Published in 1713, Wolff’s Vernünfftige Gedancken von den Kräfften des menschlichen Verstandes und ihren richtigen Gebrauche in Erkäntnis der Wahrheit is a central work, both in relation to Wolff’s philosophical thought, and in relation to the German philosophical-cultural context. The Deutsche Logik is rooted in that conception of logic as the "logic of the faculties" which began with the Logic or the Art de penser (1662) of Arnauld and Nicole and culminated in the "physiology of the human intellect" of Locke’s Essay concerning the human understanding (1690). I focus on some similarities between the Lockean philosophy and the Wolffian one that now emerge, in my opinion, in relation to the hermeneutical problems.

Pubblicati nel 1713, i Vernünfftige Gedancken von den Kräfften des menschlichen Verstandes und ihren richtigen Gebrauche in Erkäntnis der Wahrheit costituiscono un’opera di notevole importanza, sia in relazione alla parabola filosofica di Wolff, sia in rapporto al contesto filosofico-culturale all’interno del quale si situa la sua genesi. La Deutsche Logik si colloca nel punto di intersezione tra due precise istanze: per prima cosa, essa affonda le radici in quella concezione della logica come “logica delle facoltà” (e non solo delle idee e della predicazione) che ebbe il suo inizio nella Logique ou l’Art de penser (1662) dei cartesiani Arnauld e Nicole e culminò nella «fisiologia dell’intelletto umano» (per dirla con Kant) dell’Essay concerning Humane Understanding (1690) di Locke. Mi concentrerò su alcune interessanti affinità tra il pensiero di Locke e quello di Wolff, dovute sia a ragioni estrinseche, sia soprattutto intrinseche, cioè un rapporto continuità e convergenza (spesso non adeguatamente evidenziato dalla storiografia filosofica) tra la filosofia wolffiana e quella lockiana che, se in alcune mie precedenti pubblicazioni era emerso in relazione a determinati nuclei tematici della psicologia empirica e dell’ontologia, emerge ora, a mio avviso, in relazione alle problematiche ermeneutiche.

Verso un’ermeneutica razionale della religione. Riflessioni sull’Essay concerning Humane Understanding di John Locke e la Deutsche Logik di Christian Wolff

POGGI, Davide
2017-01-01

Abstract

Published in 1713, Wolff’s Vernünfftige Gedancken von den Kräfften des menschlichen Verstandes und ihren richtigen Gebrauche in Erkäntnis der Wahrheit is a central work, both in relation to Wolff’s philosophical thought, and in relation to the German philosophical-cultural context. The Deutsche Logik is rooted in that conception of logic as the "logic of the faculties" which began with the Logic or the Art de penser (1662) of Arnauld and Nicole and culminated in the "physiology of the human intellect" of Locke’s Essay concerning the human understanding (1690). I focus on some similarities between the Lockean philosophy and the Wolffian one that now emerge, in my opinion, in relation to the hermeneutical problems.
2017
978-3-487-15621-7
Locke, Wolff, Pietism, Enlightenment, Hermeneutics, Sacred texts, Tolerance, Assent, Opinion,
Locke, Wolff, pietismo, illuminismo, ermeneutica, testo sacro, tolleranza, assenso, opinione, testimonianza
Pubblicati nel 1713, i Vernünfftige Gedancken von den Kräfften des menschlichen Verstandes und ihren richtigen Gebrauche in Erkäntnis der Wahrheit costituiscono un’opera di notevole importanza, sia in relazione alla parabola filosofica di Wolff, sia in rapporto al contesto filosofico-culturale all’interno del quale si situa la sua genesi. La Deutsche Logik si colloca nel punto di intersezione tra due precise istanze: per prima cosa, essa affonda le radici in quella concezione della logica come “logica delle facoltà” (e non solo delle idee e della predicazione) che ebbe il suo inizio nella Logique ou l’Art de penser (1662) dei cartesiani Arnauld e Nicole e culminò nella «fisiologia dell’intelletto umano» (per dirla con Kant) dell’Essay concerning Humane Understanding (1690) di Locke. Mi concentrerò su alcune interessanti affinità tra il pensiero di Locke e quello di Wolff, dovute sia a ragioni estrinseche, sia soprattutto intrinseche, cioè un rapporto continuità e convergenza (spesso non adeguatamente evidenziato dalla storiografia filosofica) tra la filosofia wolffiana e quella lockiana che, se in alcune mie precedenti pubblicazioni era emerso in relazione a determinati nuclei tematici della psicologia empirica e dell’ontologia, emerge ora, a mio avviso, in relazione alle problematiche ermeneutiche.
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