G. Pedrucci-M. Scapini, Il ruolo della balia e di altre figure vicarie legate all’infanzia nella religione greca e romana: Arreforie e Matralia a confronto, in F. I. Pasche Guignard, G. Pedrucci, M. Scapini (eds.), Maternità e politeismi – Motherhood(s) and Polytheisms – Maternité(s) et polythéismes, forthcoming

È verosimile ipotizzare che non soltanto le madri, ma anche balie, nutrici e altre figure vicarie, sia per affetto sia in alcuni casi forse per opportunismo (prosaicamente, il loro lavoro in ultima analisi era legato alla vita del bambino), si rivolgessero alle divinità per la protezione di piccoli di cui si prendevano cura (tramite riti apotropaici, uso di amuleti…). Probabilmente dobbiamo pensare a rituali domestici di cui non si è conservata memoria, ma sia per il mondo greco che per il mondo romano possiamo provare ad analizzare, andando nella direzione fin qui delineata, due importanti festività in cui troviamo figure diverse da quella materna impegnate nella salvaguardia della vita di un bambino: le Arreforie e i Matralia. È verosimile ipotizzare il loro scopo fosse la ritualizzazione del pericolo cui i bambini erano costantemente esposti, con il fine ultimo di trovare una soluzione per contrastarlo.