La percezione dei gitani, dei giudei e dei mori da parte della cultura spagnola fra Cinque e Seicento si riflette nella costruzione dei primi dizionari monolingui, sia a livello di macrostruttura (mediante l’inclusione/esclusione di voci nella nomenclatura del repertorio) sia a livello di microstruttura (mediante la trasmissione delle informazioni lessicografiche ed enciclopediche). L’analisi si concentra, pertanto, sulle voci che direttamente o indirettamente rimandano allo stereotipo del gitano, del judío e del morisco, contenute nei principali repertori lessicografici dei Secoli d’Oro, voci che sono un vero e proprio compendio di caratteristiche negative per le quali le tre minoranze vennero stigmatizzate ed emarginate. Tuttavia, nel difficile rapporto fra la lingua della comunità dominante e le lingue minoritarie si delinea l’ambivalenza del conflitto tra culture: se da un lato i lessicografi diffidano dell’oscura lingua dei gitani, dall’altro ne includono lemmi nei dizionari; se denunciano i moriscos per la loro singolare pronuncia del castigliano, tuttavia riconoscono l’apporto lessicale dell’arabo allo spagnolo; se, infine, disprezzano i giudei per le vane superstizioni dei loro testi sacri, non possono fare a meno di ricondurre la nascita dello spagnolo alla lingua ebraica, considerata madre di tutte.
Gitani, giudei e mori nella lessicografia spagnola dei secoli d'oro
DALLE PEZZE, Francesca
2008-01-01
Abstract
La percezione dei gitani, dei giudei e dei mori da parte della cultura spagnola fra Cinque e Seicento si riflette nella costruzione dei primi dizionari monolingui, sia a livello di macrostruttura (mediante l’inclusione/esclusione di voci nella nomenclatura del repertorio) sia a livello di microstruttura (mediante la trasmissione delle informazioni lessicografiche ed enciclopediche). L’analisi si concentra, pertanto, sulle voci che direttamente o indirettamente rimandano allo stereotipo del gitano, del judío e del morisco, contenute nei principali repertori lessicografici dei Secoli d’Oro, voci che sono un vero e proprio compendio di caratteristiche negative per le quali le tre minoranze vennero stigmatizzate ed emarginate. Tuttavia, nel difficile rapporto fra la lingua della comunità dominante e le lingue minoritarie si delinea l’ambivalenza del conflitto tra culture: se da un lato i lessicografi diffidano dell’oscura lingua dei gitani, dall’altro ne includono lemmi nei dizionari; se denunciano i moriscos per la loro singolare pronuncia del castigliano, tuttavia riconoscono l’apporto lessicale dell’arabo allo spagnolo; se, infine, disprezzano i giudei per le vane superstizioni dei loro testi sacri, non possono fare a meno di ricondurre la nascita dello spagnolo alla lingua ebraica, considerata madre di tutte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.