Definire quali sono i risultati di un servizio è complesso ancora di più quando, nella sua erogazione, sono coinvolti molti operatori (medici, infermieri, fisioterapisti, operatori di supporto, dietisti ed altri) di cui si vuole isolare il contributo per comprendere quanto riesce a fare la differenza sui pazienti: si tratta di una sfida che sta sollecitando da molto tempo diverse popolazioni professionali. Per gli infermieri, non poter misurare – o avere difficoltà a misurare – l’efficacia di quanto svolgono e/o di quanto sono in grado di influenzare l’esito di un paziente, rappresenta un vuoto importante di conoscenze. 1 Da questo dipende anche la loro discussa ‘invisibilità’ verso i manager, gli altri operatori 2 ed, a volte, verso i pazienti e/o l’opinione pubblica. Gli effetti delle cure infermieristiche non sono ancora molto chiari e l’esigenza di definire un set di esiti globalmente accettato, espresso in un linguaggio omogeneo e misurabile attraverso le metodologie formalmente riconosciute, costituisce una delle priorità dell’infermieristica mondiale. Disporre di un set di esiti consentirebbe, infatti, di: 1. documentare i cambiamenti dello stato dei pazienti, che dipendono dagli infermieri; 2. attivare strategie per migliorare gli esiti nelle realtà che, dal confronto multicentrico, non esprimono i risultati attesi e/o accettabili; 3. progettare strumenti di documentazione dell’assistenza focalizzati sugli esiti da perseguire; 4. focalizzare la preparazione degli studenti infermieri sugli esiti clinici che l’infermieristica è in grado di influenzare nella pratica; 5. sviluppare alcuni comportamenti di caring: sino a quando non siamo certi che effettivamente producono un migliore risultato, altrimenti molte affermazioni (come ad esempio la personalizzazione delle cure o la presa in carico) rimarranno teoriche e non rese operative o valutabili nella pratica infermieristica. 6) sostenere i direttori dei servizi nella definizione delle risorse necessarie all’assistenza in base agli studi che documentano l’associazione tra esiti migliori e quantità del personale e superare ‘l’intangibilità’ del caring.

Esiti sensibili alle cure infermieristiche: analisi critica della letteratura.

PALESE, ALVISA;Tomietto, Marco;
2008-01-01

Abstract

Definire quali sono i risultati di un servizio è complesso ancora di più quando, nella sua erogazione, sono coinvolti molti operatori (medici, infermieri, fisioterapisti, operatori di supporto, dietisti ed altri) di cui si vuole isolare il contributo per comprendere quanto riesce a fare la differenza sui pazienti: si tratta di una sfida che sta sollecitando da molto tempo diverse popolazioni professionali. Per gli infermieri, non poter misurare – o avere difficoltà a misurare – l’efficacia di quanto svolgono e/o di quanto sono in grado di influenzare l’esito di un paziente, rappresenta un vuoto importante di conoscenze. 1 Da questo dipende anche la loro discussa ‘invisibilità’ verso i manager, gli altri operatori 2 ed, a volte, verso i pazienti e/o l’opinione pubblica. Gli effetti delle cure infermieristiche non sono ancora molto chiari e l’esigenza di definire un set di esiti globalmente accettato, espresso in un linguaggio omogeneo e misurabile attraverso le metodologie formalmente riconosciute, costituisce una delle priorità dell’infermieristica mondiale. Disporre di un set di esiti consentirebbe, infatti, di: 1. documentare i cambiamenti dello stato dei pazienti, che dipendono dagli infermieri; 2. attivare strategie per migliorare gli esiti nelle realtà che, dal confronto multicentrico, non esprimono i risultati attesi e/o accettabili; 3. progettare strumenti di documentazione dell’assistenza focalizzati sugli esiti da perseguire; 4. focalizzare la preparazione degli studenti infermieri sugli esiti clinici che l’infermieristica è in grado di influenzare nella pratica; 5. sviluppare alcuni comportamenti di caring: sino a quando non siamo certi che effettivamente producono un migliore risultato, altrimenti molte affermazioni (come ad esempio la personalizzazione delle cure o la presa in carico) rimarranno teoriche e non rese operative o valutabili nella pratica infermieristica. 6) sostenere i direttori dei servizi nella definizione delle risorse necessarie all’assistenza in base agli studi che documentano l’associazione tra esiti migliori e quantità del personale e superare ‘l’intangibilità’ del caring.
2008
assistenza infermieristica; organizzazione sanitaria; esiti assistenziali; infermiere
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