La proposta di questo contributo è quello d’interpretare il senso ultimo del concetto di “spirito” come rovesciamento della logica oppositiva, volta alla contesa di un bene di consumo, a quella solidaristica, volta al godimento di un bene personale. Negli ultimi decenni fra gli economisti e i sociologi si è diffusa la convinzione che il sistema dell’economia mondiale sia orientato verso un concetto di “ricchezza” e di “PIL” decisamente unilaterale. A questo proposito negli ultimi decenni è stata proposta la distinzione fra “beni relazionali” e “beni di mercato”. I “beni relazionali” hanno a che fare con la creazione, l’approfondimento e la fioritura delle relazioni personali. La loro caratteristica principale è la gratuità: cioè lo sforzo per produrli non mira ad ottenere un vantaggio che trascenda la produzione del bene stesso. Una distinzione simile era stata formulata nel 1913 da Scheler a proposito dei “beni divisibili” e dei “beni condivisibili”. In Scheler il senso ultimo dello “spirituale” va ricercato proprio nella produzione di una ricchezza personale e solidaristica, cioè nella produzione di “beni condivisibili”. Mi pare inoltre che l’ espressione “beni condivisibili” colga meglio di quella di “beni relazionali” l’aspetto centrale della questione che rinvia al tema dell’esemplarità e della solidarietà. Nell’esemplarità ogni disvelamento ulteriore del mondo dei valori a opera di una singola persona si pone in una ottica solidaristica e non oppositiva. Un bene di consumo come il petrolio può essere utilizzato solo se spartito, e quindi conteso, al contrario un bene condivisibile, come un’ opera d’arte o un bene culturale, può essere goduto solo in uno sforzo solidaristico comune senza essere suddiviso. Più una nazione consuma petrolio, meno petrolio sarà disponibile per le altre nazioni, maggiore sarà la lotta per la sua contesa, maggiore sarà l’uniformizzazione. Al contrario più avanzo nel godimento di un bene condivisibile più promuovo l’ulteriore con- divisione di quel valore.

Il concetto di spirito e la formazione della persona nella filosofia di Max Scheler

CUSINATO, Guido
2011-01-01

Abstract

La proposta di questo contributo è quello d’interpretare il senso ultimo del concetto di “spirito” come rovesciamento della logica oppositiva, volta alla contesa di un bene di consumo, a quella solidaristica, volta al godimento di un bene personale. Negli ultimi decenni fra gli economisti e i sociologi si è diffusa la convinzione che il sistema dell’economia mondiale sia orientato verso un concetto di “ricchezza” e di “PIL” decisamente unilaterale. A questo proposito negli ultimi decenni è stata proposta la distinzione fra “beni relazionali” e “beni di mercato”. I “beni relazionali” hanno a che fare con la creazione, l’approfondimento e la fioritura delle relazioni personali. La loro caratteristica principale è la gratuità: cioè lo sforzo per produrli non mira ad ottenere un vantaggio che trascenda la produzione del bene stesso. Una distinzione simile era stata formulata nel 1913 da Scheler a proposito dei “beni divisibili” e dei “beni condivisibili”. In Scheler il senso ultimo dello “spirituale” va ricercato proprio nella produzione di una ricchezza personale e solidaristica, cioè nella produzione di “beni condivisibili”. Mi pare inoltre che l’ espressione “beni condivisibili” colga meglio di quella di “beni relazionali” l’aspetto centrale della questione che rinvia al tema dell’esemplarità e della solidarietà. Nell’esemplarità ogni disvelamento ulteriore del mondo dei valori a opera di una singola persona si pone in una ottica solidaristica e non oppositiva. Un bene di consumo come il petrolio può essere utilizzato solo se spartito, e quindi conteso, al contrario un bene condivisibile, come un’ opera d’arte o un bene culturale, può essere goduto solo in uno sforzo solidaristico comune senza essere suddiviso. Più una nazione consuma petrolio, meno petrolio sarà disponibile per le altre nazioni, maggiore sarà la lotta per la sua contesa, maggiore sarà l’uniformizzazione. Al contrario più avanzo nel godimento di un bene condivisibile più promuovo l’ulteriore con- divisione di quel valore.
2011
9788857507088
Spirito; solidarità; beni relazionali; condivisione
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