Il testo articola l’idea che il linguaggio religioso è uno dei linguaggi simbolici, accanto a quello filosofico, letterario. Un linguaggio cioè che, nominando il mondo, apre alla possibilità di andare scoprendo cosa il mondo sia e come con la lingua possiamo esplorarlo. In questo senso esso riprende e rilancia il primo legame che abbiamo avuto con la lingua, quando ce l’hanno insegnata nell’infanzia. La lingua materna ha permesso i primi giochi di nominazione e scoperta del mondo. La dimensione della trascendenza a cui la lingua materna ci fa accedere viene rilanciata in forma diversa, ma analoga, dal linguaggio religioso. Il testo si avvale soprattutto del pensiero di Winnicott sul linguaggio simbolico e degli studi sulla lingua materna.

Il fluire della lingua materna nell'esperienza religiosa

ZAMBONI, Chiara
2006-01-01

Abstract

Il testo articola l’idea che il linguaggio religioso è uno dei linguaggi simbolici, accanto a quello filosofico, letterario. Un linguaggio cioè che, nominando il mondo, apre alla possibilità di andare scoprendo cosa il mondo sia e come con la lingua possiamo esplorarlo. In questo senso esso riprende e rilancia il primo legame che abbiamo avuto con la lingua, quando ce l’hanno insegnata nell’infanzia. La lingua materna ha permesso i primi giochi di nominazione e scoperta del mondo. La dimensione della trascendenza a cui la lingua materna ci fa accedere viene rilanciata in forma diversa, ma analoga, dal linguaggio religioso. Il testo si avvale soprattutto del pensiero di Winnicott sul linguaggio simbolico e degli studi sulla lingua materna.
2006
8871155300
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11562/240245
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