I contrari risultano caratterizzare gran parte delle nostre abilità cognitive: qualificano i modi attraverso i quali gli esseri umani percepiscono lo spazio (e.g. Bianchi, Savardi, & Kubovy, 2011); sono una struttura linguistica primaria, comune nell’organizzazione di tutti i linguaggi naturali (e.g. Jones, Murphy, Paradis, & Willners, 2012); sono alla base della comprensione umoristica (e.g. Colston & O'Brien, 2002; Canestrari & Bianchi, 2013) e sono fondamentali nei processi di ragionamento, quali l’induzione (Gale & Ball, 2009, 2012), la deduzione (e.g. Augustinova, 2008; Evans, 2007) e il pensiero divergente e creativo (e.g. Dumas, Schmidt, & Alexander, 2016; Vartanian, Martindale, & Kwiatkowski, 2003). La ricerca contemporanea ha altresì messo in evidenza che stimolare il solutore ad utilizzare un pensiero per contrari aiuta a superare una situazione di impasse e a risolvere correttamente il problema (Branchini, Savardi, & Bianchi, 2015; Branchini, Burro, Bianchi, & Savardi, 2015; Murray & Byrne, 2013). In questo contributo presenteremo i risultati di alcuni studi condotti al fine di testare in che modo i contrari supportano il processo di pensiero attivato da piccoli gruppi, di tre membri ciascuno, durante la ricerca della soluzione in compiti di insight problem solving visuo-spaziale (Branchini, Bianchi, Burro, Capitani, & Savardi, 2016, in preparazione). Nello specifico, in una condizione ai partecipanti veniva suggerito implicitamente l’utilizzo di una strategia basata sulla sistematica trasformazione delle proprietà spaziali del problema nei rispettivi contrari; in una diversa condizione, i solutori venivano invitati ad utilizzare tale strategia dopo essere stati sottoposti ad un training che mostrava in che modo un pensiero per contrari potesse facilitare la soluzione. I risultati ottenuti hanno dimostrato che trasformare le proprietà spaziali del problema nelle rispettive proprietà contrarie ha influenzato positivamente sia il numero di soluzioni che i comportamenti di soluzione attivati, come emerge dai disegni prodotti e dagli scambi dialogici tra i componenti di ciascun gruppo. Saranno, infine, discusse le possibili implicazioni di tali risultati all’interno del dibattito contemporaneo relativo al ruolo di meccanismi consapevoli ed inconsapevoli nell’insight problem solving, in cui è necessario attivare un cambiamento di rappresentazione per superare l’impasse e risolvere correttamente il problema (Knoblich, Ohlsson, & Raney, 2001; Öllinger, Jones, & Knoblich, 2008).

I contrari come euristica nell’insight problem solving: processo consapevole o inconsapevole?

Branchini Erika;Bianchi Ivana;Burro Roberto;Savardi Ugo
2017-01-01

Abstract

I contrari risultano caratterizzare gran parte delle nostre abilità cognitive: qualificano i modi attraverso i quali gli esseri umani percepiscono lo spazio (e.g. Bianchi, Savardi, & Kubovy, 2011); sono una struttura linguistica primaria, comune nell’organizzazione di tutti i linguaggi naturali (e.g. Jones, Murphy, Paradis, & Willners, 2012); sono alla base della comprensione umoristica (e.g. Colston & O'Brien, 2002; Canestrari & Bianchi, 2013) e sono fondamentali nei processi di ragionamento, quali l’induzione (Gale & Ball, 2009, 2012), la deduzione (e.g. Augustinova, 2008; Evans, 2007) e il pensiero divergente e creativo (e.g. Dumas, Schmidt, & Alexander, 2016; Vartanian, Martindale, & Kwiatkowski, 2003). La ricerca contemporanea ha altresì messo in evidenza che stimolare il solutore ad utilizzare un pensiero per contrari aiuta a superare una situazione di impasse e a risolvere correttamente il problema (Branchini, Savardi, & Bianchi, 2015; Branchini, Burro, Bianchi, & Savardi, 2015; Murray & Byrne, 2013). In questo contributo presenteremo i risultati di alcuni studi condotti al fine di testare in che modo i contrari supportano il processo di pensiero attivato da piccoli gruppi, di tre membri ciascuno, durante la ricerca della soluzione in compiti di insight problem solving visuo-spaziale (Branchini, Bianchi, Burro, Capitani, & Savardi, 2016, in preparazione). Nello specifico, in una condizione ai partecipanti veniva suggerito implicitamente l’utilizzo di una strategia basata sulla sistematica trasformazione delle proprietà spaziali del problema nei rispettivi contrari; in una diversa condizione, i solutori venivano invitati ad utilizzare tale strategia dopo essere stati sottoposti ad un training che mostrava in che modo un pensiero per contrari potesse facilitare la soluzione. I risultati ottenuti hanno dimostrato che trasformare le proprietà spaziali del problema nelle rispettive proprietà contrarie ha influenzato positivamente sia il numero di soluzioni che i comportamenti di soluzione attivati, come emerge dai disegni prodotti e dagli scambi dialogici tra i componenti di ciascun gruppo. Saranno, infine, discusse le possibili implicazioni di tali risultati all’interno del dibattito contemporaneo relativo al ruolo di meccanismi consapevoli ed inconsapevoli nell’insight problem solving, in cui è necessario attivare un cambiamento di rappresentazione per superare l’impasse e risolvere correttamente il problema (Knoblich, Ohlsson, & Raney, 2001; Öllinger, Jones, & Knoblich, 2008).
2017
insight problem solving, proprrietà spaziali, contrari, processo consapevole, processo inconsapevole
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/972864
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