Dono, violenza e trascendenza richiamano una molteplicità di forme, d’esperienze e anche di strategie di mascheramento, che a volte non sono immediatamente riconoscibili. È importante, e forse decisivo, mettere a tema come il dono possa mutarsi in un giogo, una relazione di dipendenza, anziché in un atto d’amore; oppure, come la violenza possa deporre la sua fenomenicità più brutale, quella che la rende facilmente rappresentabile e riconoscibile - la guerra o la violenza collettiva del capro espiatorio - e travestirsi con i panni di un innocuo realismo relativistico, che recidendo il pensiero dalla sua costitutiva relazione al vero, lo consegna alla dura e immutabile logica della potenza e pre-potenza della fatticità; anche la trascendenza apre un spazio d’incredibile complessità, dove i processi di differenziazione con l’immanenza sembrano, oggi come oggi, incapaci di dirsi e di pro-porsi. Sono percorsi difficili e ardui, che implicano la capacità di mettersi in ascolto l’uno dell’altro, non solo tra uomo e uomo ma anche tra disciplina e disciplina. Donazione, violenza e trascendenza sono sempre all’interno di un “noi” e sono rese possibili, nel bene e nel male, da un “noi” co-originario all’“io”. In questo preciso senso, il titolo del volume ne rivendica la matrice sociale, pur non volendo esaurire il loro orizzonte di senso in tale matrice. […] sicuramente, queste tre concettualità e realtà sono modi di inverare il legame sociale, “modi” storicamente e sociologicamente determinati, e proprio per questo “porte regali” per comprendere l’uomo, la sua libertà e la costruzione della sua società.

Radici sociali. Scritture sul dono la violenza e la trascendenza

MORANDI, Emmanuele
2006-01-01

Abstract

Dono, violenza e trascendenza richiamano una molteplicità di forme, d’esperienze e anche di strategie di mascheramento, che a volte non sono immediatamente riconoscibili. È importante, e forse decisivo, mettere a tema come il dono possa mutarsi in un giogo, una relazione di dipendenza, anziché in un atto d’amore; oppure, come la violenza possa deporre la sua fenomenicità più brutale, quella che la rende facilmente rappresentabile e riconoscibile - la guerra o la violenza collettiva del capro espiatorio - e travestirsi con i panni di un innocuo realismo relativistico, che recidendo il pensiero dalla sua costitutiva relazione al vero, lo consegna alla dura e immutabile logica della potenza e pre-potenza della fatticità; anche la trascendenza apre un spazio d’incredibile complessità, dove i processi di differenziazione con l’immanenza sembrano, oggi come oggi, incapaci di dirsi e di pro-porsi. Sono percorsi difficili e ardui, che implicano la capacità di mettersi in ascolto l’uno dell’altro, non solo tra uomo e uomo ma anche tra disciplina e disciplina. Donazione, violenza e trascendenza sono sempre all’interno di un “noi” e sono rese possibili, nel bene e nel male, da un “noi” co-originario all’“io”. In questo preciso senso, il titolo del volume ne rivendica la matrice sociale, pur non volendo esaurire il loro orizzonte di senso in tale matrice. […] sicuramente, queste tre concettualità e realtà sono modi di inverare il legame sociale, “modi” storicamente e sociologicamente determinati, e proprio per questo “porte regali” per comprendere l’uomo, la sua libertà e la costruzione della sua società.
2006
8854806714
trascendenza; etica sociale; violenza e conflitto sociale
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