La presente ricerca è stata volta ad esaminare il linguaggio iconografico che le città utilizzavano per rappresentarsi. L’immagine della dea Tyche, in quanto protettrice e personificazione di città, è stata a lungo utilizzata dalle città, sia in periodo ellenistico che romano, per una rappresentazione iconografica del loro status. Il modello iconografico di Tyche è stato indagato nella sua relazione con i vari gradi di indipendenza delle città del mondo greco-orientale, in periodo ellenistico e romano, mostrando una chiara ideologia politica alla base dell’utilizzo del modello. Partendo dall’analisi una moneta proveniente da Seleucia al Calicadno, in Cilicia, regione dell’attuale Turchia, vengono presi in esame i concetti giuridici fatti persona, con particolare attenzione al tema dell’integrazione delle città orientali nella romanità, mettendo anche in evidenza i cambiamenti determinati dall’editto dell’imperatore Caracalla. L’immagine di Tyche serviva anche da tema mitico connesso ai miti di fondazioni delle città, sia in ambito microasiatico, dove si era inserita nella mitologia delle Amazzoni eponime di città, sia nel mondo romano con la fondazione di Roma o di Lavinio, rappresentate nei fregi del Museo Nazionale Romano (provenienti dalla Basilica Aemilia e dal Colombario della gens Statilia sull'Esquilino), sia nel mondo orientale e africano, con i paralleli provenienti dal Niger e dall'area balcanica. La raffigurazione dell’elemento femminile a protezione della città risultava codificato iconograficamente nel modello della dea Tyche e delle numerose divinità che condividevano con la dea questo ruolo protettivo, quali Tutela, Genius, Cybele, la Dea Roma. Lo stesso elemento femminile si ritrova archeologicamente presente nelle sepolture rituali sotto le mura o le porte delle città. Le sepolture e le uccisioni rituali hanno avuto un carattere apotropaico e hanno messo in relazione l’elemento femminile con la fondazione della città. Questa chiave di lettura aiuta a comprendere la morte per seppellimento delle Vestali incestae, e il luogo della loro sepoltura presso la porta della città, luogo carico di significato simbolico. I capitoli della ricerca prendono in esame aspetti diversi dell’immagine della Tyche, che segna il filo conduttore dello studio, mostrando l’importanza, nel mondo antico, dell’iconografia della dea come modello di autorappresentazione da parte delle città dell’impero, e da parte della stessa Roma.

The present research exams the iconographical language used by cities representing themselves. The image of Goddess Tyche, as city protectress and city personification has been used for a long time by cities, in Hellenistic and roman times, representing their status. The iconographical model of Tyche has been investigated in its relationship with the various degrees of independence of the cities in the greek-oriental word, in Hellenistic and Roman period, showing there was a political ideology behind. The analysis of a coin from Seleucia on the Calycadnus, Cilicia (Turkey), shows the use of juridical concepts, with particular attention to the problems of integration and romanization of the greek cities. The situation changed after the Constitutio Antoniniana emanated by Emperor Caracalla. The image of Tyche also served as foundation myth for the cities, in micro-asiatic area or in roman area, as we can see on friezes in the Museo Nazionale Romano (Rome), from the Basilica Aemilia and Colombarius Esquilinus. The idea of a woman as city protectress is based on the iconographical model of Tyche, and many divinities shared with the goddess this protective role as Genius, Cybele, Dea Roma and the Amazons. The same female element is archeologically found in ritual burials under city boundaries , in particular under city walls and city gates. The burials and the ritual killings had an apothropaical function and connected the female element with the city foundation. This is reading key to understand the burial of the Vestals incestae, and the place of their burial near the city wall. The research exams the different uses of the image of Tyche, showing the iconographical importance of the goddess as representation of the cities in Roman Empire and in Rome itself.

L'iconografia delle città libere

BASCHIROTTO, Silvia
2011-01-01

Abstract

The present research exams the iconographical language used by cities representing themselves. The image of Goddess Tyche, as city protectress and city personification has been used for a long time by cities, in Hellenistic and roman times, representing their status. The iconographical model of Tyche has been investigated in its relationship with the various degrees of independence of the cities in the greek-oriental word, in Hellenistic and Roman period, showing there was a political ideology behind. The analysis of a coin from Seleucia on the Calycadnus, Cilicia (Turkey), shows the use of juridical concepts, with particular attention to the problems of integration and romanization of the greek cities. The situation changed after the Constitutio Antoniniana emanated by Emperor Caracalla. The image of Tyche also served as foundation myth for the cities, in micro-asiatic area or in roman area, as we can see on friezes in the Museo Nazionale Romano (Rome), from the Basilica Aemilia and Colombarius Esquilinus. The idea of a woman as city protectress is based on the iconographical model of Tyche, and many divinities shared with the goddess this protective role as Genius, Cybele, Dea Roma and the Amazons. The same female element is archeologically found in ritual burials under city boundaries , in particular under city walls and city gates. The burials and the ritual killings had an apothropaical function and connected the female element with the city foundation. This is reading key to understand the burial of the Vestals incestae, and the place of their burial near the city wall. The research exams the different uses of the image of Tyche, showing the iconographical importance of the goddess as representation of the cities in Roman Empire and in Rome itself.
2011
Storia Romana; Tyche; Vestali; Sacrificio; Synteleia
La presente ricerca è stata volta ad esaminare il linguaggio iconografico che le città utilizzavano per rappresentarsi. L’immagine della dea Tyche, in quanto protettrice e personificazione di città, è stata a lungo utilizzata dalle città, sia in periodo ellenistico che romano, per una rappresentazione iconografica del loro status. Il modello iconografico di Tyche è stato indagato nella sua relazione con i vari gradi di indipendenza delle città del mondo greco-orientale, in periodo ellenistico e romano, mostrando una chiara ideologia politica alla base dell’utilizzo del modello. Partendo dall’analisi una moneta proveniente da Seleucia al Calicadno, in Cilicia, regione dell’attuale Turchia, vengono presi in esame i concetti giuridici fatti persona, con particolare attenzione al tema dell’integrazione delle città orientali nella romanità, mettendo anche in evidenza i cambiamenti determinati dall’editto dell’imperatore Caracalla. L’immagine di Tyche serviva anche da tema mitico connesso ai miti di fondazioni delle città, sia in ambito microasiatico, dove si era inserita nella mitologia delle Amazzoni eponime di città, sia nel mondo romano con la fondazione di Roma o di Lavinio, rappresentate nei fregi del Museo Nazionale Romano (provenienti dalla Basilica Aemilia e dal Colombario della gens Statilia sull'Esquilino), sia nel mondo orientale e africano, con i paralleli provenienti dal Niger e dall'area balcanica. La raffigurazione dell’elemento femminile a protezione della città risultava codificato iconograficamente nel modello della dea Tyche e delle numerose divinità che condividevano con la dea questo ruolo protettivo, quali Tutela, Genius, Cybele, la Dea Roma. Lo stesso elemento femminile si ritrova archeologicamente presente nelle sepolture rituali sotto le mura o le porte delle città. Le sepolture e le uccisioni rituali hanno avuto un carattere apotropaico e hanno messo in relazione l’elemento femminile con la fondazione della città. Questa chiave di lettura aiuta a comprendere la morte per seppellimento delle Vestali incestae, e il luogo della loro sepoltura presso la porta della città, luogo carico di significato simbolico. I capitoli della ricerca prendono in esame aspetti diversi dell’immagine della Tyche, che segna il filo conduttore dello studio, mostrando l’importanza, nel mondo antico, dell’iconografia della dea come modello di autorappresentazione da parte delle città dell’impero, e da parte della stessa Roma.
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