Esiste un elemento che accomuna l’assunzione di responsabilità dirigenziali in un’università da parte di una donna e la direzione di un Dipartimento da parte di una docente? Dopo un’analisi di dati relativi alle presenze femminili nei contesti di riferimento considerati – che rappresenta la premessa alla riflessione (organizzazione universitaria complessivamente intesa, con particolare attenzione alle posizioni apicali e agli organi di governo degli Atenei, e dati relativi alle abilitazioni in termini di presenze femminili nelle commissioni di valutazione) – il contributo intende sviluppare un modello bottom up di valorizzazione della qualità della ricerca e della didattica nella logica della quality assurance che potrebbe essere declinata anche con l’obiettivo di enfatizzare il funzionamento della parità di genere in action. L’idea base è quella della contaminazione metodologica tra i modelli di funzionamento delle università derivante dall’affermazione in ambito Ue degli «Standard e Linee guida per l’Assicurazione di Qualità nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore» e del cd. Processo di Bologna e il funzionamento dell’organizzazione nell’ambito del sistema della performance del personale non docente. Scontata la diversità di soggetti e di regole di gestione delle risorse umane per il personale docente e tecnico amministrativo nell’ambito delle Università, l’idea che muove il contributo è quella di sviluppare un’intuizione ovvero che l’approccio di metodo per la valorizzazione delle presenze di genere debba essere unico nelle Università. Infatti, la natura frammentaria delle policy di genere nei diversi Atenei, se presenti, spesso non produce risultati e non è in grado di creare sinergie e reti tra i diversi attori, anche perché si parte dall’assunto che il problema della c.d. segregazione di genere, sia verticale sia orizzontale, riguardi esclusivamente le donne e non gli interi assetti organizzativi. E il più delle volte ciò dipende anche dalla mancanza di un’accurata attività di studio ed analisi dei fenomeni affrontati, dalla assenza di una attenta valutazione delle politiche e degli interventi già attuati e dalla scarsa comunicazione tra i contesti della ricerca e i promotori di policy. La ricerca intende promuovere una check list utile per gli organismi preposti che consenta di verificare lo stato periodico di attuazione del modello di gender assurance.

Autonomia universitaria, riforma dell'abilitazione e presenze femminili qualificate negli atenei. Per la valorizzazione di un approccio gender assurance

Calafà, Laura
2017-01-01

Abstract

Esiste un elemento che accomuna l’assunzione di responsabilità dirigenziali in un’università da parte di una donna e la direzione di un Dipartimento da parte di una docente? Dopo un’analisi di dati relativi alle presenze femminili nei contesti di riferimento considerati – che rappresenta la premessa alla riflessione (organizzazione universitaria complessivamente intesa, con particolare attenzione alle posizioni apicali e agli organi di governo degli Atenei, e dati relativi alle abilitazioni in termini di presenze femminili nelle commissioni di valutazione) – il contributo intende sviluppare un modello bottom up di valorizzazione della qualità della ricerca e della didattica nella logica della quality assurance che potrebbe essere declinata anche con l’obiettivo di enfatizzare il funzionamento della parità di genere in action. L’idea base è quella della contaminazione metodologica tra i modelli di funzionamento delle università derivante dall’affermazione in ambito Ue degli «Standard e Linee guida per l’Assicurazione di Qualità nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore» e del cd. Processo di Bologna e il funzionamento dell’organizzazione nell’ambito del sistema della performance del personale non docente. Scontata la diversità di soggetti e di regole di gestione delle risorse umane per il personale docente e tecnico amministrativo nell’ambito delle Università, l’idea che muove il contributo è quella di sviluppare un’intuizione ovvero che l’approccio di metodo per la valorizzazione delle presenze di genere debba essere unico nelle Università. Infatti, la natura frammentaria delle policy di genere nei diversi Atenei, se presenti, spesso non produce risultati e non è in grado di creare sinergie e reti tra i diversi attori, anche perché si parte dall’assunto che il problema della c.d. segregazione di genere, sia verticale sia orizzontale, riguardi esclusivamente le donne e non gli interi assetti organizzativi. E il più delle volte ciò dipende anche dalla mancanza di un’accurata attività di studio ed analisi dei fenomeni affrontati, dalla assenza di una attenta valutazione delle politiche e degli interventi già attuati e dalla scarsa comunicazione tra i contesti della ricerca e i promotori di policy. La ricerca intende promuovere una check list utile per gli organismi preposti che consenta di verificare lo stato periodico di attuazione del modello di gender assurance.
2017
9788884437471
Gender assurante Equality Labour Law
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