Si ricostruisce il contesto dei dipinti d’altare pubblicati nella chiesa dei Minimi veronesi a partire dallo scorcio del Cinquecento fino alle soglie del 1630, anno del gran contagio. Le opere di Santo Creara, Orazio Farinati, Claudio Ridolfi, Dario Pozzo e Pasquale Ottino affrontano temi comuni ad altre chiese dei Minimi, secondo le istanze di un’arte post-tridentina e una sensibilità propria della congregazione fedele allo spirito del fondatore, il taumaturgo sostenitore del quarto voto di quaresima perpetua. Particolare rilievo ha la verifica sulla qualità della tela del Cristo deposto nel sepolcro di Ottino originariamente collocata nel coro e celebrata dagli storiografi veronesi. È stata identificata di recente presso la cattedrale di San Vito a Praga, ma si valuta nell’occasione una copia antica. Si ricostruisce nel suo contenuto iconografico il ciclo perduto delle storie del santo fondatore che vide all’opera a fine Seicento un gruppo di comprimari della pittura veronese caratterizzati da un’esperienza bolognese. Si identifica presso la chiesa la cappella dedicata alla Madonna di Loreto, che ripete per la prima volta in ordine di tempo a Verona il modello della Santa Casa. È ricostruito, infine, lo spettacolare altare maggiore di Orazio Marinali grazie al progetto disegnativo di quello della chiesa di San Giuliano a Vicenza tuttora in loco. Su base documentaria di stabilisce l’indubbia precedenza di quello della chiesa dei Minimi veronesi.

Le opere d’arte già in San Francesco di Paola: dalla chiesa al museo e ritorno

giorgio fossaluzza
2019-01-01

Abstract

Si ricostruisce il contesto dei dipinti d’altare pubblicati nella chiesa dei Minimi veronesi a partire dallo scorcio del Cinquecento fino alle soglie del 1630, anno del gran contagio. Le opere di Santo Creara, Orazio Farinati, Claudio Ridolfi, Dario Pozzo e Pasquale Ottino affrontano temi comuni ad altre chiese dei Minimi, secondo le istanze di un’arte post-tridentina e una sensibilità propria della congregazione fedele allo spirito del fondatore, il taumaturgo sostenitore del quarto voto di quaresima perpetua. Particolare rilievo ha la verifica sulla qualità della tela del Cristo deposto nel sepolcro di Ottino originariamente collocata nel coro e celebrata dagli storiografi veronesi. È stata identificata di recente presso la cattedrale di San Vito a Praga, ma si valuta nell’occasione una copia antica. Si ricostruisce nel suo contenuto iconografico il ciclo perduto delle storie del santo fondatore che vide all’opera a fine Seicento un gruppo di comprimari della pittura veronese caratterizzati da un’esperienza bolognese. Si identifica presso la chiesa la cappella dedicata alla Madonna di Loreto, che ripete per la prima volta in ordine di tempo a Verona il modello della Santa Casa. È ricostruito, infine, lo spettacolare altare maggiore di Orazio Marinali grazie al progetto disegnativo di quello della chiesa di San Giuliano a Vicenza tuttora in loco. Su base documentaria di stabilisce l’indubbia precedenza di quello della chiesa dei Minimi veronesi.
2019
978-88-8314-995-5
arte post-tridentina Cinquecento Santo Creara Orazio Farinati Claudio Ridolfi Dario Pozzo Pasquale Ottino Iconografia dipinti d'altare Seicento pittura veronese pittura bolognese Orazio Marinali San Giuliano a Vicenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/997828
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