La letteratura aziendalistica sia italiana che straniera in materia di patologie aziendali ha, nel passato, molto spesso ipotizzato di poter considerare lo stato di crisi dell'impresa come una situazione differenziata rispetto allo stato di normalità quasi che possano essere configurate differenti situazioni e differenti interventi gestionali per "imprese in crisi" rispetto "all'impresa sana". Un approccio di tale tipo alla analisi dei fatti patologici di impresa deriva dall'origine degli studi in materia che può essere identificata nelle grandi crisi imprenditoriali degli anni settanta. Dovendo studiare "l'impresa in crisi" si è accettato tale stato come una configurazione particolare della situazione di impresa. Il presente studio, svolto secondo le logiche di analisi dell'economia aziendale, tende a verificare la correttezza degli assunti sopra indicati. Essi trovano senz'altro la loro origine dalle problematiche da cui sono sorti e dall'interdisciplinarietà con gli studi giuridici. Da un primo punto di vista si è affrontato il problema del risanamento di situazioni patologiche in quanto giuridicamente rilevanti. Recentemente la dottrina economico-aziendale, soprattutto italiana, ha innovato profondamente tale visione accettando la tesi della "necessità della continua ristrutturazione dell'impresa". Tale nuova concezione della vita dell'impresa segna una riaffermazione del concetto di continuità dello sviluppo aziendale anche dal punto di vista dell'approccio scientifico abbandonando la visione atomistica precedentemente esistente. L'impresa è quindi vista come un susseguirsi continuo di fasi di sviluppo e crisi che non possono essere studiate come fenomeni autonomi ma che debbono inserirsi in un'analisi di continuità.

L'evoluzione dell'impresa - dalla crisi allo sviluppo

ALBERTI, Giovanni Battista
1997-01-01

Abstract

La letteratura aziendalistica sia italiana che straniera in materia di patologie aziendali ha, nel passato, molto spesso ipotizzato di poter considerare lo stato di crisi dell'impresa come una situazione differenziata rispetto allo stato di normalità quasi che possano essere configurate differenti situazioni e differenti interventi gestionali per "imprese in crisi" rispetto "all'impresa sana". Un approccio di tale tipo alla analisi dei fatti patologici di impresa deriva dall'origine degli studi in materia che può essere identificata nelle grandi crisi imprenditoriali degli anni settanta. Dovendo studiare "l'impresa in crisi" si è accettato tale stato come una configurazione particolare della situazione di impresa. Il presente studio, svolto secondo le logiche di analisi dell'economia aziendale, tende a verificare la correttezza degli assunti sopra indicati. Essi trovano senz'altro la loro origine dalle problematiche da cui sono sorti e dall'interdisciplinarietà con gli studi giuridici. Da un primo punto di vista si è affrontato il problema del risanamento di situazioni patologiche in quanto giuridicamente rilevanti. Recentemente la dottrina economico-aziendale, soprattutto italiana, ha innovato profondamente tale visione accettando la tesi della "necessità della continua ristrutturazione dell'impresa". Tale nuova concezione della vita dell'impresa segna una riaffermazione del concetto di continuità dello sviluppo aziendale anche dal punto di vista dell'approccio scientifico abbandonando la visione atomistica precedentemente esistente. L'impresa è quindi vista come un susseguirsi continuo di fasi di sviluppo e crisi che non possono essere studiate come fenomeni autonomi ma che debbono inserirsi in un'analisi di continuità.
1997
9788813197704
azienda; patologia; ristrutturazioni aziendali
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