Introduzione: presentiamo un’analisi retrospettiva dei risultati a medio e lungo termine sulla ricostruzione in situ con homograft arterioso criopreservato utilizzato nel trattamento delle infezioni protesiche aorto-iliache. Materiali e metodi: da Gennaio 2002 a Dicembre 2012, 25 pazienti con diagnosi di infezione protesica aorto-iliaca sono stati sottoposti ad intervento di asportazione protesica e ricostruzione in situ con allograft arterioso criopreservato presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. Tutti i pazienti furono seguiti al follow-up mediante visita clinica e angio-TC addome ad uno e sei mesi durante il primo anno, successivamente mediante ecocolor doppler aorto-iliaco annualmente, riservando l’angio-TC solo in casi selezionati. Il follow-up medio fu di 46 mesi (range 2-112), 3 pazienti furono persi al follow-up. Risultati: alla laparotomia esplorativa 9 pazienti (36%) presentavano una fistula aorto-enterica. La ricostruzione chirurgica in situ consistette in 5 by pass aorto-aortici, 4 aorto-bisiliaci, 11 aorto-bifemorali, 3 aorto-iliaci con anastomosi femorale controlaterale e 2 by pass iliaco-femorali. Un paziente (4%) necessitò della precoce rimozione dell’homograft e confezionamento di by-pass axillo-femorale a causa di una deiscenza intestinale recidiva. La mortalità post-operatoria fu del 24%, un paziente (4%) morì per shock emorragico provocato dalla rottura precoce dell’homograft, altri 5 pazienti (20%) morirono per complicanze settiche dovute a deiscenza intestinale recidiva. Tra i 18 pazienti seguiti al follow-up, vennero eseguiti 2 re-interventi (11%): uno dovuto a trombosi ed re-infezione protesica, l’altro, invece, a fistola aorto-enterica con deiscenza dell’anastomosi aortica prossimale. Non ci furono amputazioni maggiori. Conclusioni: nella nostra esperienza la ricostruzione in situ con homograft arterioso criopreservato mostra ridotti tassi di mortalità e morbilità e può essere considerata una valida alternativa nel trattamento delle infezioni protesiche aortiche addominali.

Introduction: We report a retrospective analysis of medium and long-term results about in situ reconstruction with cryopreserved arterial allograft (CAA) for aorto-iliac prosthetic infections. Material and methods: From January 2002 to December 2012, 25 patients with diagnoses of aorto-iliac prosthetic infection, underwent in situ arterial allograft replacement at the Department of Vascular Surgery, Santa Chiara Hospital, Trento. All patients were followed by clinical examination and CT at 1 and 6 months during the first year, thereafter by yearly duplex scanner and CT-scan in selected cases. Mean follow-up was 46 months (range 2-112); 3 patients were lost at follow-up. Results: At the explorative laparotomy 9 patients (36%) showed an aorto-enteric fistula (AEF). Surgical in situ reconstruction consisted of 5 aorto-aortic, 4 aorto-bisiliac, 11 aorto-bifemoral, 3 aorto-iliac with controlateral femoral anastomoses and 2 iliac-femoral by-passes. One patient (4%) needed early allograft removal and axillobifemoral reconstruction due to recurrent AEF. Overall post-operative mortality rate was 24%; one patient (4%) died for haemorrhagic shock due to homograft rupture, other five patients (20%) died for septic shock caused by persistent enteric fistula. Among the 18 patients at follow-up, two reinterventions (11%) were required: one due to graft thrombosis and recurrent, the other one due to proximal anastomoses. No major limb amputations were recorded. Conclusions: In our experience in situ reconstruction with cryopreserved arterial homograft showed low morbidity and mortality rates and should be considered a valid option for the treatment of abdominal aortic prosthetic infections.

Infezioni protesiche nella chirurgia vascolare ricostruttiva

BARATTO, Francesca
2013-01-01

Abstract

Introduction: We report a retrospective analysis of medium and long-term results about in situ reconstruction with cryopreserved arterial allograft (CAA) for aorto-iliac prosthetic infections. Material and methods: From January 2002 to December 2012, 25 patients with diagnoses of aorto-iliac prosthetic infection, underwent in situ arterial allograft replacement at the Department of Vascular Surgery, Santa Chiara Hospital, Trento. All patients were followed by clinical examination and CT at 1 and 6 months during the first year, thereafter by yearly duplex scanner and CT-scan in selected cases. Mean follow-up was 46 months (range 2-112); 3 patients were lost at follow-up. Results: At the explorative laparotomy 9 patients (36%) showed an aorto-enteric fistula (AEF). Surgical in situ reconstruction consisted of 5 aorto-aortic, 4 aorto-bisiliac, 11 aorto-bifemoral, 3 aorto-iliac with controlateral femoral anastomoses and 2 iliac-femoral by-passes. One patient (4%) needed early allograft removal and axillobifemoral reconstruction due to recurrent AEF. Overall post-operative mortality rate was 24%; one patient (4%) died for haemorrhagic shock due to homograft rupture, other five patients (20%) died for septic shock caused by persistent enteric fistula. Among the 18 patients at follow-up, two reinterventions (11%) were required: one due to graft thrombosis and recurrent, the other one due to proximal anastomoses. No major limb amputations were recorded. Conclusions: In our experience in situ reconstruction with cryopreserved arterial homograft showed low morbidity and mortality rates and should be considered a valid option for the treatment of abdominal aortic prosthetic infections.
2013
aortic infection; aorto-enteric fistula; graft infection; cryopreserved homograft.
Introduzione: presentiamo un’analisi retrospettiva dei risultati a medio e lungo termine sulla ricostruzione in situ con homograft arterioso criopreservato utilizzato nel trattamento delle infezioni protesiche aorto-iliache. Materiali e metodi: da Gennaio 2002 a Dicembre 2012, 25 pazienti con diagnosi di infezione protesica aorto-iliaca sono stati sottoposti ad intervento di asportazione protesica e ricostruzione in situ con allograft arterioso criopreservato presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. Tutti i pazienti furono seguiti al follow-up mediante visita clinica e angio-TC addome ad uno e sei mesi durante il primo anno, successivamente mediante ecocolor doppler aorto-iliaco annualmente, riservando l’angio-TC solo in casi selezionati. Il follow-up medio fu di 46 mesi (range 2-112), 3 pazienti furono persi al follow-up. Risultati: alla laparotomia esplorativa 9 pazienti (36%) presentavano una fistula aorto-enterica. La ricostruzione chirurgica in situ consistette in 5 by pass aorto-aortici, 4 aorto-bisiliaci, 11 aorto-bifemorali, 3 aorto-iliaci con anastomosi femorale controlaterale e 2 by pass iliaco-femorali. Un paziente (4%) necessitò della precoce rimozione dell’homograft e confezionamento di by-pass axillo-femorale a causa di una deiscenza intestinale recidiva. La mortalità post-operatoria fu del 24%, un paziente (4%) morì per shock emorragico provocato dalla rottura precoce dell’homograft, altri 5 pazienti (20%) morirono per complicanze settiche dovute a deiscenza intestinale recidiva. Tra i 18 pazienti seguiti al follow-up, vennero eseguiti 2 re-interventi (11%): uno dovuto a trombosi ed re-infezione protesica, l’altro, invece, a fistola aorto-enterica con deiscenza dell’anastomosi aortica prossimale. Non ci furono amputazioni maggiori. Conclusioni: nella nostra esperienza la ricostruzione in situ con homograft arterioso criopreservato mostra ridotti tassi di mortalità e morbilità e può essere considerata una valida alternativa nel trattamento delle infezioni protesiche aortiche addominali.
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