Questa tesi ha investigato il ruolo svolto dalle donne nell’ambito dello ‘Scottish Renaissance,’ interrogandosi sulla definizione stessa di tale movimento letterario ed evidenziando come il loro contributo a questo particolare movimento culturale sia stato determinante sia in ambito letterario che critico e come esso sia stato, fino a tempi molto recenti, trascurato dalla critica. Si è cercando pertanto di indagare il ruolo svolto da alcune scrittrici, in particolare Catherine Carswell, Willa Muir e Nan Shepherd, e dimostrare come il loro contributo teorico e/o creativo abbia portato ad una importante ri-definizione dello stesso movimento analizzando, come suggeriscono Marina Camboni e Susan Stanford Friedman, oltre ai fattori culturali anche quelli storici, sociali, politici, personali e interpersonali. Lo scopo di questa tesi è stato quindi quello di dimostrare come il loro contributo sia stato non casuale ma un conscio impegno nei confronti del modernismo scozzese e come tale contributo metta in discussione gli autori appartenenti al ‘panteon maschile’ della letteratura scozzese con i quali ebbero delle connessioni rilevanti. Si è cercato inoltre di evidenziare la duplice difficoltà nel guardare al modernismo scozzese oggi: la prima è, ancora riscoprire e rivalutare i ruoli e le opere delle scrittrici di questo periodo, mentre il secondo è quello di collocare tali scrittrici come soggetti storici e soprattutto come agenti attivi per poter integrare le loro esperienze e le loro storie nel paesaggio geopolitico e culturale. Partendo dalle teorie di “locational feminism” di Susan Stanford Friedman e dal concetto di “networking women” di Marina Camboni, questa tesi ha esaminato i network creati da queste tre scrittrici tra di loro e con altri autori del modernismo scozzese, la loro complicata relazione con la Scozia e con il nazionalismo e l’ibridismo e la dinamicità delle loro opere, dimostrando in primo luogo come esse siano riuscite ad esplorare nella loro narrativa le loro esperienze, costruendo una rappresentazione di se stesse e sfuggendo alle rappresentazioni stereotipate proprie della cultura patriarcale, ed in secondo luogo ad evidenziare il loro specifico contributo al modernismo scozzese.

This doctoral thesis investigates the role of women within the ‘Scottish Renaissance’ shedding light on how their contribution was fundamental, both with regard to the literary aspect and to the critical one and showing how, until recently, it was long marginalised by critics. The thesis focuses on the role of three writers, Catherine Carswell, Willa Muir, and Nan Shepherd, showing how their creative and theoretical contribution can lead to an important re-definition of this literary movement, analysing, as Marina Camboni and Susan Stanford Friedman have suggested, not only cultural but also historical, political, social, and personal factors. The purpose of this thesis has been to emphasise how the contribution of Scottish women authors was not a casual event but a conscious effort toward the construction of Scottish modernism, and how they often challenged and questioned the role and works of the members of the ‘male Pantheon’ of contemporary Scottish writers, with whom they had many and relevant connections. The aim of this work has been to emphasise the dual challenge in looking at Scottish Modernism from a gendered perspective today: the first is, still, to re-discover or re-assess the role and works of women writers, the second is to place them as historical subjects and, more importantly, as social actors in order to integrate their experiences and stories into the geopolitical and cultural landscape of Modernism . Drawing from Susan Stanford Friedmans’ theory of locational feminism and from Marina Camboni’s theory of networking women this thesis has investigated the network(s) that these women created between them and with other male authors, their often complex relationship with Scotland and with nationalism and the hybridity and dynamicity of their work demonstrating how they successfully managed to explore their experiences, escaping from stereotypical depictions of women in a male literary environment and to emphasise their active role and the specificity of their contribution to Scottish modernism.

‘Tales of their own countries’: re-visioning the Scottish renaissance through the contribution of women writers: Catherine Carswell, Willa Muir and Nan Shepherd.

GARUFI, MARIAGIULIA
2012-01-01

Abstract

This doctoral thesis investigates the role of women within the ‘Scottish Renaissance’ shedding light on how their contribution was fundamental, both with regard to the literary aspect and to the critical one and showing how, until recently, it was long marginalised by critics. The thesis focuses on the role of three writers, Catherine Carswell, Willa Muir, and Nan Shepherd, showing how their creative and theoretical contribution can lead to an important re-definition of this literary movement, analysing, as Marina Camboni and Susan Stanford Friedman have suggested, not only cultural but also historical, political, social, and personal factors. The purpose of this thesis has been to emphasise how the contribution of Scottish women authors was not a casual event but a conscious effort toward the construction of Scottish modernism, and how they often challenged and questioned the role and works of the members of the ‘male Pantheon’ of contemporary Scottish writers, with whom they had many and relevant connections. The aim of this work has been to emphasise the dual challenge in looking at Scottish Modernism from a gendered perspective today: the first is, still, to re-discover or re-assess the role and works of women writers, the second is to place them as historical subjects and, more importantly, as social actors in order to integrate their experiences and stories into the geopolitical and cultural landscape of Modernism . Drawing from Susan Stanford Friedmans’ theory of locational feminism and from Marina Camboni’s theory of networking women this thesis has investigated the network(s) that these women created between them and with other male authors, their often complex relationship with Scotland and with nationalism and the hybridity and dynamicity of their work demonstrating how they successfully managed to explore their experiences, escaping from stereotypical depictions of women in a male literary environment and to emphasise their active role and the specificity of their contribution to Scottish modernism.
2012
Scottish Renaissance; Modernism; gender studies; locational feminism; networking
Questa tesi ha investigato il ruolo svolto dalle donne nell’ambito dello ‘Scottish Renaissance,’ interrogandosi sulla definizione stessa di tale movimento letterario ed evidenziando come il loro contributo a questo particolare movimento culturale sia stato determinante sia in ambito letterario che critico e come esso sia stato, fino a tempi molto recenti, trascurato dalla critica. Si è cercando pertanto di indagare il ruolo svolto da alcune scrittrici, in particolare Catherine Carswell, Willa Muir e Nan Shepherd, e dimostrare come il loro contributo teorico e/o creativo abbia portato ad una importante ri-definizione dello stesso movimento analizzando, come suggeriscono Marina Camboni e Susan Stanford Friedman, oltre ai fattori culturali anche quelli storici, sociali, politici, personali e interpersonali. Lo scopo di questa tesi è stato quindi quello di dimostrare come il loro contributo sia stato non casuale ma un conscio impegno nei confronti del modernismo scozzese e come tale contributo metta in discussione gli autori appartenenti al ‘panteon maschile’ della letteratura scozzese con i quali ebbero delle connessioni rilevanti. Si è cercato inoltre di evidenziare la duplice difficoltà nel guardare al modernismo scozzese oggi: la prima è, ancora riscoprire e rivalutare i ruoli e le opere delle scrittrici di questo periodo, mentre il secondo è quello di collocare tali scrittrici come soggetti storici e soprattutto come agenti attivi per poter integrare le loro esperienze e le loro storie nel paesaggio geopolitico e culturale. Partendo dalle teorie di “locational feminism” di Susan Stanford Friedman e dal concetto di “networking women” di Marina Camboni, questa tesi ha esaminato i network creati da queste tre scrittrici tra di loro e con altri autori del modernismo scozzese, la loro complicata relazione con la Scozia e con il nazionalismo e l’ibridismo e la dinamicità delle loro opere, dimostrando in primo luogo come esse siano riuscite ad esplorare nella loro narrativa le loro esperienze, costruendo una rappresentazione di se stesse e sfuggendo alle rappresentazioni stereotipate proprie della cultura patriarcale, ed in secondo luogo ad evidenziare il loro specifico contributo al modernismo scozzese.
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