La conoscenza del comportamento e del destino delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente è un elemento determinante per una corretta valutazione della loro pericolosità per la salute dell'uomo e del loro impatto sugli ecosistemi. Ciò nonostante, molte delle sostanze che oggi vengono disperse nell'ambiente attraverso le più svariate attività umane sono state poco o per nulla valutate sotto questo profilo. Obiettivo della presente ricerca è fornire un contributo in questo settore attraverso la proposta di una metodologia di studio applicata ad una specifica classe di pesticidi: i fungicidi dicarbossimidici. Questi composti, caratterizzati da una tossicità acuta assai modesta (le LD50 orali nel ratto sono dell'ordine di diverse migliaia di mg/kg) e, quindi, impiegati estesamente e senza particolari limitazioni, sono peraltro poco conosciuti sul piano della mobilità e della degradazione nell'ambiente, così come degli effetti conseguenti ad una esposizione prolungata a loro residui, del potenziale cancerogeno, della teratogenicità ed embriotossicità.

La conoscenza del comportamento e del destino delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente è un elemento determinante per una corretta valutazione della loro pericolosità per la salute dell'uomo e del loro impatto sugli ecosistemi. Ciò nonostante, molte delle sostanze che oggi vengono disperse nell'ambiente attraverso le più svariate attività umane sono state poco o per nulla valutate sotto questo profilo. Obiettivo della presente ricerca è fornire un contributo in questo settore attraverso la proposta di una metodologia di studio applicata ad una specifica classe di pesticidi: i fungicidi dicarbossimidici. Questi composti, caratterizzati da una tossicità acuta assai modesta (le LD50 orali nel ratto sono dell'ordine di diverse migliaia di mg/kg) e, quindi, impiegati estesamente e senza particolari limitazioni, sono peraltro poco conosciuti sul piano della mobilità e della degradazione nell'ambiente, così come degli effetti conseguenti ad una esposizione prolungata a loro residui, del potenziale cancerogeno, della teratogenicità ed embriotossicità.

RILEVANZA DEI FATTORI AMBIENTALI E DELLE TRASFORMAZIONI METABOLICHE SULLA TOSSICITA' DEI PESTICIDI E SULLA PERICOLOSITA' DEI LORO RESIDUI NEGLI ALIMENTI. PROPOSTA DI UNA METODOLOGIA DI STUDIO APPLICATA AI FUNGICIDI DICARBOSSIMIDICI

POLETTINI, ALDO ELIANO
1992-01-01

Abstract

La conoscenza del comportamento e del destino delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente è un elemento determinante per una corretta valutazione della loro pericolosità per la salute dell'uomo e del loro impatto sugli ecosistemi. Ciò nonostante, molte delle sostanze che oggi vengono disperse nell'ambiente attraverso le più svariate attività umane sono state poco o per nulla valutate sotto questo profilo. Obiettivo della presente ricerca è fornire un contributo in questo settore attraverso la proposta di una metodologia di studio applicata ad una specifica classe di pesticidi: i fungicidi dicarbossimidici. Questi composti, caratterizzati da una tossicità acuta assai modesta (le LD50 orali nel ratto sono dell'ordine di diverse migliaia di mg/kg) e, quindi, impiegati estesamente e senza particolari limitazioni, sono peraltro poco conosciuti sul piano della mobilità e della degradazione nell'ambiente, così come degli effetti conseguenti ad una esposizione prolungata a loro residui, del potenziale cancerogeno, della teratogenicità ed embriotossicità.
1992
ENVIRONMENTAL TOXICOLOGY; FORENSIC TOXICOLOGY
La conoscenza del comportamento e del destino delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente è un elemento determinante per una corretta valutazione della loro pericolosità per la salute dell'uomo e del loro impatto sugli ecosistemi. Ciò nonostante, molte delle sostanze che oggi vengono disperse nell'ambiente attraverso le più svariate attività umane sono state poco o per nulla valutate sotto questo profilo. Obiettivo della presente ricerca è fornire un contributo in questo settore attraverso la proposta di una metodologia di studio applicata ad una specifica classe di pesticidi: i fungicidi dicarbossimidici. Questi composti, caratterizzati da una tossicità acuta assai modesta (le LD50 orali nel ratto sono dell'ordine di diverse migliaia di mg/kg) e, quindi, impiegati estesamente e senza particolari limitazioni, sono peraltro poco conosciuti sul piano della mobilità e della degradazione nell'ambiente, così come degli effetti conseguenti ad una esposizione prolungata a loro residui, del potenziale cancerogeno, della teratogenicità ed embriotossicità.
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