In questo lavoro si ricostruisce la genesi e lo sviluppo della teoria del Dio in divenire di Scheler, attraverso l'influsso dell'ultimo Schelling, di Dostoevskij, di Nietzsche, del libro di Harnack su Marcione e dell'ateismo postulatorio di Hartmann. La tesi del Dio in divenire - uno dei momenti più significativi nel pensiero del filosofo tedesco Max Scheler - mette in discussione l'idea di una metafisica orientata a un mondo di essenze e di valori statici. Si tratta di un Dio indipendente dal tempo del mondo, ma che si manifesta nel mondo attraverso il sacro. Un Dio tragico che nel contatto con la finitezza non ammutolisce tutti gli interrogativi e non neutralizza all'istante tutte le sofferenze. Il sacro in questa prospettiva non si risolve nella produzione di certezze, ma risulta piuttosto qualcosa che rende possibili nuove esperienze, destabilizzando gli orizzonti della nostra soggettività. E' un sacro inteso come das Heilige, ciò che salva, cioè che guarisce. Un sacro inteso cioè come la struttura che regge e rende possibile l'apertura al mondo e con essa una libertà intesa come realizzazione e non come autoprogettualità. Ma il sacro può assumere anche la forma dell'assenza, del sottrarsi, e quindi venire esperito nella forma della dannazione. Per questo l’uomo può esperire il sacro attraverso i sentimenti contrapposti della beatitudine e della disperazione.

Scheler: il Dio in divenire

CUSINATO, Guido
2002-01-01

Abstract

In questo lavoro si ricostruisce la genesi e lo sviluppo della teoria del Dio in divenire di Scheler, attraverso l'influsso dell'ultimo Schelling, di Dostoevskij, di Nietzsche, del libro di Harnack su Marcione e dell'ateismo postulatorio di Hartmann. La tesi del Dio in divenire - uno dei momenti più significativi nel pensiero del filosofo tedesco Max Scheler - mette in discussione l'idea di una metafisica orientata a un mondo di essenze e di valori statici. Si tratta di un Dio indipendente dal tempo del mondo, ma che si manifesta nel mondo attraverso il sacro. Un Dio tragico che nel contatto con la finitezza non ammutolisce tutti gli interrogativi e non neutralizza all'istante tutte le sofferenze. Il sacro in questa prospettiva non si risolve nella produzione di certezze, ma risulta piuttosto qualcosa che rende possibili nuove esperienze, destabilizzando gli orizzonti della nostra soggettività. E' un sacro inteso come das Heilige, ciò che salva, cioè che guarisce. Un sacro inteso cioè come la struttura che regge e rende possibile l'apertura al mondo e con essa una libertà intesa come realizzazione e non come autoprogettualità. Ma il sacro può assumere anche la forma dell'assenza, del sottrarsi, e quindi venire esperito nella forma della dannazione. Per questo l’uomo può esperire il sacro attraverso i sentimenti contrapposti della beatitudine e della disperazione.
2002
9788825010473
Platone; Schelling; Schopenhauer; Nietzsche; Dostoevskij; Hartmann; Harnack; Scheler; valore; sacro
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