Per un volume monografico olandese dedicato alla fortuna di "Lucifer" (1654) di Joost Van den Vondel, l'articolo ricostruisce la tardiva penetrazione italiana della tragedia (circoscritta al secondo Novecento) e il suo inaspettato successo nel 1999 sulle scene della nostra penisola grazie all'innovativa regia proposta da Antonio Syxty. Partendo dalla forza visionaria della vicenda narrata, unita alla struggente partecipazione umana che l’autore olandese ha saputo infondere alla sua opera, il regista ha deciso di non lasciarsi influenzare particolarmente dal contesto in cui nasce la tragedia, ma ha scelto di individuarne il senso più profondo, procedendo in modo analogico, attualizzando e facendo interagire la vicenda trattata con la memoria culturale del pubblico italiano. Per poter portare sul palcoscenico la storia dell’angelo più bello e luminoso che, disobbedendo a Dio, viene condannato ad essere una bestia e a vivere nelle tenebre, la chiave di lettura prescelta per lo spettacolo affonda le radici nel "noir", nel mondo astratto e borghese della "gangster story" in cui due bande rivali si combattono tra loro. Il contesto della vicenda viene quindi spostato all'interno di un’organizzazione malavitosa guidata da un capo assoluto, potente e invisibile, con diritto di vita e di morte su tutti coloro che sono a lui soggetti. In questo contesto malavitoso il paradiso si tramuta, per atteggiamenti e abbigliamento, in un ghetto italo-americano anni Trenta, con tanto di pupa muta e appariscente. Benché nello spettacolo il confronto tra angeli lealisti e angeli ribelli avvenga con le armi in pugno – un elemento che rende oggettiva la violenza latente nei confronti verbali da entrambe le parti –, la cifra che connota significativamente la lettura scenica dell'opera proposta da Syxty fa emergere come in realtà ci si trovi davanti ad esseri fragili, intimamente lacerati tra l’assoluta fedeltà a Dio e l’asserzione di un diritto che sentono calpestato, senza motivazione alcuna.

Van de hemel naar de lagere regionen. De eerste Italiaanse mise-en-scène van "Lucifer" (1999)

BRUNETTI, SIMONA
2018-01-01

Abstract

Per un volume monografico olandese dedicato alla fortuna di "Lucifer" (1654) di Joost Van den Vondel, l'articolo ricostruisce la tardiva penetrazione italiana della tragedia (circoscritta al secondo Novecento) e il suo inaspettato successo nel 1999 sulle scene della nostra penisola grazie all'innovativa regia proposta da Antonio Syxty. Partendo dalla forza visionaria della vicenda narrata, unita alla struggente partecipazione umana che l’autore olandese ha saputo infondere alla sua opera, il regista ha deciso di non lasciarsi influenzare particolarmente dal contesto in cui nasce la tragedia, ma ha scelto di individuarne il senso più profondo, procedendo in modo analogico, attualizzando e facendo interagire la vicenda trattata con la memoria culturale del pubblico italiano. Per poter portare sul palcoscenico la storia dell’angelo più bello e luminoso che, disobbedendo a Dio, viene condannato ad essere una bestia e a vivere nelle tenebre, la chiave di lettura prescelta per lo spettacolo affonda le radici nel "noir", nel mondo astratto e borghese della "gangster story" in cui due bande rivali si combattono tra loro. Il contesto della vicenda viene quindi spostato all'interno di un’organizzazione malavitosa guidata da un capo assoluto, potente e invisibile, con diritto di vita e di morte su tutti coloro che sono a lui soggetti. In questo contesto malavitoso il paradiso si tramuta, per atteggiamenti e abbigliamento, in un ghetto italo-americano anni Trenta, con tanto di pupa muta e appariscente. Benché nello spettacolo il confronto tra angeli lealisti e angeli ribelli avvenga con le armi in pugno – un elemento che rende oggettiva la violenza latente nei confronti verbali da entrambe le parti –, la cifra che connota significativamente la lettura scenica dell'opera proposta da Syxty fa emergere come in realtà ci si trovi davanti ad esseri fragili, intimamente lacerati tra l’assoluta fedeltà a Dio e l’asserzione di un diritto che sentono calpestato, senza motivazione alcuna.
2018
978-94-6372-111-0
Lucifero, Vondel, Antonio Syxty
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