La comunità scientifica interagisce quotidianamente con diversi gruppi di persone. Dai decisori politici agli imprenditori, dall’industria alla comunità civile: tutti questi attori sociali svolgono un ruolo determinante nel complesso e articolato universo che è la scienza moderna. In primo luogo, gli scienziati di oggi devono confrontarsi continuamente con i responsabili politici e i loro consiglieri, che stabiliscono la natura e la quantità delle risorse da destinare alla ricerca. Poi c’è la comunità imprenditoriale, che si muove nella costante ricerca dello sfruttamento delle conoscenze per la crescita e lo sviluppo economico. Infine si arriva al tribunale della società civile, che valuta potenzialità e pericoli dell’innovazione scientifica, spesso decretandone in ultima analisi il successo o la sconfitta. Il nuovo millennio pone la comunità scientifica davanti a nuove sfide. In verità, sono le stesse opportunità scientifiche e tecnologiche a porre ogni giorno nuove domande, sollevando dibattiti appassionati per i quali non vi è ancora una risposta condivisa. Le parti interessate chiedono risposte per una grande varietà di problemi sociali. Alimenti geneticamente modificati, manipolazione del DNA, sicurezza e privacy: sono solo alcuni tra i temi caldi che mettono sul piatto dilemmi nuovi sia per la società sia per il mondo accademico. La conferenza di presidenza italiana del 19-21 novembre all’Auditorium Parco della Musica e al MAXXI è incentrata sulle sei tematiche che sono al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea nel rapporto tra scienza e società: impegno pubblico, pari opportunità, educazione scientifica, accesso aperto, etica e governo della ricerca. L’obiettivo è fare un bilancio su quanto è stato fatto fino a oggi nell’ambito dei finanziamenti europei; in particolare, valutare le azioni del sesto e settimo programma quadro di ricerca e sviluppo per la Scienza e Società (SaS) e la Scienza nella Società (SiS), attività fondamentali per lo Spazio Europeo della Ricerca. Non per nulla il programma di lavoro 2014-2015 di Horizon 2020, il nuovissimo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea, ha già stanziato 91 milioni di euro per Scienza con e per la Società (SwafS). Tra i cambiamenti istituzionali proposti possiamo indicare il coinvolgimento degli attori della società civile nel processo di ricerca, così come lo sviluppo di linee guida per il riconoscimento e la promozione del paradigma della “Ricerca e Innovazione Responsabile” (RRI), ora introdotto anche tra i criteri di valutazione del personale di ricerca. Analisi, suggerimenti e buone pratiche forniscono una piattaforma di discussione per gli attori sociali degli Stati membri, per discutere gli sviluppi futuri della ricerca e l’innovazione, stimolare future collaborazioni e infine riflettere sulla dimensione globale del paradigma RRI. Rendendo ancora più saldo il doppio filo che oggi lega partecipazione e innovazione, scienza e società, secondo una prospettiva che l’Italia ha abbracciato con grande convinzione a partire dalla celebre legge 6/2000 per la diffusione della cultura scientifica, voluta da maestri del calibro di Antonio Ruberti, Tullio Gregory e Paolo Galluzzi. La conferenza di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea Science, Innovation and Society: Achieving Responsible Research and Innovation si tiene a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica dal 19 al 21 novembre, la mostra Art & Innovation si apre il 20 novembre al MAXXI, la tavola rotonda su Scienza e società a Roma ha luogo il 20 novembre sempre al MAXXI. Riccardo Pozzo -------------------------------------------------------------------------------------------------- Anteprima dalla Dichiarazione di Roma su Ricerca e Innovazione Responsabile in Europa Si definisce Ricerca e Innovazione Responsabile (RRI) il processo di allineamento della ricerca e dell’innovazione ai valori, alle esigenze e alle aspettative della società. RRI richiede che tutti gli attori siano sensibili gli uni verso gli altri e condividano la responsabilità dei processi e dei risultati della ricerca e dell’innovazione. Ciò significa lavorare insieme per l’educazione scientifica, la definizione e lo svolgimento dei programmi di ricerca, l’accesso ai suoi risultati e l’applicazione di nuove conoscenze nella società nel pieno rispetto dell’etica e delle pari opportunità. Più di un decennio di attività di ricerca sull’interazione fra scienza e società ha portato a tre conclusioni principali: primo, che il solo marketing di tecnologia, per quanto efficace, non è garanzia di innovazione sociale; secondo, che la diversità nella ricerca e nell’innovazione è fondamentale per migliorare creatività e qualità scientifica; terzo, che il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale per un’innovazione sostenibile. Oggi l’eccellenza non consiste solo nelle scoperte rivoluzionarie. L’eccellenza include apertura, responsabilità e produzione di conoscenza condivisa. RRI è garanzia che ricerca e innovazione offrano alle sfide della società soluzioni intelligenti, inclusive e sostenibili. RRI fa crescere nuove prospettive, innovatori e talenti provenienti dall’intera società europea diversificata, consentendo di individuare soluzioni che altrimenti passerebbero inosservate. RRI stabilisce un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni pubbliche e private a sostegno della ricerca e dell’innovazione. RRI rassicura la società rispetto all’accettazione di prodotti e servizi innovativi. Infine, RRI valuta i rischi e come gestirli. Le regioni e gli Stati membri sono già impegnati in questa direzione. Le richieste della società per politiche ambientali urgenti hanno portato a innovazioni sociali e tecnologiche creative, come ad esempio i veicoli a basso consumo di carburante, i dispositivi solari o le soluzioni di mobilità basate sulla condivisione. Pertanto, noi crediamo che oggi le condizioni siano mature per chiedere una nuova forma di RRI che sostenga la ricerca europea e lo sforzo dell’innovazione. Invitiamo tutti gli attori a lavorare insieme per soluzioni inclusive e sostenibili alle nostre sfide sociali. Versione preliminare preparata per la conferenza dal comitato consultivo dell’unità “Etica e Pari Opportunità” della Direzione Generale per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza della Commissione Europea

Sei sfide per il futuro

POZZO, Riccardo
2014-01-01

Abstract

La comunità scientifica interagisce quotidianamente con diversi gruppi di persone. Dai decisori politici agli imprenditori, dall’industria alla comunità civile: tutti questi attori sociali svolgono un ruolo determinante nel complesso e articolato universo che è la scienza moderna. In primo luogo, gli scienziati di oggi devono confrontarsi continuamente con i responsabili politici e i loro consiglieri, che stabiliscono la natura e la quantità delle risorse da destinare alla ricerca. Poi c’è la comunità imprenditoriale, che si muove nella costante ricerca dello sfruttamento delle conoscenze per la crescita e lo sviluppo economico. Infine si arriva al tribunale della società civile, che valuta potenzialità e pericoli dell’innovazione scientifica, spesso decretandone in ultima analisi il successo o la sconfitta. Il nuovo millennio pone la comunità scientifica davanti a nuove sfide. In verità, sono le stesse opportunità scientifiche e tecnologiche a porre ogni giorno nuove domande, sollevando dibattiti appassionati per i quali non vi è ancora una risposta condivisa. Le parti interessate chiedono risposte per una grande varietà di problemi sociali. Alimenti geneticamente modificati, manipolazione del DNA, sicurezza e privacy: sono solo alcuni tra i temi caldi che mettono sul piatto dilemmi nuovi sia per la società sia per il mondo accademico. La conferenza di presidenza italiana del 19-21 novembre all’Auditorium Parco della Musica e al MAXXI è incentrata sulle sei tematiche che sono al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea nel rapporto tra scienza e società: impegno pubblico, pari opportunità, educazione scientifica, accesso aperto, etica e governo della ricerca. L’obiettivo è fare un bilancio su quanto è stato fatto fino a oggi nell’ambito dei finanziamenti europei; in particolare, valutare le azioni del sesto e settimo programma quadro di ricerca e sviluppo per la Scienza e Società (SaS) e la Scienza nella Società (SiS), attività fondamentali per lo Spazio Europeo della Ricerca. Non per nulla il programma di lavoro 2014-2015 di Horizon 2020, il nuovissimo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea, ha già stanziato 91 milioni di euro per Scienza con e per la Società (SwafS). Tra i cambiamenti istituzionali proposti possiamo indicare il coinvolgimento degli attori della società civile nel processo di ricerca, così come lo sviluppo di linee guida per il riconoscimento e la promozione del paradigma della “Ricerca e Innovazione Responsabile” (RRI), ora introdotto anche tra i criteri di valutazione del personale di ricerca. Analisi, suggerimenti e buone pratiche forniscono una piattaforma di discussione per gli attori sociali degli Stati membri, per discutere gli sviluppi futuri della ricerca e l’innovazione, stimolare future collaborazioni e infine riflettere sulla dimensione globale del paradigma RRI. Rendendo ancora più saldo il doppio filo che oggi lega partecipazione e innovazione, scienza e società, secondo una prospettiva che l’Italia ha abbracciato con grande convinzione a partire dalla celebre legge 6/2000 per la diffusione della cultura scientifica, voluta da maestri del calibro di Antonio Ruberti, Tullio Gregory e Paolo Galluzzi. La conferenza di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea Science, Innovation and Society: Achieving Responsible Research and Innovation si tiene a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica dal 19 al 21 novembre, la mostra Art & Innovation si apre il 20 novembre al MAXXI, la tavola rotonda su Scienza e società a Roma ha luogo il 20 novembre sempre al MAXXI. Riccardo Pozzo -------------------------------------------------------------------------------------------------- Anteprima dalla Dichiarazione di Roma su Ricerca e Innovazione Responsabile in Europa Si definisce Ricerca e Innovazione Responsabile (RRI) il processo di allineamento della ricerca e dell’innovazione ai valori, alle esigenze e alle aspettative della società. RRI richiede che tutti gli attori siano sensibili gli uni verso gli altri e condividano la responsabilità dei processi e dei risultati della ricerca e dell’innovazione. Ciò significa lavorare insieme per l’educazione scientifica, la definizione e lo svolgimento dei programmi di ricerca, l’accesso ai suoi risultati e l’applicazione di nuove conoscenze nella società nel pieno rispetto dell’etica e delle pari opportunità. Più di un decennio di attività di ricerca sull’interazione fra scienza e società ha portato a tre conclusioni principali: primo, che il solo marketing di tecnologia, per quanto efficace, non è garanzia di innovazione sociale; secondo, che la diversità nella ricerca e nell’innovazione è fondamentale per migliorare creatività e qualità scientifica; terzo, che il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale per un’innovazione sostenibile. Oggi l’eccellenza non consiste solo nelle scoperte rivoluzionarie. L’eccellenza include apertura, responsabilità e produzione di conoscenza condivisa. RRI è garanzia che ricerca e innovazione offrano alle sfide della società soluzioni intelligenti, inclusive e sostenibili. RRI fa crescere nuove prospettive, innovatori e talenti provenienti dall’intera società europea diversificata, consentendo di individuare soluzioni che altrimenti passerebbero inosservate. RRI stabilisce un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni pubbliche e private a sostegno della ricerca e dell’innovazione. RRI rassicura la società rispetto all’accettazione di prodotti e servizi innovativi. Infine, RRI valuta i rischi e come gestirli. Le regioni e gli Stati membri sono già impegnati in questa direzione. Le richieste della società per politiche ambientali urgenti hanno portato a innovazioni sociali e tecnologiche creative, come ad esempio i veicoli a basso consumo di carburante, i dispositivi solari o le soluzioni di mobilità basate sulla condivisione. Pertanto, noi crediamo che oggi le condizioni siano mature per chiedere una nuova forma di RRI che sostenga la ricerca europea e lo sforzo dell’innovazione. Invitiamo tutti gli attori a lavorare insieme per soluzioni inclusive e sostenibili alle nostre sfide sociali. Versione preliminare preparata per la conferenza dal comitato consultivo dell’unità “Etica e Pari Opportunità” della Direzione Generale per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza della Commissione Europea
2014
Horizon 2020; Scienza nella Società
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/830964
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