L’ABLAZIONE CON RADIOFREQUENZA NEL CARCINOMA PANCREATICO IN STADIO III: UNA NUOVA VIA DA SEGUIRE? Frigerio I. Il carcinoma del pancreas ha una prognosi infausta anche quando la diagnosi è precoce. Viene considerata una malattia sistemica anche nei casi di neoplasia localizzata. L’intervento chirurgico gioca è l’unica chance di cura per i pazienti candidabili a chirurgia radicale mentre se sono presenti metastasi a distanza la chemioterapia palliativa è il trattamento di scelta. Rimane una grossa fetta di pazienti affetti da neoplasia localmente avanzata: posso essi beneficiare di un trattamento locale? Abbiamo trattato con radiofrequenza i pazienti affetti da adenocarcinoma pancreatico in stadio III: il primo passo è stato definire un modello riproducibile, efficace e sicuro. L’obietivo è stato raggiunto con i primi 50 pazienti, con un tasso di complicanze legate alla procedura del 12% e una mortalità del 2%. Abbiamo intuito che questi pazienti da noi trattati sembravano avere una sopravvivenza maggiore dell’attesa e, indagando questo dato nei primi 100 pazienti è emerso che la sopravvivenza complessiva è stata di 20 mesi e quella specifica legata alla malattia è stata di 23 mesi, significativamente maggiore I quella dei pazienti sottoposti a radio-chemioterapia tradizionale. Al momento attuale abbiamo trattato 182 pazienti senza variazioni significative delle mortalitò, morbidità e sopravvivenza. La RFA viene sempre associata alla chemioterapia sistemica e alla radioterapia esterna: la RFA costituisce un elemento del trattamento multimodale che riteniamo essere indispensabile nella cura del cancro del pancreas. Un aspetto molto interessante è emerso dagli studi di vari gruppi in questi anni in cui noi ci siamo deidcati alla radiofrequenza: l’immunomodulazione operata dalla RFA che può modificare la storia naturale della malattia. Riteniamo fondamentale l’approfondimento di questo aspetto oltre che l’attuazione di uno studio randomizzato che confermi o meno i risultati osservazionali sulle sopravvivenze.

RADIOFREQUENCY ABLATION IN STAGE III PANCREATIC CARCINOMA: A NEW PATH TO FOLLOW? Frigerio I. Pancreatic cancer has a poor prognosis even when diagnosis is made at early stages because of its systemic nature. Surgery plays an essential role when resection is feasible and palliative chemotherapy is supportive for metastatic disease. May the large group of patients with locally advanced disease benefit of a local treatment? We applied radiofrequency to ablate locally advanced pancreatic carcinoma: we first defined a reproducible and safe model of the technique by treating 50 patients. In this first part of our study mortality rate 2% was and RFA-related morbidity rate was 12%. Because of the feeling that these patients survived longer than expected we looked at survival rate and found that overall survival in the first 100 patients was 20 months and disease specific survival was 23 months, significantly higher than survival of patients undergone to traditional therapy. Up to now we have treated 182 patients with no significative differences in morbidity and mortality rate and survival rate. RFA is always associated to systemic chemotherapy and external radiotherapy. RFA alone is not enough but it is one part of a multimodality treatment which includes chemo and radiotherapy. Different aspects related to interaction between RFA and cancer arose since when we started in 2007: the most promising is the immune modulation operated by RFA. We think that future studies must investigate this field together with a randomized study that will confirm or not this impressive data of survival rate.

Radiofrequency ablation of stage III pancreatic carcinoma: a new path to follow?

FRIGERIO, Isabella
2013-01-01

Abstract

RADIOFREQUENCY ABLATION IN STAGE III PANCREATIC CARCINOMA: A NEW PATH TO FOLLOW? Frigerio I. Pancreatic cancer has a poor prognosis even when diagnosis is made at early stages because of its systemic nature. Surgery plays an essential role when resection is feasible and palliative chemotherapy is supportive for metastatic disease. May the large group of patients with locally advanced disease benefit of a local treatment? We applied radiofrequency to ablate locally advanced pancreatic carcinoma: we first defined a reproducible and safe model of the technique by treating 50 patients. In this first part of our study mortality rate 2% was and RFA-related morbidity rate was 12%. Because of the feeling that these patients survived longer than expected we looked at survival rate and found that overall survival in the first 100 patients was 20 months and disease specific survival was 23 months, significantly higher than survival of patients undergone to traditional therapy. Up to now we have treated 182 patients with no significative differences in morbidity and mortality rate and survival rate. RFA is always associated to systemic chemotherapy and external radiotherapy. RFA alone is not enough but it is one part of a multimodality treatment which includes chemo and radiotherapy. Different aspects related to interaction between RFA and cancer arose since when we started in 2007: the most promising is the immune modulation operated by RFA. We think that future studies must investigate this field together with a randomized study that will confirm or not this impressive data of survival rate.
2013
radiofrequency; pancreatic carcinoma; local ablation
L’ABLAZIONE CON RADIOFREQUENZA NEL CARCINOMA PANCREATICO IN STADIO III: UNA NUOVA VIA DA SEGUIRE? Frigerio I. Il carcinoma del pancreas ha una prognosi infausta anche quando la diagnosi è precoce. Viene considerata una malattia sistemica anche nei casi di neoplasia localizzata. L’intervento chirurgico gioca è l’unica chance di cura per i pazienti candidabili a chirurgia radicale mentre se sono presenti metastasi a distanza la chemioterapia palliativa è il trattamento di scelta. Rimane una grossa fetta di pazienti affetti da neoplasia localmente avanzata: posso essi beneficiare di un trattamento locale? Abbiamo trattato con radiofrequenza i pazienti affetti da adenocarcinoma pancreatico in stadio III: il primo passo è stato definire un modello riproducibile, efficace e sicuro. L’obietivo è stato raggiunto con i primi 50 pazienti, con un tasso di complicanze legate alla procedura del 12% e una mortalità del 2%. Abbiamo intuito che questi pazienti da noi trattati sembravano avere una sopravvivenza maggiore dell’attesa e, indagando questo dato nei primi 100 pazienti è emerso che la sopravvivenza complessiva è stata di 20 mesi e quella specifica legata alla malattia è stata di 23 mesi, significativamente maggiore I quella dei pazienti sottoposti a radio-chemioterapia tradizionale. Al momento attuale abbiamo trattato 182 pazienti senza variazioni significative delle mortalitò, morbidità e sopravvivenza. La RFA viene sempre associata alla chemioterapia sistemica e alla radioterapia esterna: la RFA costituisce un elemento del trattamento multimodale che riteniamo essere indispensabile nella cura del cancro del pancreas. Un aspetto molto interessante è emerso dagli studi di vari gruppi in questi anni in cui noi ci siamo deidcati alla radiofrequenza: l’immunomodulazione operata dalla RFA che può modificare la storia naturale della malattia. Riteniamo fondamentale l’approfondimento di questo aspetto oltre che l’attuazione di uno studio randomizzato che confermi o meno i risultati osservazionali sulle sopravvivenze.
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