This paper questions the possibility of knowing Anatolian languages of fragmentary attestation through secondary sources. After having provided a general discussion on the problems that arise from the use of definitions such as ‘direct’ vs. ‘indirect’ sources, as well as ‘Korpussprachen’, ‘Restsprachen’, and ‘Trümmersprachen’, we will offer a new multidimensional approach to the analysis of linguistic expressions that have reached us through a mediated pathway. For this purpose, one should take into account the different levels of mediation—i.e., chronological, linguistic, philological, and textual—that can be involved in the transmission of a given linguistic form from its original source to the document that actually attests it. An application of our approach will be sourced from analysing some Anatolian (mainly Lydian) glosses found in the Lexicon by Hesychius (5th/6th century CE), in order to show how these different levels of mediation interact in the transmission of non-Greek lexemes into Hesychius’ work as witnessed in the manuscript Venet. Marc. Gr. Z. 622 (ca. 1410–1430 CE)

Questo articolo si interroga sulla possibilità di conoscere le lingue anatoliche di attestazione frammentaria attraverso le fonti secondarie. Dopo aver fornito una discussione generale sui problemi che sorgono dall'uso di definizioni quali “fonti dirette” e “fonti indirette”, nonché “Korpussprachen”, “Restsprachen” e “Trümmersprachen”, offriremo un nuovo approccio multidimensionale all'analisi delle espressioni linguistiche che ci sono giunte attraverso un percorso mediato. A tal fine, occorre prendere in considerazione i diversi livelli di mediazione - cronologica, linguistica, filologica e testuale - che possono essere coinvolti nella trasmissione di una determinata forma linguistica dalla sua fonte originale al documento che la attesta. Un'applicazione del nostro approccio sarà ricavata dall'analisi di alcune glosse anatoliche (principalmente lidio) presenti nel Lessico di Esichio (V/VI secolo d.C.), al fine di mostrare come questi diversi livelli di mediazione interagiscano nella trasmissione di lessemi non greci nell'opera di Esichio, come testimoniato dal manoscritto Marc. Gr. Z. 622 (ca. 1410-1430 d.C.)

“Restsprachen” in ancient Anatolia: Direct and indirect sources, transmission and reconstruction

Stella Merlin;Valerio Pisaniello;Alfredo Rizza
2024-01-01

Abstract

This paper questions the possibility of knowing Anatolian languages of fragmentary attestation through secondary sources. After having provided a general discussion on the problems that arise from the use of definitions such as ‘direct’ vs. ‘indirect’ sources, as well as ‘Korpussprachen’, ‘Restsprachen’, and ‘Trümmersprachen’, we will offer a new multidimensional approach to the analysis of linguistic expressions that have reached us through a mediated pathway. For this purpose, one should take into account the different levels of mediation—i.e., chronological, linguistic, philological, and textual—that can be involved in the transmission of a given linguistic form from its original source to the document that actually attests it. An application of our approach will be sourced from analysing some Anatolian (mainly Lydian) glosses found in the Lexicon by Hesychius (5th/6th century CE), in order to show how these different levels of mediation interact in the transmission of non-Greek lexemes into Hesychius’ work as witnessed in the manuscript Venet. Marc. Gr. Z. 622 (ca. 1410–1430 CE)
2024
978-90-04-69462-0
Lingue di frammentaria attestazione, Lidio, Esichio
Questo articolo si interroga sulla possibilità di conoscere le lingue anatoliche di attestazione frammentaria attraverso le fonti secondarie. Dopo aver fornito una discussione generale sui problemi che sorgono dall'uso di definizioni quali “fonti dirette” e “fonti indirette”, nonché “Korpussprachen”, “Restsprachen” e “Trümmersprachen”, offriremo un nuovo approccio multidimensionale all'analisi delle espressioni linguistiche che ci sono giunte attraverso un percorso mediato. A tal fine, occorre prendere in considerazione i diversi livelli di mediazione - cronologica, linguistica, filologica e testuale - che possono essere coinvolti nella trasmissione di una determinata forma linguistica dalla sua fonte originale al documento che la attesta. Un'applicazione del nostro approccio sarà ricavata dall'analisi di alcune glosse anatoliche (principalmente lidio) presenti nel Lessico di Esichio (V/VI secolo d.C.), al fine di mostrare come questi diversi livelli di mediazione interagiscano nella trasmissione di lessemi non greci nell'opera di Esichio, come testimoniato dal manoscritto Marc. Gr. Z. 622 (ca. 1410-1430 d.C.)
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