Il presente contributo si propone di aprire uno spazio di riflessione a proposito di come la dimensione di genere sia entrata in gioco (e sia stata più o meno destrutturata) nel processo di produzione e di affermazione dei nuovi immaginari e identità sociali della precarietà. Interpretando il genere quale costrutto material-semiotico (Haraway, 1999), sarà nostro interesse descrivere e mettere in rilievo dapprima (attraverso un breve excursus di carattere teorico) come l’immaginario simbolico tradizionalmente legato al lavoro ed al movimento operaio abbia raccolto e contribuito a riprodurre un preciso modello di maschilità egemone (Carrigan, Connell e Lee, 1985; Connell, 1995) e, di rimando, di rapporto tra le differenti forme di maschilità e femminilità. Quindi, attraverso il riferimento a diversi artefatti simbolici (testi, immagini, performance) prodotti dai gruppi e dalle reti che in Italia si mobilitano contro la precarietà, mostreremo come l’aver sostituito al piano della rappresentanza quello della rappresentazione abbia contribuito a far emergere (e, in un secondo momento, a tematizzare esplicitamente) l’ordine simbolico di genere che fa da sfondo tanto alle relazioni lavorative, quanto alla narrazione di nuove identità sociali, problematizzando così le relazioni tra soggettività individuale e collettiva, lavoro e non lavoro, maschile e femminile.

Da San Precario a Wonder Queer: rappresentazioni di genere nell'attivismo precario italiano

Giulia Selmi
2010-01-01

Abstract

Il presente contributo si propone di aprire uno spazio di riflessione a proposito di come la dimensione di genere sia entrata in gioco (e sia stata più o meno destrutturata) nel processo di produzione e di affermazione dei nuovi immaginari e identità sociali della precarietà. Interpretando il genere quale costrutto material-semiotico (Haraway, 1999), sarà nostro interesse descrivere e mettere in rilievo dapprima (attraverso un breve excursus di carattere teorico) come l’immaginario simbolico tradizionalmente legato al lavoro ed al movimento operaio abbia raccolto e contribuito a riprodurre un preciso modello di maschilità egemone (Carrigan, Connell e Lee, 1985; Connell, 1995) e, di rimando, di rapporto tra le differenti forme di maschilità e femminilità. Quindi, attraverso il riferimento a diversi artefatti simbolici (testi, immagini, performance) prodotti dai gruppi e dalle reti che in Italia si mobilitano contro la precarietà, mostreremo come l’aver sostituito al piano della rappresentanza quello della rappresentazione abbia contribuito a far emergere (e, in un secondo momento, a tematizzare esplicitamente) l’ordine simbolico di genere che fa da sfondo tanto alle relazioni lavorative, quanto alla narrazione di nuove identità sociali, problematizzando così le relazioni tra soggettività individuale e collettiva, lavoro e non lavoro, maschile e femminile.
2010
genere, precarietà, movimenti sociali, rappresentazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/983342
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