. Infatti, nell’ambito dei rimedi volti ad assicurare la protezione dei diritti dei lavoratori, gli stessi lavoratori o le organizzazioni rappresentative possono promuovere azioni collettive, che comprendono forme di sciopero e procedure di ricorso collettivo. L’analisi si concentra inizialmente sulla tutela del diritto fondamentale all’azione collettiva, soggetto al bilanciamento con le libertà economiche, in base alla giurisprudenza della Corte di giustizia e della sua interpretazione dei principi di effettività e proporzionalità, e alla luce della disposizione di cui all’articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali. È stata riconosciuta la prevalenza delle libertà volte a realizzare l’integrazione economica, pregiudicando in tal modo la protezione dei diritti sociali all’interno dell’UE, sebbene sia stata affermata la loro natura fondamentale e siano contenuti in strumenti europei e internazionali dedicati alla tutela dei diritti umani. L’affievolimento dei diritti sociali si è verificato anche nel contesto della crisi economico-finanziaria, dove sono state sollevate questioni circa la legittimità delle misure di austerità che hanno inciso sui sistemi sociali nazionali. In questo contesto, la competenza e il ruolo della Corte nella salvaguardia dei diritti fondamentali sono stati criticati. Il quadro giuridico relativo alla protezione dei lavoratori in Europa è finalizzato a dare attuazione ai principi fondamentali sanciti dal diritto primario dell’UE in materia di libera circolazione dei lavoratori, stabilendo procedure di esecuzione pubblica e riconoscendo il diritto di agire anche in procedimenti giudiziari. In considerazione dell’aumento della mobilità del lavoro si sono registrate difficoltà di regolamentazione delle situazioni peculiari che interessano i lavoratori distaccati, i quali svolgono solo temporaneamente attività lavorative all’estero nell’ambito della libera circolazione dei servizi. La legislazione sul distacco transfrontaliero, contenuta in due direttive, prevede elementi sostanziali, vale a dire norme minime in materia di condizioni e termini di lavoro, nonché regole procedurali, volte a proteggere i lavoratori distaccati e a combattere il social dumping. Accanto ai meccanismi di controllo che coinvolgono le autorità nazionali, è stabilito il diritto di agire individualmente oppure rappresentati da organizzazioni sindacali o simili. Tra i rimedi effettivi che gli Stati membri devono offrire ai fini di tutelare i diritti dei lavoratori, il ricorso collettivo può essere ritenuto un efficace strumento anche per ragioni di economia e di efficienza processuale. Il tema è oggetto di studi e sviluppi legislativi, tra cui rilevano le iniziative della Commissione europea sui principi comuni applicabili ai meccanismi di ricorso collettivo, seppur non vincolanti. Principalmente riferito alla tutela dei consumatori, ma anche in materia di antitrust e di diritto ambientale, l’approccio orizzontale che è stato proposto appare utile per promuovere un’azione europea relativa al ricorso collettivo, che potrebbe ugualmente essere ricondotto nell’ambito del diritto di lavoro in virtù del riconoscimento del diritto all’azione collettiva nella legislazione europea rilevante. Qualora le controversie siano caratterizzate da implicazioni transnazionali, gli strumenti di diritto internazionale privato devono trovare applicazione. Considerando i rilevanti regolamenti dell’UE che disciplinano, tra le altre, questioni legate ai contratti di lavoro, vengono valutati i criteri di collegamento e la possibile applicazione delle disposizioni alle procedure di ricorso collettivo in materia di lavoro. Per quanto riguarda le norme sui conflitti di giurisdizione e di leggi, alla luce della tendenza giurisprudenziale e delle osservazioni avanzate dalle istituzioni europee nell’ambito dei processi legislativi, la dimensione collettiva sembra non trovare spazio, richiedendo quindi regole specifiche da applicare in generale o in settori specifici. Alla luce di quanto sopra, considerazioni conclusive e proposte di modifica affrontano l’opportunità di inserire nella legislazione rilevante disposizioni specifiche relative al diritto all’azione collettiva e al ricorso collettivo transfrontaliero attraverso un’interpretazione sistematica del diritto dell’UE.

Cross-border Collective Redress in the Employment Context under European Union Law

Peraro, Cinzia
2018-01-01

Abstract

The present research project concerns the topic of cross-border collective redress in the employment context under European Union (EU) law, examined using a comprehensive approach. Indeed, among the remedies for the effective protection and enforcement of workers’ rights, collective actions, which include forms of industrial action and collective redress procedure, may be resorted to by workers or their representative organisations. The analysis initially focuses on the protection of the fundamental right to collective action vis-à-vis the economic freedoms on the basis of the Court of Justice case law and its interpretation of the principles of effectiveness and proportionality, and in light of Article 28 of the EU Charter of Fundamental Rights. The precedence of the economic integration pillars appears to have prejudiced the protection of social rights within the EU, although their fundamental nature is recognised and they are included in European and international human rights’ charters. Social rights have been undermined even in times of financial-economic crisis, raising questions about the legitimacy of the austerity measures that have affected the national social systems. In this case, the competence of the Court to safeguard fundamental rights has been challenged. The legal framework for the protection of workers in Europe provides for the implementation of the main principles enshrined in EU primary law regarding the free movement of workers by establishing public enforcement procedures and recognising the right to act collectively, even in judicial proceedings. In view of increasing labour mobility, difficulties in regulating peculiar situations have emerged with regard to posted workers, who only temporarily engage in employment activities abroad in the framework of the cross-border provision of services. The legislation on transnational posting, consisting of two directives, provides for substantive elements, i.e. minimum standards of work terms and conditions, as well as procedural rules aimed at protecting posted workers from abuse and combatting social dumping. Alongside the mechanisms of control involving national authorities, the right to act individually or through trade unions or similar entities is envisaged. Member States are called upon to ensure in order to guarantee the protection of rights, collective redress is considered, in general, to be a viable means for reasons of procedural economy and efficiency of enforcement. Relevant studies and legislative developments are still in progress, including the European Commission’s initiatives on common principles for collective redress procedures, although they are non-binding. The adopted horizontal approach, which principally refers to consumer protection, but also to antitrust and environmental law, is aimed at raising awareness of this procedural remedy, which may even be resorted to in the employment context by virtue of the right to collective action as guaranteed in EU law. Whenever disputes are characterised by transnational implications, private international law instruments are to be applied. Considering the relevant EU regulations addressing, among other issues, employment matters, remarks on the connecting criteria and the applicability of existing rules to collective redress procedures are put forward with particular regard to the employment context. As to the jurisdictional and conflict of laws provisions, the collective dimension does not appear to have found room in light of the jurisprudential tendencies and the observations of the European institutions submitted within the law making processes, thus necessitating specific rules, whether generally or pursuant to a sector-specific approach. Against this background, the concluding considerations and recommendations address the opportunity to include in the relevant EU legislation specific provisions related to the right to collective action and to cross-border collective redress.
2018
cross-border collective redress, employment context, fundamental social rights, European Union law, private and procedural international law
ricorso collettivo transfrontaliero, lavoro, diritti sociali fondamentali, diritto dell'Unione europea, diritto internazionale privato e processuale
Il progetto di ricerca riguarda il tema del ricorso collettivo di carattere transfrontaliero in materia di lavoro nel diritto dell’Unione europea (UE) e viene affrontato secondo un approccio che racchiude diverse prospettive. Infatti, nell’ambito dei rimedi volti ad assicurare la protezione dei diritti dei lavoratori, gli stessi lavoratori o le organizzazioni rappresentative possono promuovere azioni collettive, che comprendono forme di sciopero e procedure di ricorso collettivo. L’analisi si concentra inizialmente sulla tutela del diritto fondamentale all’azione collettiva, soggetto al bilanciamento con le libertà economiche, in base alla giurisprudenza della Corte di giustizia e della sua interpretazione dei principi di effettività e proporzionalità, e alla luce della disposizione di cui all’articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali. È stata riconosciuta la prevalenza delle libertà volte a realizzare l’integrazione economica, pregiudicando in tal modo la protezione dei diritti sociali all’interno dell’UE, sebbene sia stata affermata la loro natura fondamentale e siano contenuti in strumenti europei e internazionali dedicati alla tutela dei diritti umani. L’affievolimento dei diritti sociali si è verificato anche nel contesto della crisi economico-finanziaria, dove sono state sollevate questioni circa la legittimità delle misure di austerità che hanno inciso sui sistemi sociali nazionali. In questo contesto, la competenza e il ruolo della Corte nella salvaguardia dei diritti fondamentali sono stati criticati. Il quadro giuridico relativo alla protezione dei lavoratori in Europa è finalizzato a dare attuazione ai principi fondamentali sanciti dal diritto primario dell’UE in materia di libera circolazione dei lavoratori, stabilendo procedure di esecuzione pubblica e riconoscendo il diritto di agire anche in procedimenti giudiziari. In considerazione dell’aumento della mobilità del lavoro si sono registrate difficoltà di regolamentazione delle situazioni peculiari che interessano i lavoratori distaccati, i quali svolgono solo temporaneamente attività lavorative all’estero nell’ambito della libera circolazione dei servizi. La legislazione sul distacco transfrontaliero, contenuta in due direttive, prevede elementi sostanziali, vale a dire norme minime in materia di condizioni e termini di lavoro, nonché regole procedurali, volte a proteggere i lavoratori distaccati e a combattere il social dumping. Accanto ai meccanismi di controllo che coinvolgono le autorità nazionali, è stabilito il diritto di agire individualmente oppure rappresentati da organizzazioni sindacali o simili. Tra i rimedi effettivi che gli Stati membri devono offrire ai fini di tutelare i diritti dei lavoratori, il ricorso collettivo può essere ritenuto un efficace strumento anche per ragioni di economia e di efficienza processuale. Il tema è oggetto di studi e sviluppi legislativi, tra cui rilevano le iniziative della Commissione europea sui principi comuni applicabili ai meccanismi di ricorso collettivo, seppur non vincolanti. Principalmente riferito alla tutela dei consumatori, ma anche in materia di antitrust e di diritto ambientale, l’approccio orizzontale che è stato proposto appare utile per promuovere un’azione europea relativa al ricorso collettivo, che potrebbe ugualmente essere ricondotto nell’ambito del diritto di lavoro in virtù del riconoscimento del diritto all’azione collettiva nella legislazione europea rilevante. Qualora le controversie siano caratterizzate da implicazioni transnazionali, gli strumenti di diritto internazionale privato devono trovare applicazione. Considerando i rilevanti regolamenti dell’UE che disciplinano, tra le altre, questioni legate ai contratti di lavoro, vengono valutati i criteri di collegamento e la possibile applicazione delle disposizioni alle procedure di ricorso collettivo in materia di lavoro. Per quanto riguarda le norme sui conflitti di giurisdizione e di leggi, alla luce della tendenza giurisprudenziale e delle osservazioni avanzate dalle istituzioni europee nell’ambito dei processi legislativi, la dimensione collettiva sembra non trovare spazio, richiedendo quindi regole specifiche da applicare in generale o in settori specifici. Alla luce di quanto sopra, considerazioni conclusive e proposte di modifica affrontano l’opportunità di inserire nella legislazione rilevante disposizioni specifiche relative al diritto all’azione collettiva e al ricorso collettivo transfrontaliero attraverso un’interpretazione sistematica del diritto dell’UE.
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Descrizione: Cinzia Peraro - PhD Thesis
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