Come episodio non marginale dell'assedio della città dei Gonzaga, abbiamo la sconfitta subita dalle truppe veneziane, schierate a difesa di Mantova, presso Villabona cui fa seguito lo sgombero a sorpresa del castello e del paese di Valeggio sul Mincio e la fuga disordinata delle truppe veneziane. Dopo Villabona è insomma scattato un imprevisto ‘si salvi chi può’, nel corso del quale soldati e civili fecero a gara per porsi in salvo nelle due fortezze di Peschiera e di Verona. La ritirata non avviene sotto l'incalzare del nemico, ma come scelta calcolata dello stato maggiore veneto, il quale all'annuncio della sconfitta subita nella contigua Villabona, decide di ritirarsi anche da Valeggio che pure non era ancora stato investito dall'attacco tedesco. La decisione - una volta risaputa - non piacque a Venezia, che invia un ‘inquisitore’ ad indagare. I massimi responsabili sono nel frattempo stati invitati a Venezia a chiarire la loro posizione. Imprigionati e processati conosceranno verdetti diversi: di condanna il più alto in grado, di assoluzione altri. Di quanto accadde a Valeggio e dintorni si è già fatto un diffuso cenno nel volume "Venezia e l'Europa", al quale rimandiamo . In quella sede ci si era serviti delle conclusioni di uno storico contemporaneo, Gaetano Cozzi, di uno dell'epoca, Francesco Pona, e del più tardo Lodovico Moscardo. Ci si è proposti ora di completare il quadro abbozzato in quel volume, cercando innanzitutto di far uscire dall'ombra, in cui solitamente rimane relegato, l'iter giudiziario fatto scattare da Venezia dopo Valeggio. Si è voluto offrire inoltre qualche frammento della ricca documentazione contenuta nei dispacci - relativi a tale decisione, ma anche al più ampio contesto della guerra in corso - che i massimi responsabili veneziani inviarono - da Valeggio e da Verona - al loro governo prima e dopo la fuga del 29 maggio 1630. Il nostro approccio alla ricchissima documentazione di parte veneta sulla guerra di Mantova non poteva essere esaustiva. Ci accontentiamo di ribadirne la consistenza, attingendo dalla stessa un campione limitato di testimonianze e di situazioni da offrire a chi non abbia dimestichezza con gli archivi veneziani o comunque con quel periodo singolare della storia europea che va sotto il nome di guerra di successione di Mantova. La nostra campionatura va, infine, considerata come propedeutica alla lettura e comprensione delle relazioni che protagonisti o autori anonimi ci hanno lasciato sulla ritirata di Valeggio.

Venezia e i Lanzichenecchi. La viltà di Zaccaria Sagredo

VECCHIATO, Francesco
1995-01-01

Abstract

Come episodio non marginale dell'assedio della città dei Gonzaga, abbiamo la sconfitta subita dalle truppe veneziane, schierate a difesa di Mantova, presso Villabona cui fa seguito lo sgombero a sorpresa del castello e del paese di Valeggio sul Mincio e la fuga disordinata delle truppe veneziane. Dopo Villabona è insomma scattato un imprevisto ‘si salvi chi può’, nel corso del quale soldati e civili fecero a gara per porsi in salvo nelle due fortezze di Peschiera e di Verona. La ritirata non avviene sotto l'incalzare del nemico, ma come scelta calcolata dello stato maggiore veneto, il quale all'annuncio della sconfitta subita nella contigua Villabona, decide di ritirarsi anche da Valeggio che pure non era ancora stato investito dall'attacco tedesco. La decisione - una volta risaputa - non piacque a Venezia, che invia un ‘inquisitore’ ad indagare. I massimi responsabili sono nel frattempo stati invitati a Venezia a chiarire la loro posizione. Imprigionati e processati conosceranno verdetti diversi: di condanna il più alto in grado, di assoluzione altri. Di quanto accadde a Valeggio e dintorni si è già fatto un diffuso cenno nel volume "Venezia e l'Europa", al quale rimandiamo . In quella sede ci si era serviti delle conclusioni di uno storico contemporaneo, Gaetano Cozzi, di uno dell'epoca, Francesco Pona, e del più tardo Lodovico Moscardo. Ci si è proposti ora di completare il quadro abbozzato in quel volume, cercando innanzitutto di far uscire dall'ombra, in cui solitamente rimane relegato, l'iter giudiziario fatto scattare da Venezia dopo Valeggio. Si è voluto offrire inoltre qualche frammento della ricca documentazione contenuta nei dispacci - relativi a tale decisione, ma anche al più ampio contesto della guerra in corso - che i massimi responsabili veneziani inviarono - da Valeggio e da Verona - al loro governo prima e dopo la fuga del 29 maggio 1630. Il nostro approccio alla ricchissima documentazione di parte veneta sulla guerra di Mantova non poteva essere esaustiva. Ci accontentiamo di ribadirne la consistenza, attingendo dalla stessa un campione limitato di testimonianze e di situazioni da offrire a chi non abbia dimestichezza con gli archivi veneziani o comunque con quel periodo singolare della storia europea che va sotto il nome di guerra di successione di Mantova. La nostra campionatura va, infine, considerata come propedeutica alla lettura e comprensione delle relazioni che protagonisti o autori anonimi ci hanno lasciato sulla ritirata di Valeggio.
1995
Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, Il ruolo delle truppe della Serenissima, Lanzichenecchi truppe imperiali
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