La monografia affronta la problematica relativa all'incidenza che le alterazioni negative della consistenza del bene compravenduto, successive alla vendita e dovute a caso fortuito, possono avere sull'esperibilità dell'azione di risoluzione da parte dell'acquirente di una cosa viziata. Nella prima parte della monografia, relativa alla disciplina codicistica della vendita, viene, innanzi tutto, esaminata la norma di cui all’art. 1492, 3° co., c.c., al fine di chiarire, all’interno del primo capitolo, la ratio e il modo di operare della regola, in quella disposizione contenuta, secondo cui il compratore, qualora il bene viziato sia perito per caso fortuito, non può esercitare l’azione redibitoria. Nel secondo capitolo, si analizzano, poi, le principali questioni interpretative che si pongono in relazione all’ambito di applicazione della norma di cui all’art. 1492, 3° co., c.c. La ritenuta non operatività della preclusione dell’azione redibitoria disposta dall’art. 1492, 3° co., c.c. in una serie di ipotesi conduce, quindi, ad affrontare, nel terzo capitolo, il profilo concernente il contenuto dell’obbligazione restitutoria che, in quei casi, deve intendersi gravare sul compratore che abbia ottenuto la risoluzione del contratto, attesa l’impossibilità, per quest’ultimo, di restituire la stessa cosa ricevuta. La seconda parte della monografia – pure suddivisa in tre capitoli – è dedicata all’indagine delle stesse problematiche in precedenza affrontate, con riguardo, ora, alla Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili, e, più in particolare, agli artt. 82, 70 e 84 di tale Convenzione, che si occupano, rispettivamente, dell’influenza delle alterazioni sostanziali delle merci in ordine alla titolarità, in capo al compratore, dell’azione di risoluzione, dell’incidenza che il fundamental breach ha sulla disciplina del trasferimento del rischio, nonché delle obbligazioni restitutorie conseguenti alla risoluzione del contratto. Nella terza e ultima parte del volume, si tenta, infine, di fornire una risposta, sulla scorta dei risultati in precedenza raggiunti, ancora una volta al quesito di come debba intendersi regolata l’ipotesi in cui sia perito per caso fortuito il bene non conforme al contratto, e l’acquirente intenda esercitare l’azione di risoluzione, nell’ambito della disciplina della vendita dei beni di consumo, nell’intento di colmare la lacuna già presente al riguardo nella Direttiva 99/44/CE, e trascurata dal legislatore nazionale dell’attuazione.

Il rischio del perimento fortuito nella vendita di cosa viziata. Risolubilità del contratto e obbligazioni restitutorie

OMODEI SALE', Riccardo
2004-01-01

Abstract

La monografia affronta la problematica relativa all'incidenza che le alterazioni negative della consistenza del bene compravenduto, successive alla vendita e dovute a caso fortuito, possono avere sull'esperibilità dell'azione di risoluzione da parte dell'acquirente di una cosa viziata. Nella prima parte della monografia, relativa alla disciplina codicistica della vendita, viene, innanzi tutto, esaminata la norma di cui all’art. 1492, 3° co., c.c., al fine di chiarire, all’interno del primo capitolo, la ratio e il modo di operare della regola, in quella disposizione contenuta, secondo cui il compratore, qualora il bene viziato sia perito per caso fortuito, non può esercitare l’azione redibitoria. Nel secondo capitolo, si analizzano, poi, le principali questioni interpretative che si pongono in relazione all’ambito di applicazione della norma di cui all’art. 1492, 3° co., c.c. La ritenuta non operatività della preclusione dell’azione redibitoria disposta dall’art. 1492, 3° co., c.c. in una serie di ipotesi conduce, quindi, ad affrontare, nel terzo capitolo, il profilo concernente il contenuto dell’obbligazione restitutoria che, in quei casi, deve intendersi gravare sul compratore che abbia ottenuto la risoluzione del contratto, attesa l’impossibilità, per quest’ultimo, di restituire la stessa cosa ricevuta. La seconda parte della monografia – pure suddivisa in tre capitoli – è dedicata all’indagine delle stesse problematiche in precedenza affrontate, con riguardo, ora, alla Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili, e, più in particolare, agli artt. 82, 70 e 84 di tale Convenzione, che si occupano, rispettivamente, dell’influenza delle alterazioni sostanziali delle merci in ordine alla titolarità, in capo al compratore, dell’azione di risoluzione, dell’incidenza che il fundamental breach ha sulla disciplina del trasferimento del rischio, nonché delle obbligazioni restitutorie conseguenti alla risoluzione del contratto. Nella terza e ultima parte del volume, si tenta, infine, di fornire una risposta, sulla scorta dei risultati in precedenza raggiunti, ancora una volta al quesito di come debba intendersi regolata l’ipotesi in cui sia perito per caso fortuito il bene non conforme al contratto, e l’acquirente intenda esercitare l’azione di risoluzione, nell’ambito della disciplina della vendita dei beni di consumo, nell’intento di colmare la lacuna già presente al riguardo nella Direttiva 99/44/CE, e trascurata dal legislatore nazionale dell’attuazione.
2004
8813253540
Compravendita; obbligazioni e contratti; diritto privato europeo
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