Introduzione. Dal punto di vista della psicologia dello sviluppo e dell’educazione, acquista particolare importanza comprendere quale sia la risonanza interna di eventi di esperienza quotidiana vissuti da bambini di diversa età. Recenti ricerche hanno indagato alcuni aspetti della percezione di benessere e malessere nei bambini (Bornstein, Davidson, Keyes, e Moore, 2003; Fivush, 1998; Fivush, Hazzard, McDermott Sales, Sarfati, e Brown, 2003; Siegal e Peterson, 1999), quali ricordo di eventi emotivi, concetto di malattia e salute, distinzione tra i due domini (Bibace, Wiehe, e Leeman, 2001; Carey, 1995; Fivush et al., 2003; Schmidt e Fröhling, 2000; Wellman e Gelman, 1992). Nonostante ciò indichi un crescente interesse nei confronti di tali tematiche, tuttavia ancora poco si conosce in merito a come vari la rappresentazione del bambino di diversi tipi di stati interni, a seconda che derivino da esperienze positive o negative, e che riguardino la sfera fisica o psicologica. Solo di recente, ricerche sulla narrazione di eventi personali e sulla percezione della loro gravità hanno rivelato una non corrispondenza fra la percezione di bambini di 9 anni e quella loro attribuita dalle proprie madri (Gobbo, Zanon, Raccanello, e Tornatora, 2009). Tuttavia, tali lavori si sono limitati a rilevare la percezione della gravità di eventi negativi di vita quotidiana. Lo scopo principale del presente contributo è stato quindi approfondire il ruolo di alcune variabili sulla percezione dell’impatto dell’evento. Pertanto si è inteso indagare (a) se la percezione dell’intensità emotiva e il giudizio d’importanza delle proprie esperienze si diversifichino a seconda della valenza positiva o negativa e/o del dominio fisico o psicologico. Si è anche esaminato (b) il ruolo dell’età ipotizzando che con essa aumenti la capacità di discriminare l’impatto emotivo e la rilevanza di vari tipi di stati. Si è inoltre osservato (c) se il grado di importanza in bambini e adulti fosse legato alla frequenza con cui hanno esperito i diversi tipi di stati. Infine, si è controllato il ruolo giocato dalle differenze di genere, tenendo conto della presenza di dati discordanti in letteratura. Metodo. A 90 bambini (5, 7 e 9 anni) e 30 adulti è stato proposto (oralmente per i bambini di 5 anni e per iscritto agli altri) un questionario su alcune dimensioni relative a stati di benessere di dominio fisico (BF; es., essere in forma) e psicologico (BP; es., essere felici), e di malessere fisico (MF; es., avere mal di testa) e psicologico (MP; es., essere tristi). Per ogni stato (5 per tipologia) si è chiesto di valutare, con apposite scale Likert a 5 livelli, le seguenti dimensioni: rilevanza, frequenza e impatto emotivo. Risultati. Tramite MANOVA a misure ripetute (con età e genere come fattori tra i soggetti e stato come fattore entro i soggetti) sui punteggi di rilevanza, frequenza e impatto emotivo, sono emersi come significativi l’età (F(9,336)=2.69, p=.005), lo stato (F(9,104)=133.17, p<.001) e l’interazione tra età e stato (F(27,318)=1.72, p=.016), moderata dall’interazione tra età, stato e genere (F(27,318)=1.57, p=.039). Si sono quindi condotte 3 ANOVA separate, una per ciascuna dimensione. In merito alla rilevanza (stato: F(3,336)=132.12, p=.001; età x stato: F(9,336)=3.11, p=.001), gli stati di benessere sono considerati più rilevanti di quelli di malessere; per gli stati di malessere fisico non ci sono differenze tra i bambini delle tre età, ma essi sono più rilevanti per i bambini di 7 e 9 anni rispetto agli adulti. Per quanto riguarda la frequenza (stato: F(3,336)=103.32, p=.001; età: F(3,112)=5.10, p=.002; età x stato x genere: F(9,336)=3.01, p=.002), in generale è considerata più elevata dai bambini di 9 anni, ed è più alta per il benessere rispetto al malessere. Inoltre, a 9 anni i bambini considerano più frequenti gli stati di benessere fisico rispetto alle bambine. In riferimento all’impatto emotivo (stato: F(3,336)=594.23, p=.001; età x stato: F(9,336)=3.92, p=.001; età x stato x genere: F(9,336)=2.42, p=.011), il grado di risonanza di stati fisici di benessere è simile a quello di stati psicologici, mentre il malessere fisico è valutato come più negativo rispetto a quello psicologico, ma solo per le bambine di età minore. Infine, valutazioni di rilevanza e frequenza erano correlate positivamente per ognuna delle 4 tipologie di stati (BF: r=.53; p<.001; BP: r=.47; p<.001; MF: r=.38; p<.001; MP: r=.46; p<.001). In conclusione, i risultati illustrano sia come la percezione di stati diversi per valenza e/o dominio si modifichi con lo sviluppo sia lo stretto legame esistente tra valutazione di importanza nella vita quotidiana e frequenza dell’esperienza personale. Ciò sollecita ulteriori approfondimenti anche in vista di future applicazioni, da un punto di vista psico-educativo, per aiutare genitori e insegnanti a relazionarsi con i bambini in modo più consapevole, alla luce delle conoscenze sulla rappresentazione da loro posseduta.

Percezione di benessere e malessere in adulti e bambini: la rilevanza dell’esperienza dipende dalla frequenza?

RACCANELLO, Daniela
2010-01-01

Abstract

Introduzione. Dal punto di vista della psicologia dello sviluppo e dell’educazione, acquista particolare importanza comprendere quale sia la risonanza interna di eventi di esperienza quotidiana vissuti da bambini di diversa età. Recenti ricerche hanno indagato alcuni aspetti della percezione di benessere e malessere nei bambini (Bornstein, Davidson, Keyes, e Moore, 2003; Fivush, 1998; Fivush, Hazzard, McDermott Sales, Sarfati, e Brown, 2003; Siegal e Peterson, 1999), quali ricordo di eventi emotivi, concetto di malattia e salute, distinzione tra i due domini (Bibace, Wiehe, e Leeman, 2001; Carey, 1995; Fivush et al., 2003; Schmidt e Fröhling, 2000; Wellman e Gelman, 1992). Nonostante ciò indichi un crescente interesse nei confronti di tali tematiche, tuttavia ancora poco si conosce in merito a come vari la rappresentazione del bambino di diversi tipi di stati interni, a seconda che derivino da esperienze positive o negative, e che riguardino la sfera fisica o psicologica. Solo di recente, ricerche sulla narrazione di eventi personali e sulla percezione della loro gravità hanno rivelato una non corrispondenza fra la percezione di bambini di 9 anni e quella loro attribuita dalle proprie madri (Gobbo, Zanon, Raccanello, e Tornatora, 2009). Tuttavia, tali lavori si sono limitati a rilevare la percezione della gravità di eventi negativi di vita quotidiana. Lo scopo principale del presente contributo è stato quindi approfondire il ruolo di alcune variabili sulla percezione dell’impatto dell’evento. Pertanto si è inteso indagare (a) se la percezione dell’intensità emotiva e il giudizio d’importanza delle proprie esperienze si diversifichino a seconda della valenza positiva o negativa e/o del dominio fisico o psicologico. Si è anche esaminato (b) il ruolo dell’età ipotizzando che con essa aumenti la capacità di discriminare l’impatto emotivo e la rilevanza di vari tipi di stati. Si è inoltre osservato (c) se il grado di importanza in bambini e adulti fosse legato alla frequenza con cui hanno esperito i diversi tipi di stati. Infine, si è controllato il ruolo giocato dalle differenze di genere, tenendo conto della presenza di dati discordanti in letteratura. Metodo. A 90 bambini (5, 7 e 9 anni) e 30 adulti è stato proposto (oralmente per i bambini di 5 anni e per iscritto agli altri) un questionario su alcune dimensioni relative a stati di benessere di dominio fisico (BF; es., essere in forma) e psicologico (BP; es., essere felici), e di malessere fisico (MF; es., avere mal di testa) e psicologico (MP; es., essere tristi). Per ogni stato (5 per tipologia) si è chiesto di valutare, con apposite scale Likert a 5 livelli, le seguenti dimensioni: rilevanza, frequenza e impatto emotivo. Risultati. Tramite MANOVA a misure ripetute (con età e genere come fattori tra i soggetti e stato come fattore entro i soggetti) sui punteggi di rilevanza, frequenza e impatto emotivo, sono emersi come significativi l’età (F(9,336)=2.69, p=.005), lo stato (F(9,104)=133.17, p<.001) e l’interazione tra età e stato (F(27,318)=1.72, p=.016), moderata dall’interazione tra età, stato e genere (F(27,318)=1.57, p=.039). Si sono quindi condotte 3 ANOVA separate, una per ciascuna dimensione. In merito alla rilevanza (stato: F(3,336)=132.12, p=.001; età x stato: F(9,336)=3.11, p=.001), gli stati di benessere sono considerati più rilevanti di quelli di malessere; per gli stati di malessere fisico non ci sono differenze tra i bambini delle tre età, ma essi sono più rilevanti per i bambini di 7 e 9 anni rispetto agli adulti. Per quanto riguarda la frequenza (stato: F(3,336)=103.32, p=.001; età: F(3,112)=5.10, p=.002; età x stato x genere: F(9,336)=3.01, p=.002), in generale è considerata più elevata dai bambini di 9 anni, ed è più alta per il benessere rispetto al malessere. Inoltre, a 9 anni i bambini considerano più frequenti gli stati di benessere fisico rispetto alle bambine. In riferimento all’impatto emotivo (stato: F(3,336)=594.23, p=.001; età x stato: F(9,336)=3.92, p=.001; età x stato x genere: F(9,336)=2.42, p=.011), il grado di risonanza di stati fisici di benessere è simile a quello di stati psicologici, mentre il malessere fisico è valutato come più negativo rispetto a quello psicologico, ma solo per le bambine di età minore. Infine, valutazioni di rilevanza e frequenza erano correlate positivamente per ognuna delle 4 tipologie di stati (BF: r=.53; p<.001; BP: r=.47; p<.001; MF: r=.38; p<.001; MP: r=.46; p<.001). In conclusione, i risultati illustrano sia come la percezione di stati diversi per valenza e/o dominio si modifichi con lo sviluppo sia lo stretto legame esistente tra valutazione di importanza nella vita quotidiana e frequenza dell’esperienza personale. Ciò sollecita ulteriori approfondimenti anche in vista di future applicazioni, da un punto di vista psico-educativo, per aiutare genitori e insegnanti a relazionarsi con i bambini in modo più consapevole, alla luce delle conoscenze sulla rappresentazione da loro posseduta.
2010
Benessere; malessere; rilevanza; frequenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/346149
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