La presente ricerca ha l’obiettivo di analizzare le relazioni genetiche esistenti tra viti (Vitis vinifera L.) coltivate e selvatiche in Toscana. In particolare è stata studiata la cultivar ‘Sangiovese’, in considerazione del suo ruolo dominante nel passato e nel presente della viticoltura in Toscana e più in generale in Italia. Sono state studiate alcune varietà toscane di vite conservate presso la collezione ampelografica di San Felice (Castelnuovo Berardenga, Siena, Italia) e quella INRA presso il Domaine de Vassal (Marseillan Plage, France). Il compartimento selvatico della vite, V. vinifera L. subsp. silvestris (G.) H., è presente in Toscana anche se è in via d’estinzione. Sono state studiate 10 viti selvatiche delle 60 censite in Toscana. Il materiale è stato descritto utilizzando i descrittori ampelografici OIV-IPGRI e 12 marcatori molecolari (nSSR, nuclear Simple Sequence Repeats). Questi marcatori nSSR sono polimorfi, codominanti ed efficaci per lo studio della caratterizzazione genetica delle varietà di vite e per lo studio parentale. L’analisi statistica dei dati ha permesso la caratterizzazione delle relazioni genetiche esistenti tra i 2 compartimenti della specie in Toscana. La diversità genetica del compartimento selvatico è inferiore a quella del compartimento coltivato. Probabilmente è il risultato della rarità delle viti selvatiche. Il ‘Sangiovese’ possiede pochi alleli in comune con il compartimento selvatico regionale. Tuttavia, ben 7 cultivar autoctone toscane hanno significative affinità genetiche con alcune viti selvatiche. Questi risultati mettono in evidenza il probabile contributo delle viti selvatiche alla diversità genetica del compartimento coltivato regionale, contribuendo alla comprensione dell’evoluzione e della storia della vite in Toscana ed in Italia.

Genetic relationship between cultivated and wild grapevine in Tuscany

DI VECCHI STARAZ, Manuel;BOSELLI, MAURIZIO
2008-01-01

Abstract

La presente ricerca ha l’obiettivo di analizzare le relazioni genetiche esistenti tra viti (Vitis vinifera L.) coltivate e selvatiche in Toscana. In particolare è stata studiata la cultivar ‘Sangiovese’, in considerazione del suo ruolo dominante nel passato e nel presente della viticoltura in Toscana e più in generale in Italia. Sono state studiate alcune varietà toscane di vite conservate presso la collezione ampelografica di San Felice (Castelnuovo Berardenga, Siena, Italia) e quella INRA presso il Domaine de Vassal (Marseillan Plage, France). Il compartimento selvatico della vite, V. vinifera L. subsp. silvestris (G.) H., è presente in Toscana anche se è in via d’estinzione. Sono state studiate 10 viti selvatiche delle 60 censite in Toscana. Il materiale è stato descritto utilizzando i descrittori ampelografici OIV-IPGRI e 12 marcatori molecolari (nSSR, nuclear Simple Sequence Repeats). Questi marcatori nSSR sono polimorfi, codominanti ed efficaci per lo studio della caratterizzazione genetica delle varietà di vite e per lo studio parentale. L’analisi statistica dei dati ha permesso la caratterizzazione delle relazioni genetiche esistenti tra i 2 compartimenti della specie in Toscana. La diversità genetica del compartimento selvatico è inferiore a quella del compartimento coltivato. Probabilmente è il risultato della rarità delle viti selvatiche. Il ‘Sangiovese’ possiede pochi alleli in comune con il compartimento selvatico regionale. Tuttavia, ben 7 cultivar autoctone toscane hanno significative affinità genetiche con alcune viti selvatiche. Questi risultati mettono in evidenza il probabile contributo delle viti selvatiche alla diversità genetica del compartimento coltivato regionale, contribuendo alla comprensione dell’evoluzione e della storia della vite in Toscana ed in Italia.
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