Il prolungamento della permanenza dei giovani nella famiglia di origine, definito con il termine “famiglia lunga” (Donati e Scabini, 1988), è un fenomeno in crescita nel nostro paese: la percentuale di figli che risiedono con i genitori e l’età di uscita dal nucleo familiare hanno, infatti, registrato un progressivo aumento negli ultimi decenni. L’allungamento dei percorsi formativi a seguito del progressivo innalzamento del livello di istruzione, i contenuti tassi di sviluppo economico, la disoccupazione giovanile, la crescente instabilità e precarietà del posto di lavoro, la rigidità del mercato abitativo italiano associata alle imperfezioni del mercato creditizio, lo scarso orientamento del welfare state a favore dei giovani sono tutti aspetti importanti nel contribuire a spiegare il rinvio nell’uscita (Ongaro, 2004). Il fenomeno in esame potrebbe segnalare, però, anche un cambiamento dei valori culturali e del rapporto genitori-figli (divenuto meno conflittuale) che consente ai giovani di vivere in famiglia con alti margini di libertà. Alcuni studiosi (Aassve et al., 2001a) hanno messo in evidenza che la lunga permanenza dei giovani in famiglia potrebbe avere ripercussioni negative su altri importanti eventi che caratterizzano la transizione allo stato adulto, ad esempio il timing della prima unione (intesa sia come convivenza sia come matrimonio)6 e della nascita del primo figlio. Un aspetto che colpisce in modo particolare è l’elevata, e crescente nel tempo, quota di giovani che, pur avendo una propria occupazione, continuano a vivere con i genitori. L’uscita dalla famiglia di origine appare, quindi, sempre meno dipendente dalla partecipazione al mercato del lavoro (Brinbaum et al. 2003). Il presente contributo intende approfondire gli aspetti connessi con il passaggio dall’indipendenza economica all’autonomia residenziale; in particolare cercheremo di analizzare quali fattori socio-economici condizionino le decisioni riguardanti l’autonomia abitativa dei giovani occupati in Italia. Il lavoro si articola come segue: il primo paragrafo analizza gli aspetti quantitativi del fenomeno; quello successivo contiene una breve sintesi della letteratura economica sull’argomento e riporta i principali risultati ottenuti nelle ricerche empiriche condotte per l’Italia; il terzo paragrafo descrive il database utilizzato; nel quarto paragrafo si presenta il modello empirico adottato e la relativa procedura di stima; in quello seguente si riportano i principali risultati econometrici ottenuti; nell’ultimo si espongono le principali conclusioni e alcuni spunti per ulteriori approfondimenti.

L'uscita dei figli dalla famiglia di origine: rilevanza degli aspetti economici?

POLIN, Veronica;ROCCHI, Elisa;ROVEDA, Alberto
2006-01-01

Abstract

Il prolungamento della permanenza dei giovani nella famiglia di origine, definito con il termine “famiglia lunga” (Donati e Scabini, 1988), è un fenomeno in crescita nel nostro paese: la percentuale di figli che risiedono con i genitori e l’età di uscita dal nucleo familiare hanno, infatti, registrato un progressivo aumento negli ultimi decenni. L’allungamento dei percorsi formativi a seguito del progressivo innalzamento del livello di istruzione, i contenuti tassi di sviluppo economico, la disoccupazione giovanile, la crescente instabilità e precarietà del posto di lavoro, la rigidità del mercato abitativo italiano associata alle imperfezioni del mercato creditizio, lo scarso orientamento del welfare state a favore dei giovani sono tutti aspetti importanti nel contribuire a spiegare il rinvio nell’uscita (Ongaro, 2004). Il fenomeno in esame potrebbe segnalare, però, anche un cambiamento dei valori culturali e del rapporto genitori-figli (divenuto meno conflittuale) che consente ai giovani di vivere in famiglia con alti margini di libertà. Alcuni studiosi (Aassve et al., 2001a) hanno messo in evidenza che la lunga permanenza dei giovani in famiglia potrebbe avere ripercussioni negative su altri importanti eventi che caratterizzano la transizione allo stato adulto, ad esempio il timing della prima unione (intesa sia come convivenza sia come matrimonio)6 e della nascita del primo figlio. Un aspetto che colpisce in modo particolare è l’elevata, e crescente nel tempo, quota di giovani che, pur avendo una propria occupazione, continuano a vivere con i genitori. L’uscita dalla famiglia di origine appare, quindi, sempre meno dipendente dalla partecipazione al mercato del lavoro (Brinbaum et al. 2003). Il presente contributo intende approfondire gli aspetti connessi con il passaggio dall’indipendenza economica all’autonomia residenziale; in particolare cercheremo di analizzare quali fattori socio-economici condizionino le decisioni riguardanti l’autonomia abitativa dei giovani occupati in Italia. Il lavoro si articola come segue: il primo paragrafo analizza gli aspetti quantitativi del fenomeno; quello successivo contiene una breve sintesi della letteratura economica sull’argomento e riporta i principali risultati ottenuti nelle ricerche empiriche condotte per l’Italia; il terzo paragrafo descrive il database utilizzato; nel quarto paragrafo si presenta il modello empirico adottato e la relativa procedura di stima; in quello seguente si riportano i principali risultati econometrici ottenuti; nell’ultimo si espongono le principali conclusioni e alcuni spunti per ulteriori approfondimenti.
2006
8821809560
famiglia; politiche pubbliche; povertà
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