Questo lavoro, nato nell’anno 2007 come parte del progetto di ricerca “Espacios de la magia, superstición y poder en el Occidente del Imperio Romano” , si occupa delle defixiones latine, delle bilingui e di quelle appartenenti alle epigrafie epicoriche (fondamentalmente testi oschi, etruschi e celti), che furono rinvenute nella pars occidentalis dell’Impero Romano. Scopo essenziale di questa ricerca è l’analisi del contenuto delle tabellae a livello storico e culturale, prestando speciale attenzione ai contesti dai quali esse provengono. Con questo fine, il lavoro è iniziato con l’elaborazione di un catalogo dove raccogliere tutte le defixiones pubblicate dal 1904 (anno dell’edizione dell’opera di Audollent) all’autunno di 2012 . Il catalogo comprende le province dell’occidente romano tranne la Proconsularis Zeugitana e la Byzacena, le quali, anche se all’inizio facevano parte del corpus, sono state finalmente escluse per motivi di onestà scientifica . D’altra parte, essendo un insieme tanto ricco quanto sparso, è stato impossibile applicare un rigoroso criterio epigrafico, il che significa che -purtroppo- il catalogo è privo dell’apparato critico dei testi, e che è stato possibile fare l’autopsia soltanto di alcune laminette. Le tabellae sono organizzate e presentate seguendo un criterio geografico, sistemate per provinciae d’origine e luogo di rinvenimento (secondo toponimia attuale). La scheda tipo si compone di quattro sezioni fondamentali: l’intestazione, dove si raccolgono dati d’interesse generale (luogo di rinvenimento e conservazione, datazione, misure, tipo di supporto e - se possibile - numero d’inventario), la lettura (tratta dall’edizione che viene sottolineata nella sezione bibliografica, dove si segnala con un asterisco l’autore del disegno che -nella maggioranza dei casi- illustra il testo), la bibliografia (sistemata secondo il metodo di citazione Harvard), e il commento (dove si analizzano le circostanze di rinvenimento, le caratteristiche formali della laminetta e dell’epigrafe -ordinatio, formule, volgarismi,...- e la manipolazione rituale. In certi casi, si offre anche la traduzione del testo). A partire dai dati ottenuti del catalogo, si è elaborata la dissertazione. Questa, inizata con un breve ripasso sulla storia delle ricerche intorno alle defixiones, tratta questioni come la loro definizione, i diversi tipi di supporti impiegati, la redazzione dei testi, la manipolazione rituale, i contesti archeologici di rinvenimento, la classificazione dei reperti secondo il loro argomento, le divinità e potenze invocate, e la cartografia del loro impiego nell’Occidente Romano; aspetti di notevole interese che, senza dubbio, sottolineano la ricchezza delle defixiones come fonte storica.

This work started in 2007 within the investigation research project ‘Espacios de la magia, superstición y poder en el Occidente del Imperio Romano’ . It focuses on Latin and bilingual defixiones also belonging to epichoric epigraphs (Oscan, Etruscan and Celtic) found in the pars Occidentalis. Its fundamental purpose is to analyse the contents of the tabellae from an historical and cultural viewpoint paying particular attention to the context they originate in. To this end, the inescapable starting point was to produce a catalogue compiling all the pieces published from 1904 (the year when Audollent’s work was published) to autumn 2012 . This catalogue comprises the provinces of the Occident Latin West except for Proconsularis Zeugitana and Byzacena, which originally were part of it though they have been excluded out of scientific integrity . On the other hand, given that the group is both plentiful and dispersed, a strict epigraphic criterion could not possibly be applied to the catalogue, which involves both the absence of any critical apparatus and the fact that only some of the pieces have been the subject of an autopsy. The tabellae are organized according to a geographic criterion, ordered by provinciae and location of the find (according to modern toponyms). The standard record file is divided into four main sections: heading, including general facts (such as place of find and housing, dating, measurements, type of medium and—whenever possible—inventory number), reading (taken from the edition underlined in the bibliography section, where an asterisk marks the author of the drawing which frequently illustrates the text), bibliography (following the Anglo-Saxon system) and comment (dealing with such matters as the formal features of the piece and epigraph—ordinatio, formulae, vulgarisms…—, the ritual manipulation of the tabella and —in some cases—the translation of the text). The study was conducted based on data yielded by the catalogue. It begins with a brief overview of the history of research into defixiones, deals with matters such as their definition, types of media used, writing of texts, ritual manipulation, contexts of the find, taxonomy, pantheon invoked and cartography of their use in the Roman Occident. These are all highly significant aspects which unquestionably underline the value of defixiones as historical sources.

"Il contenuto delle defixiones nell'Occidente dell'Impero Romano" (titolo in spagnolo: "El contenido de las defixiones en el Occidente del Imperio Romano")

SANCHEZ, Celia
2013-01-01

Abstract

This work started in 2007 within the investigation research project ‘Espacios de la magia, superstición y poder en el Occidente del Imperio Romano’ . It focuses on Latin and bilingual defixiones also belonging to epichoric epigraphs (Oscan, Etruscan and Celtic) found in the pars Occidentalis. Its fundamental purpose is to analyse the contents of the tabellae from an historical and cultural viewpoint paying particular attention to the context they originate in. To this end, the inescapable starting point was to produce a catalogue compiling all the pieces published from 1904 (the year when Audollent’s work was published) to autumn 2012 . This catalogue comprises the provinces of the Occident Latin West except for Proconsularis Zeugitana and Byzacena, which originally were part of it though they have been excluded out of scientific integrity . On the other hand, given that the group is both plentiful and dispersed, a strict epigraphic criterion could not possibly be applied to the catalogue, which involves both the absence of any critical apparatus and the fact that only some of the pieces have been the subject of an autopsy. The tabellae are organized according to a geographic criterion, ordered by provinciae and location of the find (according to modern toponyms). The standard record file is divided into four main sections: heading, including general facts (such as place of find and housing, dating, measurements, type of medium and—whenever possible—inventory number), reading (taken from the edition underlined in the bibliography section, where an asterisk marks the author of the drawing which frequently illustrates the text), bibliography (following the Anglo-Saxon system) and comment (dealing with such matters as the formal features of the piece and epigraph—ordinatio, formulae, vulgarisms…—, the ritual manipulation of the tabella and —in some cases—the translation of the text). The study was conducted based on data yielded by the catalogue. It begins with a brief overview of the history of research into defixiones, deals with matters such as their definition, types of media used, writing of texts, ritual manipulation, contexts of the find, taxonomy, pantheon invoked and cartography of their use in the Roman Occident. These are all highly significant aspects which unquestionably underline the value of defixiones as historical sources.
2013
defixiones; magia
Questo lavoro, nato nell’anno 2007 come parte del progetto di ricerca “Espacios de la magia, superstición y poder en el Occidente del Imperio Romano” , si occupa delle defixiones latine, delle bilingui e di quelle appartenenti alle epigrafie epicoriche (fondamentalmente testi oschi, etruschi e celti), che furono rinvenute nella pars occidentalis dell’Impero Romano. Scopo essenziale di questa ricerca è l’analisi del contenuto delle tabellae a livello storico e culturale, prestando speciale attenzione ai contesti dai quali esse provengono. Con questo fine, il lavoro è iniziato con l’elaborazione di un catalogo dove raccogliere tutte le defixiones pubblicate dal 1904 (anno dell’edizione dell’opera di Audollent) all’autunno di 2012 . Il catalogo comprende le province dell’occidente romano tranne la Proconsularis Zeugitana e la Byzacena, le quali, anche se all’inizio facevano parte del corpus, sono state finalmente escluse per motivi di onestà scientifica . D’altra parte, essendo un insieme tanto ricco quanto sparso, è stato impossibile applicare un rigoroso criterio epigrafico, il che significa che -purtroppo- il catalogo è privo dell’apparato critico dei testi, e che è stato possibile fare l’autopsia soltanto di alcune laminette. Le tabellae sono organizzate e presentate seguendo un criterio geografico, sistemate per provinciae d’origine e luogo di rinvenimento (secondo toponimia attuale). La scheda tipo si compone di quattro sezioni fondamentali: l’intestazione, dove si raccolgono dati d’interesse generale (luogo di rinvenimento e conservazione, datazione, misure, tipo di supporto e - se possibile - numero d’inventario), la lettura (tratta dall’edizione che viene sottolineata nella sezione bibliografica, dove si segnala con un asterisco l’autore del disegno che -nella maggioranza dei casi- illustra il testo), la bibliografia (sistemata secondo il metodo di citazione Harvard), e il commento (dove si analizzano le circostanze di rinvenimento, le caratteristiche formali della laminetta e dell’epigrafe -ordinatio, formule, volgarismi,...- e la manipolazione rituale. In certi casi, si offre anche la traduzione del testo). A partire dai dati ottenuti del catalogo, si è elaborata la dissertazione. Questa, inizata con un breve ripasso sulla storia delle ricerche intorno alle defixiones, tratta questioni come la loro definizione, i diversi tipi di supporti impiegati, la redazzione dei testi, la manipolazione rituale, i contesti archeologici di rinvenimento, la classificazione dei reperti secondo il loro argomento, le divinità e potenze invocate, e la cartografia del loro impiego nell’Occidente Romano; aspetti di notevole interese che, senza dubbio, sottolineano la ricchezza delle defixiones come fonte storica.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Il contenuto delle defixiones nell'Occidente dell'Impero Romano. Celia Sanchez.pdf

non disponibili

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Accesso ristretto
Dimensione 11.46 MB
Formato Adobe PDF
11.46 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/575950
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact