La ricerca che presentiamo intende essere un contributo alla storia della cultura storicoreligiosa in Italia. In essa affrontiamo lo studio dell’opera scientifica e accademica di Eugenio Zolli (1881-1956) attraverso la corrispondenza e la collaborazione intrattenuta con Raffaele Pettazzoni (1883-1959) nell’arco di ventisette anni, dal 1925 al 1952. Le inedite sessantatre lettere di Zolli a Pettazzoni e le due di Pettazzoni a Zolli (1932 e 1948) custodite presso il Fondo Pettazzoni della Biblioteca Comunale «G.C. Croce» di San Giovanni in Persiceto (Bo), ci consentono di seguire e di ricostruire − seppur talvolta da lontano e indirettamente − la pressoché intera attività accademica del semitista italo-polacco e la proficua collaborazione scientifica intrapresa con Pettazzoni e con la rivista da questi fondata, «Studi e Materiali di Storia delle Religioni». Per una singolare convergenza di percorsi storici e di sensibilità individuali, Zolli si trovò al centro di alcuni snodi cruciali della storia degli ebrei d’Italia e le scelte che operò divennero oggetto di accesi dibattiti e di vibranti polemiche, tanto che egli rappresenta ancora oggi un argomento delicato per il cattolicesimo e un nervo scoperto per l’ebraismo italiano. Nel corso degli anni l’affaire Zolli, ciclicamente balzato agli onori delle cronache, ha suscitato forti passioni e reazioni, talvolta scomposte, che tuttavia non hanno saputo superare la netta contrapposizione venutasi a creare all’indomani degli eventi tra gli schieramenti coinvolti. Al centro del dibattito sulla sua figura due sono gli argomenti che hanno finito con il monopolizzare l’attenzione della pubblicistica: l’essersi nascosto mentre era Rabbino Capo durante l’occupazione nazista di Roma (8 settembre 1943 – 4 giugno 1944) e il suo passaggio al cristianesimo cattolico con il battesimo celebrato il 13 febbraio 1945. In seno all’ebraismo italiano, il polo direttamente toccato dall’affaire Zolli, è ancora vivo lo sdegno per due azioni del Rabbino Capo che toccarono fortemente la Comunità di Roma, dapprima privata della sua guida spirituale nell’ora del massimo bisogno e poi ferita per così dire proditoriamente nel travagliato momento della ricostruzione materiale e spirituale...

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Eugenio Zolli semitista e orientalista. In dialogo con la storia delle religioni

LATORRE, Alberto
2007-01-01

Abstract

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2007
Eugenio Zolli; storia delle religioni
La ricerca che presentiamo intende essere un contributo alla storia della cultura storicoreligiosa in Italia. In essa affrontiamo lo studio dell’opera scientifica e accademica di Eugenio Zolli (1881-1956) attraverso la corrispondenza e la collaborazione intrattenuta con Raffaele Pettazzoni (1883-1959) nell’arco di ventisette anni, dal 1925 al 1952. Le inedite sessantatre lettere di Zolli a Pettazzoni e le due di Pettazzoni a Zolli (1932 e 1948) custodite presso il Fondo Pettazzoni della Biblioteca Comunale «G.C. Croce» di San Giovanni in Persiceto (Bo), ci consentono di seguire e di ricostruire − seppur talvolta da lontano e indirettamente − la pressoché intera attività accademica del semitista italo-polacco e la proficua collaborazione scientifica intrapresa con Pettazzoni e con la rivista da questi fondata, «Studi e Materiali di Storia delle Religioni». Per una singolare convergenza di percorsi storici e di sensibilità individuali, Zolli si trovò al centro di alcuni snodi cruciali della storia degli ebrei d’Italia e le scelte che operò divennero oggetto di accesi dibattiti e di vibranti polemiche, tanto che egli rappresenta ancora oggi un argomento delicato per il cattolicesimo e un nervo scoperto per l’ebraismo italiano. Nel corso degli anni l’affaire Zolli, ciclicamente balzato agli onori delle cronache, ha suscitato forti passioni e reazioni, talvolta scomposte, che tuttavia non hanno saputo superare la netta contrapposizione venutasi a creare all’indomani degli eventi tra gli schieramenti coinvolti. Al centro del dibattito sulla sua figura due sono gli argomenti che hanno finito con il monopolizzare l’attenzione della pubblicistica: l’essersi nascosto mentre era Rabbino Capo durante l’occupazione nazista di Roma (8 settembre 1943 – 4 giugno 1944) e il suo passaggio al cristianesimo cattolico con il battesimo celebrato il 13 febbraio 1945. In seno all’ebraismo italiano, il polo direttamente toccato dall’affaire Zolli, è ancora vivo lo sdegno per due azioni del Rabbino Capo che toccarono fortemente la Comunità di Roma, dapprima privata della sua guida spirituale nell’ora del massimo bisogno e poi ferita per così dire proditoriamente nel travagliato momento della ricostruzione materiale e spirituale...
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