La riflessione sull’”altro stato” si snoda attraverso tutta l’opera musiliana: in contesti diversi e sotto vari nomi già nel romanzo I turbamenti del giovane Törleß (1906) ma anche in saggi come Schizzo della conoscenza del poeta (1918) e Il letterato e la letteratura (1931). L’altro stato è tout court caratterizzato da una partecipazione totale dell’individuo – vale a dire sia razionale che emotiva – e da uno stato di fusione con il suo ambiente. A confermare la bontà della sua intuizione e l’esistenza documentata dell’altro stato, Musil chiama a testimoniare Lucien Lévy-Bruhl e Ernst Kretschmer citati in una nota del saggio Spunti per una nuova estetica. Nel presente contributo si dimostra come Musil abbia utilizzato anche gli scritti dello psicologo dell’età evolutiva William Stern per corroborare le sue intuizioni sull’altro Stato. Secondo William Stern le sensazioni del bambino sono vaghe e ridotte; Musil le definisce «stati della coscienza cupi, indistinti». Non vi è distinzione fra sensazioni provenienti da processi interni all’organismo e reazioni a stimoli esterni; infatti «la coscienza del sé e quella dell’oggetto sono ancora unite». Secondo la prospettiva espressa nel presente contributo quello che Musil aveva trovato nel testo di William Stern (e che aveva già apprezzato nel testo di Lévy-Bruhl) è l’utopia di una comunicazione che permettesse all’uomo la «partecipazione» a una dimensione originaria in cui si vive ancora il legame con gli oggetti, con il proprio nome e il proprio ambiente. Il linguaggio infantile e gestuale è un retaggio di questa dimensione che sopravvive sia nell’adulto sia nell’uomo civilizzato della modernità. A questo linguaggio totalizzante Musil ha cercato di dar voce nei dialoghi fra Ulrich e Agathe nel suo romanzo L’uomo senza qualità.

L'altro stato dell'infanzia. William Stern nella ricezione di Robert Musil

SALGARO, Massimo
2008-01-01

Abstract

La riflessione sull’”altro stato” si snoda attraverso tutta l’opera musiliana: in contesti diversi e sotto vari nomi già nel romanzo I turbamenti del giovane Törleß (1906) ma anche in saggi come Schizzo della conoscenza del poeta (1918) e Il letterato e la letteratura (1931). L’altro stato è tout court caratterizzato da una partecipazione totale dell’individuo – vale a dire sia razionale che emotiva – e da uno stato di fusione con il suo ambiente. A confermare la bontà della sua intuizione e l’esistenza documentata dell’altro stato, Musil chiama a testimoniare Lucien Lévy-Bruhl e Ernst Kretschmer citati in una nota del saggio Spunti per una nuova estetica. Nel presente contributo si dimostra come Musil abbia utilizzato anche gli scritti dello psicologo dell’età evolutiva William Stern per corroborare le sue intuizioni sull’altro Stato. Secondo William Stern le sensazioni del bambino sono vaghe e ridotte; Musil le definisce «stati della coscienza cupi, indistinti». Non vi è distinzione fra sensazioni provenienti da processi interni all’organismo e reazioni a stimoli esterni; infatti «la coscienza del sé e quella dell’oggetto sono ancora unite». Secondo la prospettiva espressa nel presente contributo quello che Musil aveva trovato nel testo di William Stern (e che aveva già apprezzato nel testo di Lévy-Bruhl) è l’utopia di una comunicazione che permettesse all’uomo la «partecipazione» a una dimensione originaria in cui si vive ancora il legame con gli oggetti, con il proprio nome e il proprio ambiente. Il linguaggio infantile e gestuale è un retaggio di questa dimensione che sopravvive sia nell’adulto sia nell’uomo civilizzato della modernità. A questo linguaggio totalizzante Musil ha cercato di dar voce nei dialoghi fra Ulrich e Agathe nel suo romanzo L’uomo senza qualità.
2008
"Musil Robert", "infanzia"
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