In antico regime qualunque richiesta rivolta all’autorità – licenze, condoni, aiuti, sgravi fiscali, privilegi, grazie – si presentava in forma di supplica, uno strumento pervasivo per la sua diffusione. Come è noto, la supplica suggella un accordo tra mittente e destinatario – il supplicante chiede l’intervento delle autorità e in cambio promette fedeltà e obbedienza –, ed essa trovava ascolto se formulata secondo precisi modelli retorici. L’esame delle suppliche inviate al Consiglio della città di Rovereto evidenzia, infatti, come i supplicanti in possesso di prerogative sociali ed economiche facessero leva su questi privilegi per piegare a proprio favore la volontà dei concedenti, mentre coloro che non erano in grado di rivendicare alcuna prerogative si preoccupavano di offrire un servizio in cambio della concessione della supplica: in entrambi i casi contrattavano uno scambio. In queste lettere i supplicanti mostrano di essere estremamente consapevoli delle diverse prerogative derivanti dalla cittadinanza e dalla residenza pluriennale: più era profonda l’integrazione nel tessuto cittadino e maggiori erano le richieste che avanzavano e che venivano soddisfatte.

I privilegi della residenza. Suppliche di cittadini, abitanti e abitanti forestieri al consiglio di Rovereto (secoli XVII-XVIII)

GARBELLOTTI, Marina
2002-01-01

Abstract

In antico regime qualunque richiesta rivolta all’autorità – licenze, condoni, aiuti, sgravi fiscali, privilegi, grazie – si presentava in forma di supplica, uno strumento pervasivo per la sua diffusione. Come è noto, la supplica suggella un accordo tra mittente e destinatario – il supplicante chiede l’intervento delle autorità e in cambio promette fedeltà e obbedienza –, ed essa trovava ascolto se formulata secondo precisi modelli retorici. L’esame delle suppliche inviate al Consiglio della città di Rovereto evidenzia, infatti, come i supplicanti in possesso di prerogative sociali ed economiche facessero leva su questi privilegi per piegare a proprio favore la volontà dei concedenti, mentre coloro che non erano in grado di rivendicare alcuna prerogative si preoccupavano di offrire un servizio in cambio della concessione della supplica: in entrambi i casi contrattavano uno scambio. In queste lettere i supplicanti mostrano di essere estremamente consapevoli delle diverse prerogative derivanti dalla cittadinanza e dalla residenza pluriennale: più era profonda l’integrazione nel tessuto cittadino e maggiori erano le richieste che avanzavano e che venivano soddisfatte.
2002
8815089810
Supplica; cittadinanza; incolato; residenza; stranieri; Rovereto; età moderna
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