Presenterò in primo luogo in questo intervento qualche osservazione circa i modi in cui è possibile che la pratica della danza - e la riflessione teorica che l'ha accompagnata nell'Europa occidentale nella prima età moderna - abbiano orientato tanto le abitudini del gestire quotidiano quanto le forme della percezione e della descrizione verbale di quel gestire. Proseguirò poi con un accenno al dibattito intorno alla danza che attraversa più ambiti, ma manifesta una presenza particolarmente significativa all'interno della letteratura religiosa fra medioevo e età moderna, quando si discute in sostanza se danzare si possa considerare lecito oppure no per un cristiano. Infine, dato che queste discussioni teoriche accompagnarono fra Cinque e Seicento una serie di provvedimenti proibizionistici da parte di autorità sia ecclesiastiche sia civili, porrò la domanda se la danza sia risultata in maniera significativa, all'epoca, l'oggetto di misure repressive di una qualche efficacia; oppure se non possa risultare euristicamente più proficuo riconoscere la danza stessa, a suo modo, come uno degli strumenti, piuttosto che la vittima, delle pratiche disciplinari che sono venute ridisegnando l'esperienza del corpo in movimento.

La disciplina del corpo e la danza

ARCANGELI, Alessandro
1994-01-01

Abstract

Presenterò in primo luogo in questo intervento qualche osservazione circa i modi in cui è possibile che la pratica della danza - e la riflessione teorica che l'ha accompagnata nell'Europa occidentale nella prima età moderna - abbiano orientato tanto le abitudini del gestire quotidiano quanto le forme della percezione e della descrizione verbale di quel gestire. Proseguirò poi con un accenno al dibattito intorno alla danza che attraversa più ambiti, ma manifesta una presenza particolarmente significativa all'interno della letteratura religiosa fra medioevo e età moderna, quando si discute in sostanza se danzare si possa considerare lecito oppure no per un cristiano. Infine, dato che queste discussioni teoriche accompagnarono fra Cinque e Seicento una serie di provvedimenti proibizionistici da parte di autorità sia ecclesiastiche sia civili, porrò la domanda se la danza sia risultata in maniera significativa, all'epoca, l'oggetto di misure repressive di una qualche efficacia; oppure se non possa risultare euristicamente più proficuo riconoscere la danza stessa, a suo modo, come uno degli strumenti, piuttosto che la vittima, delle pratiche disciplinari che sono venute ridisegnando l'esperienza del corpo in movimento.
1994
Italiano
40
Disciplina dell’anima, disciplina del corpo e disciplina della società tra Medio evo ed età moderna
Bologna
7-9 ottobre 1993
internazionale
P. PRODI, C. PENUTI
P. PRODI, C. PENUTI
il Mulino
Bologna
8815048057
417
436
20
danza; disciplina; corpo
none
Arcangeli, Alessandro
1
04 Contributo in atti di convegno::04.01 Contributo in atti di convegno
273
info:eu-repo/semantics/conferenceObject
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