Questo lavoro si propone di indagare i rimedi predisposti dall’ordinamento italiano in relazione agli “illeciti efficienti” o “lucrativi”, alla luce dell’evoluzione europea e con l’ausilio di un confronto con l’esperienza tedesca. L’espressione designa tutte le eterogenee ipotesi di lesione di una situazione giuridica altrui, che si rivelano economicamente convenienti per chi le compie, consentendogli di ottenere un ricavo superiore al danno, patrimoniale e non patrimoniale, che è chiamato a risarcire. Il dibattito sul tema, pur essendosi avvalso, nel corso dei decenni, di autorevoli contributi, non sembra giunto ad un approdo definitivo: ciò è frutto, primariamente, della complessità del fenomeno, che mal si presta ad una soluzione unitaria e, in secondo luogo, dell’impatto di alcune modifiche legislative, che hanno interessato alcune specifiche aree del diritto privato. La prospettiva d’indagine adottata valorizza il diritto positivo vigente anche alla luce di tali modifiche. Vengono in rilievo, in particolare, gli artt. 158 l. dir. aut. e 125 cod. propr. ind., come riscritti dal d.lgs. 140/2006, in attuazione dell’art. 13 dir. 2004/48/CE (c.d. Enforcement), i quali, da un lato hanno sancito espressamente la rilevanza del profitto del danneggiante nel calcolo del risarcimento del danno e, dall’altro lato, hanno codificato l’autonomo strumento della reversione degli utili (art. 125, co. 3°, cod. propr. ind.). Queste norme vengono studiate in controluce alla ormai secolare esperienza tedesca della dreifache Schadensberechnungsmethode, nella quale il Verletzergewinn aveva già un ruolo di primo piano nella quantificazione dell’obbligazione risarcitoria. Evidenziato il molteplice ruolo che assume l’utile dell’autore della violazione nell’assetto rimediale, la ricerca si propone di fornire un inquadramento sistematico alle diverse pretese a disposizione del titolare del diritto leso che riguardano tale utile. Lo studio esamina, in particolare, le potenzialità e i limiti degli istituti rilevanti del diritto civile generale (principalmente: arricchimento senza causa, gestione d’affari altrui e risarcimento del danno), tentando di ricostruire il complesso panorama di proposte formulate dalla dottrina contemporanea e avvalendosi, all’uopo, di spunti di riflessione che pervengono dall’analisi della corrispondente disciplina tedesca. Oggetto di specifico approfondimento è la reversione degli utili introdotta dall’art. 125, co. 3°, cod. propr. ind.: vengono studiati, in particolare, i tratti distintivi, i presupposti essenziali e i profili funzionali di questo innovativo rimedio, dalla cui prospettiva si tenta di dare soluzione alle questioni poste dalla prassi in relazione al rilievo dell’elemento soggettivo e della quantificazione del profitto oggetto di “restituzione”. L’analisi è tesa, infine, alla verifica dell’estensibilità analogica delle norme esaminate alle aree attigue del diritto privato e del diritto civile generale, dove pure si pone il problema dell’illecito lucrativo. Si sono scelte, più specificamente, oltre al diritto d’autore, tre aree esemplificative su cui impostare il discorso: le immissioni illecite, lo sfruttamento abusivo del bene materiale di proprietà altrui e la lesione dei diritti della personalità. Tale verifica presuppone l’accertamento della sostenibilità, sul piano teorico, della proposta di estendere l’applicazione di norme di un diritto privato speciale al diritto civile generale.

I rimedi civilistici all'illecito "lucrativo". Un'analisi del diritto privato italiano, speciale e generale, alla luce dell'esperienza tedesca e dell'armonizzazione europea

Gatti Stefano
2018-01-01

Abstract

Questo lavoro si propone di indagare i rimedi predisposti dall’ordinamento italiano in relazione agli “illeciti efficienti” o “lucrativi”, alla luce dell’evoluzione europea e con l’ausilio di un confronto con l’esperienza tedesca. L’espressione designa tutte le eterogenee ipotesi di lesione di una situazione giuridica altrui, che si rivelano economicamente convenienti per chi le compie, consentendogli di ottenere un ricavo superiore al danno, patrimoniale e non patrimoniale, che è chiamato a risarcire. Il dibattito sul tema, pur essendosi avvalso, nel corso dei decenni, di autorevoli contributi, non sembra giunto ad un approdo definitivo: ciò è frutto, primariamente, della complessità del fenomeno, che mal si presta ad una soluzione unitaria e, in secondo luogo, dell’impatto di alcune modifiche legislative, che hanno interessato alcune specifiche aree del diritto privato. La prospettiva d’indagine adottata valorizza il diritto positivo vigente anche alla luce di tali modifiche. Vengono in rilievo, in particolare, gli artt. 158 l. dir. aut. e 125 cod. propr. ind., come riscritti dal d.lgs. 140/2006, in attuazione dell’art. 13 dir. 2004/48/CE (c.d. Enforcement), i quali, da un lato hanno sancito espressamente la rilevanza del profitto del danneggiante nel calcolo del risarcimento del danno e, dall’altro lato, hanno codificato l’autonomo strumento della reversione degli utili (art. 125, co. 3°, cod. propr. ind.). Queste norme vengono studiate in controluce alla ormai secolare esperienza tedesca della dreifache Schadensberechnungsmethode, nella quale il Verletzergewinn aveva già un ruolo di primo piano nella quantificazione dell’obbligazione risarcitoria. Evidenziato il molteplice ruolo che assume l’utile dell’autore della violazione nell’assetto rimediale, la ricerca si propone di fornire un inquadramento sistematico alle diverse pretese a disposizione del titolare del diritto leso che riguardano tale utile. Lo studio esamina, in particolare, le potenzialità e i limiti degli istituti rilevanti del diritto civile generale (principalmente: arricchimento senza causa, gestione d’affari altrui e risarcimento del danno), tentando di ricostruire il complesso panorama di proposte formulate dalla dottrina contemporanea e avvalendosi, all’uopo, di spunti di riflessione che pervengono dall’analisi della corrispondente disciplina tedesca. Oggetto di specifico approfondimento è la reversione degli utili introdotta dall’art. 125, co. 3°, cod. propr. ind.: vengono studiati, in particolare, i tratti distintivi, i presupposti essenziali e i profili funzionali di questo innovativo rimedio, dalla cui prospettiva si tenta di dare soluzione alle questioni poste dalla prassi in relazione al rilievo dell’elemento soggettivo e della quantificazione del profitto oggetto di “restituzione”. L’analisi è tesa, infine, alla verifica dell’estensibilità analogica delle norme esaminate alle aree attigue del diritto privato e del diritto civile generale, dove pure si pone il problema dell’illecito lucrativo. Si sono scelte, più specificamente, oltre al diritto d’autore, tre aree esemplificative su cui impostare il discorso: le immissioni illecite, lo sfruttamento abusivo del bene materiale di proprietà altrui e la lesione dei diritti della personalità. Tale verifica presuppone l’accertamento della sostenibilità, sul piano teorico, della proposta di estendere l’applicazione di norme di un diritto privato speciale al diritto civile generale.
2018
Responsabilità civile, illecito civile lucrativo, utili dell'autore della violazione, criteri di quantificazione del danno, reversione degli utili
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Tesi di Dottorato Stefano Gatti 28.03.2018 .pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/977065
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