Dignità e valore esprimono significati multiformi, ampi, talvolta le-gati in modo indissolubile al vissuto personale e al proprio sentire. Si è qui scritto che il valore è insito nella dignità e la dignità è il valore che rende umano l’uomo. Sottesi a questa frase, quasi lapidaria, ci sono tutti i tratti della complessità congenita alla parola dignità. Ri-spetto a quanto illustrato ed affermato in queste pagine, non può es-serci un rifiuto totale né della dimensione ontologica né di quella prestazionale-personale. La dignità, nella concretezza del quotidiano vivere, che sia sulla linea di frontiera o da essa lontano, è sia dota-zione sia frutto di prestazioni sociali e di riconoscimento. Grazie alla dignità come tratto di massima universalità è possibile (e doveroso) riconoscere dignità anche a chi, per i più svariati motivi, non è in grado di agire, di relazionarsi come vorrebbe, di offrire proprie pre-stazioni sociali all’altro da sé o alla comunità come vorrebbe, o non è in grado di autorappresentarsi o di autodeterminarsi. Grazie alla di-gnità intesa come tratto di massima particolarità siamo messi nelle condizioni di dover e poter rinnovare e vivificare tale valore nelle re-lazioni che intratteniamo senza darla per scontata, visto che, in que-sto senso, la dignità è guadagnata nel contesto sociale attraverso, ap-punto, prestazioni di (auto)rappresentazioni.

Il valore della dignità, la dignità come valore

Cristina Lonardi
;
2017-01-01

Abstract

Dignità e valore esprimono significati multiformi, ampi, talvolta le-gati in modo indissolubile al vissuto personale e al proprio sentire. Si è qui scritto che il valore è insito nella dignità e la dignità è il valore che rende umano l’uomo. Sottesi a questa frase, quasi lapidaria, ci sono tutti i tratti della complessità congenita alla parola dignità. Ri-spetto a quanto illustrato ed affermato in queste pagine, non può es-serci un rifiuto totale né della dimensione ontologica né di quella prestazionale-personale. La dignità, nella concretezza del quotidiano vivere, che sia sulla linea di frontiera o da essa lontano, è sia dota-zione sia frutto di prestazioni sociali e di riconoscimento. Grazie alla dignità come tratto di massima universalità è possibile (e doveroso) riconoscere dignità anche a chi, per i più svariati motivi, non è in grado di agire, di relazionarsi come vorrebbe, di offrire proprie pre-stazioni sociali all’altro da sé o alla comunità come vorrebbe, o non è in grado di autorappresentarsi o di autodeterminarsi. Grazie alla di-gnità intesa come tratto di massima particolarità siamo messi nelle condizioni di dover e poter rinnovare e vivificare tale valore nelle re-lazioni che intratteniamo senza darla per scontata, visto che, in que-sto senso, la dignità è guadagnata nel contesto sociale attraverso, ap-punto, prestazioni di (auto)rappresentazioni.
2017
9788864581002
dignità, dignità sociale, fine vita
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