Il saggio, dopo una sintetica presentazione del metodo adottato, procede ad un’analisi “a volo radente” delle caratteristiche essenziali della legge n. 400 del 1988 – legge strettamente correlata alla nostra forma di governo e alla sua evoluzione –, per evidenziarne alcuni profili in una prospettiva dinamica, guardando cioè alle interazioni tra Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica e alle relative prassi costituzionali. Tra esse, ne spicca una – concernente la verbalizzazione delle riunioni del Consiglio dei Ministri – che presenta alcune criticità, sia in ordine al rispetto del principio di collegialità (art. 95 Cost.) sia per la corretta applicazione delle regole che caratterizzano i rapporti tra i Ministri, il Presidente del Consiglio e lo stesso Sottosegretario alla Presidenza, Segretario del Consiglio dei Ministri, nonché in relazione alle funzioni di garanzia e controllo che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica. L’analisi dedica quindi particolare attenzione al concreto funzionamento delle istituzioni politiche, senza tralasciare i profili multidisciplinari inerenti, ad esempio, alla scienza politica. Emerge così, dal suo complesso, che la legge n. 400 si configura come «legge organica», perché integra l’art. 95 della Costituzione come legge «costituzionalmente necessaria», e che la si può altresì definire come legge «di sistema», poiché individua minuziosamente le funzioni spettanti al Consiglio dei Ministri e al suo Presidente.

La legge n. 400 del 1988: profili generali

Guiglia, G.
2019-01-01

Abstract

Il saggio, dopo una sintetica presentazione del metodo adottato, procede ad un’analisi “a volo radente” delle caratteristiche essenziali della legge n. 400 del 1988 – legge strettamente correlata alla nostra forma di governo e alla sua evoluzione –, per evidenziarne alcuni profili in una prospettiva dinamica, guardando cioè alle interazioni tra Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica e alle relative prassi costituzionali. Tra esse, ne spicca una – concernente la verbalizzazione delle riunioni del Consiglio dei Ministri – che presenta alcune criticità, sia in ordine al rispetto del principio di collegialità (art. 95 Cost.) sia per la corretta applicazione delle regole che caratterizzano i rapporti tra i Ministri, il Presidente del Consiglio e lo stesso Sottosegretario alla Presidenza, Segretario del Consiglio dei Ministri, nonché in relazione alle funzioni di garanzia e controllo che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica. L’analisi dedica quindi particolare attenzione al concreto funzionamento delle istituzioni politiche, senza tralasciare i profili multidisciplinari inerenti, ad esempio, alla scienza politica. Emerge così, dal suo complesso, che la legge n. 400 si configura come «legge organica», perché integra l’art. 95 della Costituzione come legge «costituzionalmente necessaria», e che la si può altresì definire come legge «di sistema», poiché individua minuziosamente le funzioni spettanti al Consiglio dei Ministri e al suo Presidente.
2019
Legge n. 400 del 1988, Art. 95 Cost., Principio collegiale, Principio monocratico, Principio di autonomia ministeriale, Prassi costituzionale
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