La prospettiva dell’Infant Research accorda centralità alla matrice relazionale della vita mentale soggettiva (Stern, 2004), evidenziando una precoce connessione tra sviluppo dell’esperienza intersoggettiva - il cui il bambino è in grado di coinvolgersi fin dai primi mesi di vita (Beebe et al., 2005; Lavelli, 2007; Trevarthen, 1998) - e funzionamento mentale (Trevarthen, Aitken, 2001; Tronick, 2005). L’ottica sistemica entro cui si muove sottolinea che anche le più precoci forme d’interazione madre-bambino sono contrassegnate dalla mutualità dell’influenza del comportamento dei partner, in quanto elementi dinamicamente interdipendenti (Fogel, 1993; Sander, 1987), in un processo di regolazione diadica di attenzione e stati affettivi che può favorire, ma anche ostacolare, lo sviluppo delle capacità di autoregolazione e l’organizzazione del senso di sé e delle aspettative sociali del bambino (Beebe, Lachman, 2002). In tal senso, sono stati individuati pattern interattivi più o meno funzionali all’organizzazione del sistema genitore-bambino, con valore predittivo rispetto allo sviluppo mentale infantile (Jaffe et al., 2001; Weinberg, Tronick, 1998). Lo studio dei pattern di regolazione diadica implica un apporto metodologico peculiare, capace di assumere come unità di analisi il funzionamento della diade, ossia di spostare il centro di osservazione dal comportamento del singolo soggetto al processo di scambio comunicativo. Questo spostamento di focus rende necessaria la messa a punto di metodi di osservazione e analisi in linea con l’ipotesi teorica, messa a punto che attualmente, soprattutto nell’ambito dinamico-clinico, non sembra ancora così diffusa (Beebe et al., 2005). Questo simposio si propone di presentare diverse metodologie di osservazione che, pur utilizzando strumenti e tecniche che si rifanno a modelli teorici differenti (sebbene parzialmente sovrapponibili), condividono la centratura sui processi di regolazione intersoggettiva. In particolare, intende focalizzare l’attenzione sul contributo che queste metodologie possono offrire alla comprensione dei pattern d’interazione che riflettono forme disfunzionali di esperienza intersoggettiva. I contributi si susseguono secondo l’età dei bambini coinvolti nelle ricerche. Il primo (Lavelli, Frieri) utilizza un’analisi microgenetica per indagare la relazione tra la qualità dei processi di co-regolazione madre-lattante e le traiettorie di sviluppo della comunicazione faccia-a-faccia nei primi mesi di vita. Il secondo (Riva Crugnola et al.) e il terzo (Carli et al.) indagano la relazione tra modalità di comunicazione/regolazione diadica madre-bambino e qualità dell’attaccamento del bambino focalizzando l’osservazione, rispettivamente, sugli stati affettivi coordinati e non coordinati in diadi con attaccamento materno sicuro e insicuro, e sui pattern di comunicazione diadica, individuati attraverso la Frame Analysis. Il quarto contributo (Scrimin et al.) confronta l’interazione di gioco madre-bambino, codificata nelle sue dimensioni cognitive e affettive, in diadi con bambini oncologici e bambini sani, per esaminare se la condizione di precarietà e sofferenza dei primi influenza la qualità dell’interazione.

L’osservazione dei primi processi intersoggettivi come ponte tra la ricerca e la clinica

LAVELLI, Manuela;
2007-01-01

Abstract

La prospettiva dell’Infant Research accorda centralità alla matrice relazionale della vita mentale soggettiva (Stern, 2004), evidenziando una precoce connessione tra sviluppo dell’esperienza intersoggettiva - il cui il bambino è in grado di coinvolgersi fin dai primi mesi di vita (Beebe et al., 2005; Lavelli, 2007; Trevarthen, 1998) - e funzionamento mentale (Trevarthen, Aitken, 2001; Tronick, 2005). L’ottica sistemica entro cui si muove sottolinea che anche le più precoci forme d’interazione madre-bambino sono contrassegnate dalla mutualità dell’influenza del comportamento dei partner, in quanto elementi dinamicamente interdipendenti (Fogel, 1993; Sander, 1987), in un processo di regolazione diadica di attenzione e stati affettivi che può favorire, ma anche ostacolare, lo sviluppo delle capacità di autoregolazione e l’organizzazione del senso di sé e delle aspettative sociali del bambino (Beebe, Lachman, 2002). In tal senso, sono stati individuati pattern interattivi più o meno funzionali all’organizzazione del sistema genitore-bambino, con valore predittivo rispetto allo sviluppo mentale infantile (Jaffe et al., 2001; Weinberg, Tronick, 1998). Lo studio dei pattern di regolazione diadica implica un apporto metodologico peculiare, capace di assumere come unità di analisi il funzionamento della diade, ossia di spostare il centro di osservazione dal comportamento del singolo soggetto al processo di scambio comunicativo. Questo spostamento di focus rende necessaria la messa a punto di metodi di osservazione e analisi in linea con l’ipotesi teorica, messa a punto che attualmente, soprattutto nell’ambito dinamico-clinico, non sembra ancora così diffusa (Beebe et al., 2005). Questo simposio si propone di presentare diverse metodologie di osservazione che, pur utilizzando strumenti e tecniche che si rifanno a modelli teorici differenti (sebbene parzialmente sovrapponibili), condividono la centratura sui processi di regolazione intersoggettiva. In particolare, intende focalizzare l’attenzione sul contributo che queste metodologie possono offrire alla comprensione dei pattern d’interazione che riflettono forme disfunzionali di esperienza intersoggettiva. I contributi si susseguono secondo l’età dei bambini coinvolti nelle ricerche. Il primo (Lavelli, Frieri) utilizza un’analisi microgenetica per indagare la relazione tra la qualità dei processi di co-regolazione madre-lattante e le traiettorie di sviluppo della comunicazione faccia-a-faccia nei primi mesi di vita. Il secondo (Riva Crugnola et al.) e il terzo (Carli et al.) indagano la relazione tra modalità di comunicazione/regolazione diadica madre-bambino e qualità dell’attaccamento del bambino focalizzando l’osservazione, rispettivamente, sugli stati affettivi coordinati e non coordinati in diadi con attaccamento materno sicuro e insicuro, e sui pattern di comunicazione diadica, individuati attraverso la Frame Analysis. Il quarto contributo (Scrimin et al.) confronta l’interazione di gioco madre-bambino, codificata nelle sue dimensioni cognitive e affettive, in diadi con bambini oncologici e bambini sani, per esaminare se la condizione di precarietà e sofferenza dei primi influenza la qualità dell’interazione.
2007
9788860741257
interazione madre-bambino; pattern di regolazione diadica; metodologie di osservazione
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