Il presente volume raccoglie una parte dei testi presentati al convegno dal titolo: “III Incontro di Filologia digitale” che ha avuto luogo a Verona nel marzo del 2010. L’ambito della “filologia digitale”, una disciplina in sviluppo che fornisce strumenti di avanguardia non solo nell’ambito delle specifiche filologie, sta coinvolgendo molti giovani studiosi ai quali si è cercato di dare il maggior spazio possibile. L’impatto delle tecnologie digitali ha aperto un nuovo mondo di interazione dinamica che va dalla produzione testuale all’analisi semantica e sintattica, dalla costruzione di archivi digitali a riflessioni teoriche sulle nuove edizioni digitali. Come vuole preannunciare il titolo Linguistica e filologia digitale: aspetti e progetti, i diversi contributi spaziano in ambiti molto differenziati e danno una interessante panoramica delle possibilità di approccio metodologico agli studi di diverse discipline. Al loro interno si possono infatti delineare macro-aree progettuali che cronologicamente spaziano dal sumero alle lingue classiche e da queste (greco e latino) all’italiano antico; metodologicamente si affronta il trattamento di testi epigrafici per arrivare alla linguistica dei corpora di testi della tradizione manoscritta tramite sistemi di taggazione che dimostra come le differenti discipline inducano a diverse scelte a causa della pluralità di stati e variazioni delle loro specifiche tradizioni testuali. La problematica delle edizioni digitali, che costituiscono il punto d’arrivo di numerosi progetti, viene considerata a diversi livelli: dalle riflessioni sulla struttura dell’“archetipo digitale” alla prassi del tagging per l’analisi morfologica e sintattica dei testi, dal trattamento dell’“apparato critico” e delle annotazioni al testo. Lo stato del testo: problemi di encoding di testi medievali manoscritti e di testi di iscrizioni sono strettamente legati a nuove ricerche sui sistemi di scrittura e allo sviluppo di programmi a supporto delle investigazioni epigrafiche e della distribuzione dei segni attraverso diverse culture. Anche la problematica della digitalizzazione di testi antichi a stampa si combina all’analisi del layout e del riconoscimento di sistemi multilingui di scrittura di testi, i cui caratteri diventano convertibili in unicode. Un ulteriore livello di riflessione relativo all’organizzazione di ontologie si trova applicato nella ricostruzione di grammatiche, in cui le tassonomie concettuali grammaticali vengono abbinate ai fatti grammaticali storici ma anche alla realizzazione di net work semantici, che cercano, sulla base di modelli elaborati su lingue moderne, di sviluppare un’applicazione anche per le lingue classiche, formalizzando i rapporti tra i livelli del significato e degli universali semantici in riferimento alla parola. La panoramica offerta dal presente raccolta ci illustra la dinamicità del mondo informatico e mi piace concludere citando uno dei tanti nuovi concetti del mondo digitale forgiato dagli autori Gregory Crane, David Bamman e Alison Jones nel loro articolo ePhilology: when the books talk to their readers, uscito nel A Companion to Digital Literary Studies, e cioè il concetto di cultural informatics, illustrato in questo modo: “ePhilology is part of a larger, cultural informatics: ePhilology represents one particular approach to a comprehensive analysis of earlier culture: we may center our attention on words, but our questions will soon lead us to the evidence of material culture. Classics may be big enough to sustain its own classical informatics, but we would be much better served by contributing to a larger cultural informatics.”

Linguistica e filologia digitale: aspetti e progetti

COTTICELLI, Paola
2011-01-01

Abstract

Il presente volume raccoglie una parte dei testi presentati al convegno dal titolo: “III Incontro di Filologia digitale” che ha avuto luogo a Verona nel marzo del 2010. L’ambito della “filologia digitale”, una disciplina in sviluppo che fornisce strumenti di avanguardia non solo nell’ambito delle specifiche filologie, sta coinvolgendo molti giovani studiosi ai quali si è cercato di dare il maggior spazio possibile. L’impatto delle tecnologie digitali ha aperto un nuovo mondo di interazione dinamica che va dalla produzione testuale all’analisi semantica e sintattica, dalla costruzione di archivi digitali a riflessioni teoriche sulle nuove edizioni digitali. Come vuole preannunciare il titolo Linguistica e filologia digitale: aspetti e progetti, i diversi contributi spaziano in ambiti molto differenziati e danno una interessante panoramica delle possibilità di approccio metodologico agli studi di diverse discipline. Al loro interno si possono infatti delineare macro-aree progettuali che cronologicamente spaziano dal sumero alle lingue classiche e da queste (greco e latino) all’italiano antico; metodologicamente si affronta il trattamento di testi epigrafici per arrivare alla linguistica dei corpora di testi della tradizione manoscritta tramite sistemi di taggazione che dimostra come le differenti discipline inducano a diverse scelte a causa della pluralità di stati e variazioni delle loro specifiche tradizioni testuali. La problematica delle edizioni digitali, che costituiscono il punto d’arrivo di numerosi progetti, viene considerata a diversi livelli: dalle riflessioni sulla struttura dell’“archetipo digitale” alla prassi del tagging per l’analisi morfologica e sintattica dei testi, dal trattamento dell’“apparato critico” e delle annotazioni al testo. Lo stato del testo: problemi di encoding di testi medievali manoscritti e di testi di iscrizioni sono strettamente legati a nuove ricerche sui sistemi di scrittura e allo sviluppo di programmi a supporto delle investigazioni epigrafiche e della distribuzione dei segni attraverso diverse culture. Anche la problematica della digitalizzazione di testi antichi a stampa si combina all’analisi del layout e del riconoscimento di sistemi multilingui di scrittura di testi, i cui caratteri diventano convertibili in unicode. Un ulteriore livello di riflessione relativo all’organizzazione di ontologie si trova applicato nella ricostruzione di grammatiche, in cui le tassonomie concettuali grammaticali vengono abbinate ai fatti grammaticali storici ma anche alla realizzazione di net work semantici, che cercano, sulla base di modelli elaborati su lingue moderne, di sviluppare un’applicazione anche per le lingue classiche, formalizzando i rapporti tra i livelli del significato e degli universali semantici in riferimento alla parola. La panoramica offerta dal presente raccolta ci illustra la dinamicità del mondo informatico e mi piace concludere citando uno dei tanti nuovi concetti del mondo digitale forgiato dagli autori Gregory Crane, David Bamman e Alison Jones nel loro articolo ePhilology: when the books talk to their readers, uscito nel A Companion to Digital Literary Studies, e cioè il concetto di cultural informatics, illustrato in questo modo: “ePhilology is part of a larger, cultural informatics: ePhilology represents one particular approach to a comprehensive analysis of earlier culture: we may center our attention on words, but our questions will soon lead us to the evidence of material culture. Classics may be big enough to sustain its own classical informatics, but we would be much better served by contributing to a larger cultural informatics.”
2011
Linguistica digitale; filologia digitale; edizioni digitali di corpora; archivi metalinguistici digitali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/349077
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