Non esiste uno studio complessivo sulla precettistica epistolare italiana nel XVIII secolo: da questa constatazione è nata una ricerca i cui risultati sono qui raccolti. Si tratta di un tentativo di indagare nella sua globalità il fenomeno dei manuali o dei trattati per imparare a scrivere lettere, ossia di pubblicazioni anche molto diverse fra loro che, nonostante oggi siano spesso dimenticate, ebbero talvolta grande successo di pubblico nel XVIII secolo. In questo lavoro ho studiato l’epistolografia settecentesca partendo, quindi, da una prospettiva tutta interna e in gran parte nuova per l’Italia: oggetto di studio principale è, infatti, la manualistica. Ho ovviamente tenuto ben presente che essa non era rivolta ai letterati più eruditi, ma alle ampie platee, certo meno dotte, dei nuovi alfabetizzati: proprio per ciò questa letteratura diventa ora per noi lo specchio fedele di convinzioni diffuse e ben radicate, di sicuro presenti anche nella formazione delle persone colte. Ne esce un panorama ricco di nuove voci, nel quale si notano sia il grande successo della produzione epistolare e precettistica francese tradotta in italiano, sia la buona accoglienza di opere più legate alla tradizione italiana oppure che già proponevano come modelli le lettere di scrittori italiani settecenteschi. La considerazione da parte degli studiosi delle opere qui presentate credo sia imprescindibile se si vuol tentare, con umiltà, di descrivere il fenomeno della scrittura epistolare settecentesca utilizzando categorie allora effettivamente esistenti, senza lasciarsi trascinare dalla voglia di porre etichette ideologiche tutte nostre ad un fenomeno che altrimenti non è oggettivamente indagabile nella sua globalità.

Scrivere lettere nel XVIII secolo: precettistica, prassi e letteratura,

FORNER, Fabio
2012-01-01

Abstract

Non esiste uno studio complessivo sulla precettistica epistolare italiana nel XVIII secolo: da questa constatazione è nata una ricerca i cui risultati sono qui raccolti. Si tratta di un tentativo di indagare nella sua globalità il fenomeno dei manuali o dei trattati per imparare a scrivere lettere, ossia di pubblicazioni anche molto diverse fra loro che, nonostante oggi siano spesso dimenticate, ebbero talvolta grande successo di pubblico nel XVIII secolo. In questo lavoro ho studiato l’epistolografia settecentesca partendo, quindi, da una prospettiva tutta interna e in gran parte nuova per l’Italia: oggetto di studio principale è, infatti, la manualistica. Ho ovviamente tenuto ben presente che essa non era rivolta ai letterati più eruditi, ma alle ampie platee, certo meno dotte, dei nuovi alfabetizzati: proprio per ciò questa letteratura diventa ora per noi lo specchio fedele di convinzioni diffuse e ben radicate, di sicuro presenti anche nella formazione delle persone colte. Ne esce un panorama ricco di nuove voci, nel quale si notano sia il grande successo della produzione epistolare e precettistica francese tradotta in italiano, sia la buona accoglienza di opere più legate alla tradizione italiana oppure che già proponevano come modelli le lettere di scrittori italiani settecenteschi. La considerazione da parte degli studiosi delle opere qui presentate credo sia imprescindibile se si vuol tentare, con umiltà, di descrivere il fenomeno della scrittura epistolare settecentesca utilizzando categorie allora effettivamente esistenti, senza lasciarsi trascinare dalla voglia di porre etichette ideologiche tutte nostre ad un fenomeno che altrimenti non è oggettivamente indagabile nella sua globalità.
2012
9788864641966
Epistolografia; Settecento; Letteratura italiana
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