Il presente lavoro si focalizza, anzitutto (Cap. I), sulla progressiva elaborazione della nozione di Servizi Sociali di Interesse Generale (SSIG) ad opera del diritto comunitario e dell’Unione europea, allo scopo di ricostruire le distinzioni concettuali effettuate nell’ambito della più ampia categoria dei Servizi di Interesse Generale (SIG). In secondo luogo, alla luce di tali distinzioni, ripercorrendo le posizioni della Commissione europea e della Corte di giustizia, viene analizzato il quadro normativo risultante dall’approvazione del «Pacchetto Monti-Kroes» e dal successivo «Pacchetto Almunia-Barnier» (Capp. II e III), in specie per gli aspetti concernenti i SSIG e i soggetti chiamati ad erogarli, con particolare riguardo alla disciplina degli aiuti di Stato e al diritto degli appalti pubblici. Dall’analisi delle comunicazioni meno recenti della Commissione in materia, e da talune sentenze della Corte di Lussemburgo, è così emersa la propensione delle istituzioni dell’UE ad applicare ai soggetti non profit le norme sul mercato interno e sulla concorrenza, non badando ai valori che tali soggetti privilegiano nel loro agire: uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale. Tale impostazione, che – come si è notato – alla lunga penalizzerebbe eccessivamente i soggetti del terzo settore e rischierebbe di minare il modello sociale europeo e la stessa coesione sociale e territoriale dell’Unione, è stata rimessa in discussione in seguito all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (quindi dal TUE e dal TFUE) e dal nuovo ruolo che è chiamata a giocare la Carta dei diritti fondamentali, la cui efficacia giuridica è in grado di condurre, sia sul piano giurisprudenziale che su quello normativo, a nuove forme di bilanciamento tra i valori e i principî che caratterizzano l’UE. Il superamento dell’originaria visione della Commissione sui SSIG e la necessità di rielaborare il quadro normativo concernente i SSIG, riconoscendone le peculiarità e alleggerendo gli obblighi discendenti dalla normativa vigente, soprattutto in merito alla disciplina degli aiuti di Stato e al diritto degli appalti pubblici, hanno trovato conferma in occasione dell’elaborazione della nuova strategia per il mercato unico, cui ha attivamente contribuito l’ex Commissario Mario Monti attraverso il suo rapporto al Presidente della Commissione Barroso, presentato a maggio 2010. La Commissione Barroso II, su iniziativa congiunta dei Commissari Almunia e Barnier, ha così finalmente rotto gli indugi, adottando il 20 dicembre 2011 un nuovo «Pacchetto» di misure inteso a dare risposta alle aspettative e alle esigenze di cui s’è detto: il «Pacchetto Almunia-Barnier», appunto, analizzato nel terzo capitolo. Nonostante le nuove misure introdotte, resta però il fatto – come viene evidenziato nelle conclusioni – che occorre pur sempre garantire bilanciamenti eguali tra i valori e i principî dell’UE. E per questo i servizi sociali, per mezzo dei quali i diritti sociali vengono concretizzati, essendo espressione a loro volta di tali valori e principî, devono essere ulteriormente regolati dal diritto dell’Unione e non lasciati soltanto alla giurisprudenza della Corte di giustizia. Altrimenti lo stesso processo di integrazione europea rischia di bloccarsi, essendo legittime le preoccupazioni e le diffidenze dei cittadini degli Stati membri in ordine all’«Europa sociale», che non può fare a meno di uno ius commune europeo anche per i diritti sociali.

I servizi sociali nel processo di integrazione europea

GUIGLIA, Giovanni
2012-01-01

Abstract

Il presente lavoro si focalizza, anzitutto (Cap. I), sulla progressiva elaborazione della nozione di Servizi Sociali di Interesse Generale (SSIG) ad opera del diritto comunitario e dell’Unione europea, allo scopo di ricostruire le distinzioni concettuali effettuate nell’ambito della più ampia categoria dei Servizi di Interesse Generale (SIG). In secondo luogo, alla luce di tali distinzioni, ripercorrendo le posizioni della Commissione europea e della Corte di giustizia, viene analizzato il quadro normativo risultante dall’approvazione del «Pacchetto Monti-Kroes» e dal successivo «Pacchetto Almunia-Barnier» (Capp. II e III), in specie per gli aspetti concernenti i SSIG e i soggetti chiamati ad erogarli, con particolare riguardo alla disciplina degli aiuti di Stato e al diritto degli appalti pubblici. Dall’analisi delle comunicazioni meno recenti della Commissione in materia, e da talune sentenze della Corte di Lussemburgo, è così emersa la propensione delle istituzioni dell’UE ad applicare ai soggetti non profit le norme sul mercato interno e sulla concorrenza, non badando ai valori che tali soggetti privilegiano nel loro agire: uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale. Tale impostazione, che – come si è notato – alla lunga penalizzerebbe eccessivamente i soggetti del terzo settore e rischierebbe di minare il modello sociale europeo e la stessa coesione sociale e territoriale dell’Unione, è stata rimessa in discussione in seguito all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (quindi dal TUE e dal TFUE) e dal nuovo ruolo che è chiamata a giocare la Carta dei diritti fondamentali, la cui efficacia giuridica è in grado di condurre, sia sul piano giurisprudenziale che su quello normativo, a nuove forme di bilanciamento tra i valori e i principî che caratterizzano l’UE. Il superamento dell’originaria visione della Commissione sui SSIG e la necessità di rielaborare il quadro normativo concernente i SSIG, riconoscendone le peculiarità e alleggerendo gli obblighi discendenti dalla normativa vigente, soprattutto in merito alla disciplina degli aiuti di Stato e al diritto degli appalti pubblici, hanno trovato conferma in occasione dell’elaborazione della nuova strategia per il mercato unico, cui ha attivamente contribuito l’ex Commissario Mario Monti attraverso il suo rapporto al Presidente della Commissione Barroso, presentato a maggio 2010. La Commissione Barroso II, su iniziativa congiunta dei Commissari Almunia e Barnier, ha così finalmente rotto gli indugi, adottando il 20 dicembre 2011 un nuovo «Pacchetto» di misure inteso a dare risposta alle aspettative e alle esigenze di cui s’è detto: il «Pacchetto Almunia-Barnier», appunto, analizzato nel terzo capitolo. Nonostante le nuove misure introdotte, resta però il fatto – come viene evidenziato nelle conclusioni – che occorre pur sempre garantire bilanciamenti eguali tra i valori e i principî dell’UE. E per questo i servizi sociali, per mezzo dei quali i diritti sociali vengono concretizzati, essendo espressione a loro volta di tali valori e principî, devono essere ulteriormente regolati dal diritto dell’Unione e non lasciati soltanto alla giurisprudenza della Corte di giustizia. Altrimenti lo stesso processo di integrazione europea rischia di bloccarsi, essendo legittime le preoccupazioni e le diffidenze dei cittadini degli Stati membri in ordine all’«Europa sociale», che non può fare a meno di uno ius commune europeo anche per i diritti sociali.
2012
9788849524437
Servizi sociali; Integrazione europea; Diritti sociali
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