Naturalmente crisi è un concetto denso che ha una ricca tradizione semantica. Mi piace ricordare un libretto, un gioiello, La crise, del compianto Jackie Pigeaud, uno straordinario interprete della tradizione del pensiero ippocratico e di molto altro, che ricordava il significato del termine nella tradizione del pensiero medico, e come già Galeno (nel De crisibus) dichiarasse che l’origine del termine era giuridica – la crisi greca è il giudizio, il giudizio come ha luogo e si esprime nel tribunale – e che quindi l’uso medico era una metafora, un prestito, e nel discorso medico si ha a che fare con un “giorno del giudizio”, con dei giorni critici. Pigeaud si chiedeva: chi giudica che cosa? È noto che nella tradizione ippocratica c’erano una serie di condizioni patologiche che presentavano dei giorni critici, dei giorni fissi, con una numerologia molto accorta, che erano il momento in cui qualcosa succedeva nel bene o nel male, in cui il decorso della malattia per il malato aveva una svolta decisiva o in un senso o nell’altro, o nel bene o nel male: cruciali, da questo punto di vista, erano considerati il settimo giorno e i suoi multipli, con un ruolo marcatamente distinto da altri giorni anche limitrofi (come il sesto, che con il suo decorso tende a ingannare).

Gioco e crisi. Qualche osservazione conclusiva

Arcangeli, Alessandro
2023-01-01

Abstract

Naturalmente crisi è un concetto denso che ha una ricca tradizione semantica. Mi piace ricordare un libretto, un gioiello, La crise, del compianto Jackie Pigeaud, uno straordinario interprete della tradizione del pensiero ippocratico e di molto altro, che ricordava il significato del termine nella tradizione del pensiero medico, e come già Galeno (nel De crisibus) dichiarasse che l’origine del termine era giuridica – la crisi greca è il giudizio, il giudizio come ha luogo e si esprime nel tribunale – e che quindi l’uso medico era una metafora, un prestito, e nel discorso medico si ha a che fare con un “giorno del giudizio”, con dei giorni critici. Pigeaud si chiedeva: chi giudica che cosa? È noto che nella tradizione ippocratica c’erano una serie di condizioni patologiche che presentavano dei giorni critici, dei giorni fissi, con una numerologia molto accorta, che erano il momento in cui qualcosa succedeva nel bene o nel male, in cui il decorso della malattia per il malato aveva una svolta decisiva o in un senso o nell’altro, o nel bene o nel male: cruciali, da questo punto di vista, erano considerati il settimo giorno e i suoi multipli, con un ruolo marcatamente distinto da altri giorni anche limitrofi (come il sesto, che con il suo decorso tende a ingannare).
2023
gioco, crisi, metafore
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/1120854
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